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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09202019-104110


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
RICCI, GIANMARCO
URN
etd-09202019-104110
Titolo
La Corte dei conti europea tra audit pubblico e cooperazione antifrode
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Azzena, Luisa
Parole chiave
  • Corte dei conti europea
  • cooperazione antifrode
  • Controllo
  • audit pubblico
  • Accountability
  • Europa
Data inizio appello
07/10/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le funzioni e il ruolo della Corte dei conti europea (European Court of Auditors) costituiscono un tema di ricerca del tutto peculiare, in quanto nonostante la denominazione e la componente collegiale essa è priva di poteri sanzionatori: la Corte dei conti europea è una Corte a livello formale, ma non sostanziale. Il presente elaborato, muovendo da questa premessa, intende analizzare la Corte dei conti europea con un approccio multidisciplinare. Infatti si propone di approfondire non solo l’audit di matrice pubblicistica, ma anche la cooperazione antifrode con l’Ufficio europeo antifrode (OLAF), attinente all’ambito processual-penalistico.
L’audit pubblico e la cooperazione antifrode, seppur a prima vista distanti e appartenenti a due differenti branche del diritto, sono in realtà fortemente connessi: non vi può essere un audit pubblico efficace senza una cooperazione antifrode in grado non di reprimere, ma di prevenire fenomeni corruttivi potenzialmente capaci di ledere gli interessi finanziari dell’UE.
Si è ritenuto opportuno, tenendo anche conto dell’esperienza maturata presso l’Ufficio legale della Corte dei conti europea, di studiare e di considerare tale istituzione, come un “soggetto in costante divenire”, destinato in futuro a accrescere le proprie prerogative e poteri di indirizzo.
Nello specifico, in primis, si è effettuata una analisi sulla evoluzione storica della Corte, evidenziando come da mero “audit office”, organo ausiliario, sia divenuta con il Trattato di Maastricht del 1992 una vera e propria Istituzione, assumendo il ruolo di “coscienza finanziaria” dell’Unione europea.
Nel prosieguo della ricerca, si è effettuata una analisi dei profili strutturali ed organizzativi. Dallo studio è emerso che la Corte dei conti europea, tramite la suddivisione in “Sezioni” o “Chambers”, ciascuna dotata di una propria competenza, ha la possibilità di pianificare i controlli in modo coordinato ed efficiente, in tutti gli Stati membri.
Il corpo centrale dell’elaborato, si concentra sulla “difficile” nozione di controllo, che nei vari ordinamenti giuridici può assumere una differete connotazione. Infatti in francese, “controle” significa verifica, comparazione, riscontri, mentre in inglese, “control” si traduce come governo, dominio, indirizzo. Invece, il concetto di “audit o check”, a cui è assimilabile la funzione di controllo svolta dalla Corte, definisce una attività amministrativa volta alla verifica e analisi dei dati. Nello specifico l’audit di ECA, di natura successiva, si connota per una densità contenutistica sia a livello di “financial audit” che di “perfomance audit”, volto alla creazione di un “value for money”. Inoltre si è ritenuto opportuno, approfondire tenendo conto del Manuale di audit di ECA, la metodologia DAS, ossia la “declaration d’assurance”, con cui la Corte attesta l’affidabilità dei conti pubblici dell’Unione.
L’analisi comparata , ha analizzato come i tre sistemi di controllo sulla finanza pubblica presenti nei vari Stati, ossia il “Westminster model”, il “Board model” e il “Napoleonic model”, nonostante le diversità strutturali e giuridiche, abbiano il medesimo scopo: quello di rendere la finanza pubblica stabile e trasparente. Nel corso della ricerca è emerso, che la Corte dei conti europea, può essere ritenuta una Istituzione Superiore di Controllo “sui generis”, a metà tra il “Westminster model” in quanto è priva di poteri sanzionatori e il “Board model”, poiché dotata del requisito della collegialità.
Nella parte finale dell’elaborato, ci si è concentrati sulla lotta alle frodi dell’UE, sottolineando come il concetto stesso di frode, sia mutato nel corso degli anni, assumendo uno spettro applicativo più ampio. In particolar modo, si è ritenuto opportuno approfondire la cooperazione antifrode intercorrente tra ECA e l’Ufficio europeo antifrode (OLAF), tenendo conto della normativa di Eurojust e della Procura europea, che entrerà in funzione nel 2020. La creazione di quest’ultima, rappresenta un passo importante verso il rafforzamento di una “common antifraud policy”, come sottolineato dalla Relazione speciale 1/2019 della Corte dei conti europea.
In conclusione, con la presente ricerca, si è evoluto evidenziare che grazie all’attività di ECA, si sta progressivamente affermando un sistema di “controllo multilivello” , frutto di una attività di cooperazione e coordinamento sia a livello statale, che sovranazionale, in grado non solo di tutelare gli interessi finanziari dell’Unione, ma anche i diritti di tutti i cittadini europei.
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