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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09202010-190221


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
GIORGETTI, MARTINA
URN
etd-09202010-190221
Titolo
Terapia con ACTH nelle glomerulonefriti primitive a lesioni glomerulari minime. Nostra esperienza clinica.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Barsotti, Giuliano
Parole chiave
  • glomerulonefriti
  • lesioni minime
Data inizio appello
19/10/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/10/2050
Riassunto
L’introduzione dell’ormone adrenocorticotropo (ACTH) nel trattamento della sindrome nefrosica risale al 1953: usato infatti nel trattamento della sindrome nefrosica nei bambini con insufficienza corticosurrenalica, e fu poi riconsiderato nel 1999 in uno studio del gruppo della dottoressa Al Berg nella formulazione Synacthen Depot per via intramuscolare a dosi crescenti.
In letteratura una riduzione della proteinuria dopo trattamento con ACTH è stata dimostrata con dosi di 1 mg i.m. due volte alla settimana per un anno, senza effetti collaterali importanti durante il trattamento.
Oltre alla riduzione della proteinuria, l’ACTH si è dimostrato efficace nel migliorare l’assetto lipidico legato alla dislipidemia in corso di sindrome nefrosica.
Partendo da queste considerazioni, abbiamo progettato uno studio clinico nei pazienti afferenti presso la U.O. Nefrologia e Dialisi 2° Universitaria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa, per valutare gli effetti della terapia prolungata con ACTH, ma a dosaggio minore rispetto a quello utilizzato in letteratura da altri Autori.
Scopo dello studio: Lo scopo di questo studio, tutt’ora in corso, ha come effetto la valutazione dell’effetto dell’ACTH (dosaggio 1 mg/settimana i.m. per 12 mesi) sulla proteinuria, in pazienti con glomerulonefrite a lesioni minime resistenti a precedenti trattamenti con steroidi e immunosoppressori e/o con frequenti recidive alla sospensione. Questi risultati sono stati confrontati con i dati ottenuti da pazienti con altra diagnosi bioptica, che avevano ricevuto lo stesso trattamento con ACTH.
Materiale e Metodi: dopo consenso informato hanno partecipato allo studio 11 pazienti, 9 uomini e 2 donne di età compresa tra i 17 e i 75 anni e peso corporeo tra 51 e 90 Kg: 3 con diagnosi di glomerulonefrite a lesioni minime, 4 con glomerulonefrite membranosa, 1 con glomerulonefrite membranoproliferativa, 1 con glomerulonefrite proliferativa mesangiale, 1 con diagnosi di glomerulosclerosi focale e segmentale. Un ultimo caso di nefrite lupica stadio IV.
La proteinuria delle 24h, la clearance della creatinina, l’assetto lipidico, l’albuminemia, sono stati valutati prima di iniziare il trattamento, ogni due mesi durante la terapia con ACTH e nei mesi successivi alla sospensione del trattamento.
Risultati: Nei tre casi di malattia a lesioni glomerulari minime la proteinuria si è ridotta in modo significativo in due pazienti, fino ad arrivare alla remissione completa in un caso e parziale nell'altro. Nel terzo paziente non si sono attenuti gli stessi risultati. Questo ha mostrato infatti livelli costantemente elevati di proteinuria già dal rimo mese e si è ritenuto perciò necessario sospendere la terapia con ACTH dal quarto mese di trattamento. Data l'esiguità della casistica, dovuta alla rarità dell'affezione, i risultati di questi pazienti affetti da MCD sono stati confrontati con quelli ottenuti da pazienti con altre diagnosi bioptiche che avevano ricevuto lo stesso trattamento con ACTH. Se consideriamo la media dei valori della proteinuria nel campione degli 11 pazienti studiati, la riduzione della proteinuria è evidente e significativa (p <0.01 al 12° mese). Durante i mesi di trattamento questi valori si sono mantenuti anche nei mesi successivi alla sospensione della terapia con ACTH, con coseguente aumento dell' albumina sierica, riduzione della colesterolemia totale e del colesterolo LDL.
Conclusioni: L’ACTH alla dose di 1 mg/settimana i.m. per 12 mesi si è dimostrato un farmaco efficace e ben tollerato nella terapia delle glomerulonefriti resistenti alla terapia convenzionale e/o recidivanti dopo la loro sospensione.
Il trattamento con ACTH si è dimostrato altrettanto efficace nel migliorare l’assetto lipidico legato alla dislipidemia in corso di sindrome nefrosica.
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