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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09202007-211405


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
ACERBI, ALDO
URN
etd-09202007-211405
Titolo
Videocittà
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
CINEMA TEATRO PRODUZIONE MULTIMEDIALE
Relatori
Relatore Prof. Lischi, Alessandra
Parole chiave
  • vita come rappresentazione
  • 1984
  • reality show
  • digitalizzazione
  • Lyon
  • Foucault
  • Era dell’immagine
  • Voyeur
  • Surveillance Camera Players
  • situazionismo
  • Bentham
  • Deleuze.
  • Metz
  • Klier
  • psicogeografia
  • CCTV
  • videosorveglianza
  • Panopticon
  • Expanded Cinema
  • Der Reise
  • Synopticon
  • Debord
  • Goffman
  • Surveillance studies
  • Superpanopticon
  • Virilio
  • Dick
  • Lo sguardo della sorveglianza
Data inizio appello
15/10/2007
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/10/2047
Riassunto
La tesi si propone di indagare il rapporto tra la videosorveglianza, la città contemporanea e le persone che la abitano. Il sistema coinvolge, mettendolo in crisi, anche il concetto di realtà rappresentata(sia come “ vita rappresentata” che secondo Goffman regola lo scambio di informazioni tra persone, sia come sistemi di riproduzione della realtà, vale a dire il rapporto tra immagine digitale e realtà). L’autore utilizza un approccio interdisciplinare, ma è particolarmente interessato a ricondurre l’oggetto di studio nell’alveo nell’analisi del video, inserito nel sistema dei media. Questa ipotesi è stata sviluppata a partire dal celebre “Expanded Cinema” di Youngblood, e da un video-film di Michael Klier chiamato “ Der Reise” (1983).
Il lavoro è diviso in due parti.
La prima parte si occupa di definire il concetto di videosorveglianza da differenti prospettive.
1) L’evoluzione tecnologica del mezzo.
2) Una rassegna di studi sul controllo sociale attraverso il video(Panopticon, nuova criminologia, geografia urbana, etc.).
3) Una serie di esempi tratti dalla cultura popolare che appartengono all’immaginario della sorveglianza, un repertorio in grado di riflettere la mutazione del rapporto tra uomini e tecnologie di controllo a livello emotivo.
4) La storia dei “ New York Surveillance Camera Players”, gruppo antisorveglianza d’ispirazione situazionista, che da oltre dieci anni mette in scena rappresentazioni “ in favore” di videocamere di sorveglianza, creando un “palinsesto” per i sorveglianti annoiati e per gli stessi cittadini sorvegliati, affinché prendano coscienza della sorveglianza.
La seconda parte cerca di rispondere agli interrogativi suscitati dalla prima:
1) Compiendo osservazioni in città, per verificare l’influenza della videocamera nell’interazione sociale degli individui (“devianti” e normali”).
2) Descrivendo la “ destinazione d’uso” degli spazi in una città, e come questa possa cambiare anche in un contesto di apparente conservazione del preesistente( come è naturale nel centro storico di una città d’arte)
Nelle conclusioni di descrive la posizione del cittadino all’interno di un sistema di occhi-schermo integrato nel più vasto universo mediatico. Viviamo una realtà dove le differenze tra esterno/interno, privato/pubblico, essere/sembrare( quadrato semiotico della verosimiglianza) tendono ad essere cancellate tanto da rendere immaginabile un’imminente ristrutturazione dell’Io basata sulle immagini. In questo senso un ruolo decisivo è affidato alla maturazione di una “grammatica universale” del video(dettata dall’uso quotidiano e non dalla conoscenza delle regole) legata alla diffusione massiccia di videoprotesi( video e foto camere nei cellulari) che rende il cittadino un elemento partecipe del “gioco di specchi” che è la videosorveglianza. La ricchezza della vita umana potrebbe soccombere in un contesto dove il moralismo dei media diventa criterio di giudizio per ciascuno di noi. In prospettiva la digitalizzazione permette alterazioni dell’immagine non rilevabili. Questo può condurre all’arbitrio, alla prevaricazione ed al ricatto, in una sorta di dittatura dell’immagine digitale ( ipotesi perfettamente coerente con la New Penology). Società ed individui sono in grado di operare scelte, non necessariamente in tal senso. Il compito dei ricercatori è realizzare studi empirici che comprendano l’evoluzione del sistema della videosorveglianza nell’immediato futuro.
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