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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09192013-011430


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
SULIS SATO, JIN EUGENIO
URN
etd-09192013-011430
Titolo
L'evoluzione del sistema bancario cinese all'interno dello spazio economico globale (1978-2013)
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
POLITICHE E RELAZIONI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Lemmi, Enrica
Parole chiave
  • sistema bancario cinese
  • credito
  • crisi finanziaria
  • banche
  • cina
  • banche cinesi
Data inizio appello
07/10/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Cina è oggi la seconda potenza economica mondiale, ed è prima nella produzione di molti beni di uso comune ad alto contenuto di tecnologia come telefoni cellulari, monitor, computer, ecc. In poco più di tre decenni il miracolo economico cinese, reso possibile grazie alle politiche di riforma economica avviate da Deng nel 1978, ha trasformato il paese più popoloso del mondo da agricolo a gigante economico e politico. Il sistema bancario ha svolto un ruolo fondamentale nel raggiungimento di tassi di crescita così elevati, e si è trasformato insieme a tutti gli altri settori economici: nel 1978 la People’s Bank of China fungeva sia da banca centrale che da istituto di credito finanziatore dello stato. Entro la prima metà degli anni ’80 erano già state fondate le quattro grandi banche di stato per la raccolta del risparmio e il finanziamento di settori economici specifici e la People’s bank of China era così potuta divenire banca centrale vera e propria. Il decennio successivo portò la creazione delle policy banks (banche cui fu demandato il compito di fare credito seguendo gli orientamenti e le priorità del governo) e di un sistema di infrastrutture necessarie per la nascita di mercati finanziari moderni, ma anche la crisi asiatica del ’97, che colpì in modo pesante la Repubblica Popolare. Data la condizione di dissesto ereditata dalle banche in seguito alla crisi, vennero subito create delle società apposite per il recupero dei crediti inesigibili, che vennero così rimossi dallo stato patrimoniale degli istituti di credito, evitando quindi il loro fallimento. L’ingresso nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, avvenuta nel 2001, segnò poi l’inizio di una più ampia apertura del mercato dei servizi finanziari alla concorrenza straniera e di un adeguamento agli standard occidentali. Nonostante l’impegno cinese ad adeguarsi ai criteri emanati dal Comitato di Basilea, le condizioni del settore creditizio non migliorarono e richiesero sia ulteriori interventi sui bilanci delle banche che la creazione di un moderno organismo di vigilanza (la China Banking Regulatory Commission). A partire dal 2005 le grandi banche di stato vennero riformate e quotate in borsa, con una serie di spettacolari offerte pubbliche iniziali, che fecero clamore per la grandezza dei capitali raccolti. Parallelamente allo sviluppo del settore bancario tradizionale, si è assistito negli ultimi anni alla ancor più strabiliante crescita delle società fornitrici di servizi di wealth management, ancora assai poco controllate dalle autorità, che non sembrano essere riuscite a ben inquadrare il fenomeno. Si arriva poi alla attuale crisi finanziaria, che ha colpito (in ritardo) anche la Cina, causando una serie di problematiche di difficile risoluzione, come l’esplosione del debito a carico degli enti locali, la crisi del mercato immobiliare, e lo stato di profondo squilibrio di un’economia troppo dipendente dagli investimenti.
Questa tesi si propone di analizzare il sistema bancario cinese e di ripercorrerne la storia dagli inizi del periodo delle riforme fino ai giorni nostri, e di trovare le cause dei problemi che lo affliggono e che potrebbero far deragliare la locomotiva cinese, con conseguenze gravissime per l’economia globale.
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