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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09192008-102641


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
DUCCI, ELEONORA
URN
etd-09192008-102641
Titolo
Caratterizzazione molecolare, morfologica e qualitativa di alcuni vitigni minori delle Colline Pisane
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE VITIVINICOLE
Relatori
Relatore Prof. Andrich, Gianpaolo
Relatore Prof. Scalabrelli, Giancarlo
Parole chiave
  • Colline Pisane
  • vitigni minori
Data inizio appello
06/10/2008
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/10/2048
Riassunto
Il Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose “ G. Scaramuzzi”, ha redatto nel 2001 un progetto di ricerca per la valorizzazione di vitigni minori a bacca nera della Provincia di Pisa . La valorizzazione del germoplasma viticolo, nel caso specifico della Toscana , è molto importante sia per evitare l’erosione genetica sia per assicurare la persistenza di vitigni portatori di caratteri di tipicità. Nell’ambito di tale progetto si colloca questo studio che ha come scopo la comparazione attraverso indagini morfologiche, molecolari e qualitative di vitigni locali delle Colline Pisane quali: l’ “ Abrusco”, la “Canina”, il “ Giacomino” , il “Grand Noir”, l’ “ Oliva” , il “Santo Stefano” e l’ “Uva Vecchia”, tutti impiantati nel vigneto sperimentale realizzato presso l’Azienda Poggio al Casone della Castellani S.p.a in Crespina. Su Oliva e Giacomino è stata fatta una prova di defogliazione all’allegagione . E’ stata compiuta l’analisi delle principali caratteristiche ampelografiche e la genotipizzazione attuata per mezzo dell’analisi del polimorfismo di 10 loci microsatellitari (SSR), al fine di chiarire eventuali casi di sinonimia e omonimia nonché eventuali parentele con altri vitigni di diversa provenienza. Allo stadio di invaiatura e di maturità sono stati presi campioni di acini sui quali, dopo aver determinato il peso fresco, sono state prelevate porzioni di tessuto epidermico sottoposte successivamente all’osservazione morfologica in vivo e di sezioni fini realizzate previa fissazione (FAA) ed inclusione del materiale in Histoplast .
I preparati istologici tal quali senza colorazioni, sono stati esaminati al microscopio ottico , con ingrandimenti variabili tra x 100, x 200 e x 400, rilevando le seguenti caratteristiche: spessore dell’esocarpo, numero degli strati dell’epidermide e dell’ipodermide e forma delle cellule. Per individuare il momento migliore per la vendemmia sono stati eseguiti campionamenti e analisi in laboratorio con l’intento di valutare l’andamento degli zuccheri, dell’acidità , del pH e dei polifenoli. Da ultimo sono state effettuate analisi in laboratorio per la determinazione delle caratteristiche dei mosti ed una degustazione dei vini ottenuti dalle microvinificazioni. Per quanto riguarda l’analisi molecolare è emerso che esiste un caso di sinonimia tra i vitigni “ Canina”, “Oliva”,” Uva Vecchia”e “ Fortana CAB 13”; un altro caso di sinonimia esiste tra il “ Santo Stefano” e il “ Tempranillo” un vitigno di origine spagnola. Inoltre il “ Giacomino” presenta un profilo SSR identico a quello del”Bonamico” mentre quello dell’ “ Abrusco” risulta corrispondente ad un clone di “ Colorino” siglato come “RO-8”. Dalla caratterizzazione morfologica dell’esocarpo si evince che la struttura dell’esocarpo degli acini osservata al microscopio ottico è risultata simile nei due vitigni “Giacomino” e “Oliva”. La dimensione degli acini non sembra essere stata influenzata dall’operazione di defogliazione in entrambi . Dalle misure effettuate sullo spessore dell’esocarpo degli acini di “Giacomino”, la tesi defogliata, presenta uno spessore significativamente minore rispetto al controllo . Infatti dalle sezioni fini dell’esocarpo si evidenzia il chiaro effetto della defogliazione che ha diminuito lo spessore degli strati cellulari che appaiono molto appressati fra loro. L’osservazione delle bucce in vivo ha evidenziato che negli acini di controllo è possibile distinguere due forme cellulari , una regolare, allungata, localizzata negli strati più interni e parzialmente vacuolizzata e l’altra isodiametrica , più superficiale , caratterizzata da un volume vacuolare decisamente maggiore rispetto a quello citoplasmatico. Al contrario , nella tesi defogliata, si apprezzano maggiormente le cellule isodiametriche degli strati dell’epidermide. In linea generale nei vitigni esaminati, l’esocarpo è composto da cellule di tipo collenchimatico e gli strati cellulari variano da un minimo di 7 (“Sangiovese”) ad un massimo di 10 ( “Canina”). All’invaiatura, l’epidermide è formata da 1 fino a 3 strati di cellule a contorno poligonale pressoché regolare con pareti sottili e i cui vacuoli sono ricchi di antociani e fenoli.
Soltanto in “Canina” ad una riduzione del numero degli strati cellulari registrato alla maturità è corrisposto una diminuzione dello spessore totale dell’esocarpo. In “Uva Vecchia” e “ Colorino Pisa”,nonostante la diminuzione significativa del numero degli strati cellulari lo spessore è rimasto invariato, mentre in “Santo Stefano” ed “Abrusco”, pur aumentando sensibilmente lo spessore,non varia il numero degli strati superficiali.
Dall’analisi qualitativa si evince che l’ “Abrusco” appare indicato sia da solo che per l’utilizzazione in uvaggio con il “Sangiovese” ,anche se rimangono da trovare le proporzioni più opportune; analoghe caratteristiche si sono riscontrate nel “Santo Stefano”,ma questo, presentandosi con una bassa acidità ,deve essere abbinato ad un vitigno con un più forte tenore acidico. Gli aspetti aromatici del “Giacomino”sembrano invece idonei per un rosato o per un vino novello. La “Canina”,l’ “Oliva”e l’ “Uva Vecchia” potrebbero essere utilizzati per vini rosati ,in virtù della loro acidità,oppure in uvaggi.
Ed infine il “Grand Noir” è risultato sicuramente il più interessante per un eventuale affinamento in legno.

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