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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09182017-162905


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
FUSANI, LARA
URN
etd-09182017-162905
Titolo
Stato vitaminico neonatale: livelli di 25-idrossivitamina D nel sangue cordonale di 255 neonati
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Federico, Giovanni
Parole chiave
  • epimeri
  • neonato
  • vitamina D
  • stato vitaminico
Data inizio appello
17/10/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
La vitamina D è molto importante già in epoca fetale. Un’insufficiente esposizione alla vitamina D, infatti, può associarsi ad una riduzione del volume femorale (apprezzabile all’ecografia ostetrica 3D), ad un aumento dell’incidenza di neonati SGA, e a complicanze neonatali precoci come la craniotabe. Il feto è dipendente dalla madre per quanto riguarda i livelli di 25(OH)D, che è in grado di attraversare la placenta. Da qui l’importanza di evitare durante la gravidanza l’ipovitaminosi D, che può indurre un aumentato rischio di sviluppare alcune patologie ostetriche (diabete gestazionale, preeclampsia).
Uno degli scopi del presente lavoro di tesi, pertanto, è stato andare a valutare, su 255 campioni di sangue cordonale, lo stato vitaminico D neonatale in relazione ad alcuni dei fattori di rischio più importanti di ipovitaminosi D in gravidanza: il BMI materno pre-gravidico, la profilassi vitaminica, l’esposizione solare, la nazionalità materna.
È stata evidenziata l’importanza di un’appropriata e completa profilassi, che insieme all’esposizione solare, è in grado di assicurare al neonato livelli di 25(OH)D più adeguati. Per quanto riguarda la nazionalità, i nati da madri non italiane, mostrano concentrazioni medie di 25(OH)D3 significativamente inferiori rispetto ai nati da madri italiane, sottolineando anche l’importanza del fototipo materno nell’ influenzare i livelli di 25(OH)D3 cordonale. Il BMI materno pre-gravidico invece correla negativamente e in maniera significativa con la concentrazione di 25(OH)D3 cordonale, che si riduce all’aumentare del BMI.
Tale studio, inoltre, è andato a valutare anche l’ influenza degli epimeri nella determinazione dello stato vitaminico fetale, e la loro relazione con i fattori di rischio di ipovitaminosi D sopraindicati. L’epimero C-3 della vitamina D è un metabolita con struttura chimica e massa identica alla 25(OH)D, ma con diversa configurazione stereochimica, oltre a essere biologicamente meno attivo. Il C3-epi-25(OH)D3, è significativamente più elevato nei bambini con età < 12 mesi di vita extrauterina, e si riduce progressivamente negli anni successivi.
Per questo motivo, per la valutazione dello stato vitaminico, è stato necessario ricorrere alla spettrometria di massa, il “gold standard” per il dosaggio dei livelli circolanti di 25(OH)D, in grado di separare composti chirali, e quindi la 25(OH)D dal metabolita 3-epi-25(OH)D.
I risultati di tale studio hanno evidenziato che i fattori capaci di influenzare, positivamente o negativamente, i livelli di 25(OH)D3, influenzano in maniera analoga la concentrazione di C3-epimero.
Altro risultato interessante è l’osservazione che la percentuale di C3-epimero, rispetto ai livelli di 25(OH)D3 cordonale, rimane costante (approssimativamente intorno al 15%), indipendentemente da eventuali fattori che possono influenzarne la concentrazione, suggerendo che la 25(OH)D3 cordonale sia la fonte principale di C3-epimero cordonale, che verrebbe quindi generato a livello dell’unità feto-placentare.
È stato ipotizzato che il processo di epimerizzazione sarebbe particolarmente utile durante la vita fetale, periodo in cui il sistema di regolazione della vitamina D non è ancora del tutto sviluppato ed efficace, per ridurre il rischio di fenomeni di tossicità da vitamina D.
Restano da indentificare gli enzimi responsabili della reazione di epimerizzazione, e da chiarire la loro funzione biologica.

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