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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09172018-122249


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
FRANCESCONI, ALESSIO
URN
etd-09172018-122249
Titolo
Neuroinfiammazione nella Malattia di Parkinson: indagine sul ruolo del complesso P2X7R-Inflammasoma NLRP3 in pazienti de novo e controlli sani
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Ceravolo, Roberto
correlatore Prof.ssa Solini, Anna
Parole chiave
  • complesso P2X7R-Inflammasoma NLRP3
  • neuroinfiammazione
  • microglia
  • malattia di Parkinson
  • inflammasoma NLRP3
Data inizio appello
16/10/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/10/2088
Riassunto
La Malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa cronica caratterizzata dalla presenza di sintomi motori cardinali, rappresentati da bradicinesia, rigidità, tremore ed instabilità posturale, e sintomi non motori.
Si ritiene che il processo neurodegenerativo caratteristico della malattia sia indotto dall’aggregazione dell’alfa-sinucleina, che forma le caratteristiche inclusione eosinofile all’interno del citoplasma dei neuroni, definite corpi di Lewy.
Il processo infiammatorio, che in condizioni fisiologiche rappresenta una risposta protettiva innata, è stato recentemente studiato quale fattore favorente la patogenesi dei disturbi neurodegenerativi, inclusa la Malattia di Parkinson. Infatti, la microglia, che costituisce il sistema immunitario innato residente nel Sistema Nervoso Centrale, produce numerosi mediatori dell’infiammazione che possono risultare tossici per le cellule neuronali.
Tra i vari meccanismi di cui si avvalgono le cellule microgliali, il complesso P2X7R-inflammasoma NLRP3 sta assumendo sempre più rilevanza in letteratura: esso rappresenta un importante pathway coinvolto nel riconoscimento di stimoli nocivi e nell’induzione della risposta infiammatoria. Il recettore P2X7R è un canale ionico presente nella membrana plasmatica delle cellule microgliali che, in seguito alla rilevazione di ATP extracellulare, un tipico segnale di danno cellulare, permette l’efflusso di ioni K+, attivando di conseguenza l’inflammasoma NLRP3, un complesso multi-proteico in grado di attivare le citochine pro-infiammatorie IL-1beta e IL-18 mediante l’enzima Caspasi 1: il risultato finale è l’induzione di una risposta infiammatoria, rappresentata da cellule immunitarie, citochine e specie reattive dell’ossigeno.
Numerosi studi hanno descritto uno stato di iperattivazione del complesso P2X7R-inflammasoma NLRP3 in diverse patologie neurodegenerative, inclusa la Malattia di Parkinson. In particolare, si ritiene che l’alfa-sinucleina sia in grado di attivare l’inflammasoma NLRP3 microgliale attraverso vari meccanismi, ed i mediatori pro-infiammatori che risultano da questo processo sembrano contribuire alla neurodegenerazione.
Nel nostro lavoro è stata analizzata l’espressione genica del complesso P2X7R-inflammasoma NLRP3 in una coorte di pazienti con Malattia di Parkinson di nuova diagnosi (de novo), mai trattati farmacologicamente, ed i risultati sono stati confrontati con un gruppo di controllo di soggetti sani, omogenei per età e sesso, con l’obiettivo di indagare il ruolo della neuroinfiammazione nella patogenesi della Malattia di Parkinson.
Dopo 12 mesi dall’inizio della terapia, nel gruppo di pazienti con Malattia di Parkinson è stata nuovamente dosata l’espressione genica del complesso P2X7R-inflammasoma NLRP3 con lo scopo di valutare l’eventuale modifica dell’espressione di tali proteine.
È stata inoltre analizzata l’espressione di NF-kB per escludere vie alternative di attivazione della neuroinfiammazione.
I pazienti con Malattia di Parkinson hanno mostrato una maggiore espressione del complesso proteico P2X7R-inflammasoma NLRP3 rispetto al gruppo di controllo, suggerendo un possibile ruolo del sistema immunitario innato nel processo neurodegenerativo, e supportando l’ipotesi presente in letteratura secondo la quale l’alfa-sinucleina aggregata agisce da attivatore dell’inflammasoma NLRP3, contribuendo così alla patogenesi della Malattia di Parkinson.
L’analisi dopo 12 mesi ha mostrato una riduzione dell’espressione genica del complesso P2X7R-inflammasoma NLRP3 rispetto alla precedente valutazione, suggerendo un possibile ruolo neuroprotettivo dei farmaci dopaminergici attraverso la modulazione dell’inflammasoma e quindi della risposta immunitaria innata.
Questo studio, condotto per la prima volta su una piccola coorte di pazienti con nuova diagnosi di Malattia di Parkinson, ha permesso di dimostrare il possibile ruolo della risposta immunitaria innata quale mediatore della neurodegenerazione, funzione che potrebbe essere modulata dalla terapia dopaminergica.
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