logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09162013-120702


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
SOLDANI, CARLOTTA
URN
etd-09162013-120702
Titolo
Attivita antitumorale dell'endocannabinoide anandamide su cellule di melanoma cutaneo A375
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICHE
Relatori
relatore Dott.ssa Adinolfi, Barbara
relatore Prof.ssa Nieri, Paola
Parole chiave
  • TRPV1
  • COX-2
  • CB1
  • melanoma cutaneo
  • GPR55
Data inizio appello
09/10/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
I composti cannabinoidi, di origine naturale e sintetica (CBs) sono in grado di inibire la proliferazione e di indurre apoptosi in un considerevole numero di linee cellulari tumorali umane, quali linee di glioma, linfoma, tumore del seno, pancreas e del polmone. Tuttavia, i recettori cannabinoidi CB1 e CB2 sembrano non essere gli unici target responsabili della risposta cellulare ad alcuni ligandi cannabinoidi. Per quanto riguarda il melanoma cutaneo, il tumore più aggressivo tra le neoplasie maligne che colpiscono la pelle, caratterizzato da un aumento dell’incidenza negli ultimi decenni, elevata mortalità, alto potere metastatico e una generale refrattarietà ai chemioterapici convenzionali ad oggi sono stati riportati solo pochi studi relativi al ruolo del sistema endocannabinoide sulla proliferazione cellulare. Alla luce di quanto detto e nell’ottica di aumentare le conoscenze relative ai meccanismi alla base dello sviluppo e della progressione di questo tipo di neoplasia per la messa a punto di nuove strategie terapeutiche, scopo del presente lavoro di tesi è stato quello di indagare il contributo dei possibili target responsabili dell’effetto antitumorale dell’endocannabinoide AEA su cellule di melanoma cutaneo umano A375. Il valore di IC50 ottenuto con l’endocannabinoide AEA sulla linea di melanoma cutaneo A375 è 5.65±1.1 I risultati indicano una inibizione della vitalità cellulare indotta dall’endocannabinoide AEA. Sulla base di quanto riportato nella recente letteratura dei livelli di espressione di altri target dei cannabinoidi nella nostra linea cellulare (CB1, TRPV1, PPARα,γ e COX-1) e dei risultati ottenuti testando loro antagonisti specifici, è ragionevole pensare che l’effetto antiproliferativo dell’AEA non sia imputabile esclusivamente all’interazione con uno specifico target, ma il risultato del contributo più o meno marcato di più target.
File