Tesi etd-09162011-214152 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
DEFFENU, DAVIDE
URN
etd-09162011-214152
Titolo
La Pulse Wave Analysis nella valutazione emodinamica perioperatoria in UTI (confronto tra metodi invasivi e non invasivi)
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Palombo, Carlo
Parole chiave
- PCM
- PRAM
- PWA
- Vicorder
Data inizio appello
18/10/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/10/2051
Riassunto
Il monitoraggio emodinamico è fondamentale per la valutazione del paziente in condizioni critiche, quale il paziente in UTI. Il paziente “critico” presenta indicazione ad un monitoraggio emodinamico sia in relazione alla condizione di base (frequente presenza di cardiopatia come comorbidità e/o effetti “cardiovascolari” della patologia acuta – per es.: dystress respiratorio o shock settico) sia in relazione ad interventi farmacologici che inducono variazioni del carico volumetrico e/o di pressione.
Un monitoraggio emodinamico invasivo fornisce informazioni sulla funzione cardiaca tramite misurazioni fisiologiche dirette e la portata cardiaca (CO) è una delle maggiori componenti di tale valutazione.
In ambito intensivologico la metodica di riferimento per la determinazione della portata cardiaca e dell’indice cardiaco è quello della termodiluizione, metodo invasivo che prevede l’inserimento del catetere di Swan-Ganz in arteria polmonare. Essa può essere associata a complicanze, anche severe. Per tali motivi sono stati studiati metodi alternativi e meno invasivi per la misurazione della portata cardiaca, basati sull’analisi della curva pressoria arteriosa, quali il Pressure Recording Analytical Method (PRAM). Il PRAM è basato sull’analisi della forma della curva pressoria e permette la valutazione dello stroke volume (SV) dalla registrazione continua del segnale pressorio, per mezzo di un catetere inserito a livello dell’arteria radiale, quindi in modo meno invasivo e meno rischioso rispetto al metodo della termodiluizione.
Il PRAM prevede l’analisi matematica delle variazioni nel profilo pressorio arterioso, tramite il calcolo, ad ogni ciclo cardiaco, dell’area al di sotto della porzione pulsatile dell’onda pressoria e permette di determinare lo stroke volume.
Obiettivo dello studio. Ricerca di eventuali correlazioni tra parametri emodinamici rilevati dal PRAM per stabilire l’utilità di strumenti basati sulla Pulse Wave Analysis (PWA) come sussidio clinico nella valutazione del paziente critico.
Materiali e metodi. Studio clinico su una popolazione di 20 pazienti ricoverati presso la U.O. Anestesia e Rianimazione IV Univ. I parametri del PRAM e del sistema basato sulla PWA (Vicorder) sono stati misurati in ciascun paziente per un minimo di 3 volte, fino ad un massimo di 6 per verificare la riproducibilità intra-paziente delle misure. I parametri PRAM-derivati sono stati ottenuti per mezzo del sistema Mostcare. Tramite un catetere posizionato in arteria radiale, collegato ad un trasduttore, sono stati acquisiti i segnali pressori ad una frequenza di 1000Hz. Per ogni ciclo cardiaco il PRAM fornisce importanti parametri emodinamici tra cui SV e CO, che sono stati confrontati con altrettanti parametri del sistema basato su PWA.
Risultati. Effettuando l’analisi nell’intera popolazione campionata non sono stati ottenuti dati che soddisfacessero l’obiettivo primario dello studio; in realtà ripetendo l’analisi statistica su un sottogruppo rappresentato dai pazienti con HR < 70bpm (21 misurazioni su 90) sono state ottenute delle correlazioni statisticamente significative, quali una buona correlazione lineare, diretta, sia tra le misure di CO fornite dai due strumenti (con p <0,0001 ed r = + 0,828) che tra le misure di SV (p <0,0001 ed r = +0,854). E ancora, altre correlazioni statisticamente significative ottenute nel medesimo sottogruppo sono quelle tra AIx ed i parametri: Augmentation Pressure: r = +0,864 (dunque r2 = 0,746, con p<0,001); Augmentation Phase Time: r = -0,705 (dunque r2 = 0,497, con p<0,001); Dicrotic Time: r = + 0,678 (dunque r2 = 0,460, con p<0,001); CO misurata con PRAM: r = + 0,638 (dunque r2 = 0,407, con p<0,01); CO misurata con Vicorder: r = + 0,743 (dunque r2 = 0,552, con p<0,001); SV misurata con PRAM: r = + 0,768 (dunque r2 = 0,590, con p<0,001); SV misurata con Vicorder: r = + 0,709 (dunque r2 = 0,502, con p<0,001); P Sistolica misurata con Vicorder: r = + 0,777 (dunque r2 = 0,604, con p<0,001); CCE: r = - 0,634 (dunque r2 = 0,402, con p<0,01).
Conclusioni. In un sottogruppo di pazienti con HR < 70 bpm la metodica PWA si è dimostrata statisticamente affidabile per la determinazione di parametri emodinamici quali SV e CO.
Un monitoraggio emodinamico invasivo fornisce informazioni sulla funzione cardiaca tramite misurazioni fisiologiche dirette e la portata cardiaca (CO) è una delle maggiori componenti di tale valutazione.
In ambito intensivologico la metodica di riferimento per la determinazione della portata cardiaca e dell’indice cardiaco è quello della termodiluizione, metodo invasivo che prevede l’inserimento del catetere di Swan-Ganz in arteria polmonare. Essa può essere associata a complicanze, anche severe. Per tali motivi sono stati studiati metodi alternativi e meno invasivi per la misurazione della portata cardiaca, basati sull’analisi della curva pressoria arteriosa, quali il Pressure Recording Analytical Method (PRAM). Il PRAM è basato sull’analisi della forma della curva pressoria e permette la valutazione dello stroke volume (SV) dalla registrazione continua del segnale pressorio, per mezzo di un catetere inserito a livello dell’arteria radiale, quindi in modo meno invasivo e meno rischioso rispetto al metodo della termodiluizione.
Il PRAM prevede l’analisi matematica delle variazioni nel profilo pressorio arterioso, tramite il calcolo, ad ogni ciclo cardiaco, dell’area al di sotto della porzione pulsatile dell’onda pressoria e permette di determinare lo stroke volume.
Obiettivo dello studio. Ricerca di eventuali correlazioni tra parametri emodinamici rilevati dal PRAM per stabilire l’utilità di strumenti basati sulla Pulse Wave Analysis (PWA) come sussidio clinico nella valutazione del paziente critico.
Materiali e metodi. Studio clinico su una popolazione di 20 pazienti ricoverati presso la U.O. Anestesia e Rianimazione IV Univ. I parametri del PRAM e del sistema basato sulla PWA (Vicorder) sono stati misurati in ciascun paziente per un minimo di 3 volte, fino ad un massimo di 6 per verificare la riproducibilità intra-paziente delle misure. I parametri PRAM-derivati sono stati ottenuti per mezzo del sistema Mostcare. Tramite un catetere posizionato in arteria radiale, collegato ad un trasduttore, sono stati acquisiti i segnali pressori ad una frequenza di 1000Hz. Per ogni ciclo cardiaco il PRAM fornisce importanti parametri emodinamici tra cui SV e CO, che sono stati confrontati con altrettanti parametri del sistema basato su PWA.
Risultati. Effettuando l’analisi nell’intera popolazione campionata non sono stati ottenuti dati che soddisfacessero l’obiettivo primario dello studio; in realtà ripetendo l’analisi statistica su un sottogruppo rappresentato dai pazienti con HR < 70bpm (21 misurazioni su 90) sono state ottenute delle correlazioni statisticamente significative, quali una buona correlazione lineare, diretta, sia tra le misure di CO fornite dai due strumenti (con p <0,0001 ed r = + 0,828) che tra le misure di SV (p <0,0001 ed r = +0,854). E ancora, altre correlazioni statisticamente significative ottenute nel medesimo sottogruppo sono quelle tra AIx ed i parametri: Augmentation Pressure: r = +0,864 (dunque r2 = 0,746, con p<0,001); Augmentation Phase Time: r = -0,705 (dunque r2 = 0,497, con p<0,001); Dicrotic Time: r = + 0,678 (dunque r2 = 0,460, con p<0,001); CO misurata con PRAM: r = + 0,638 (dunque r2 = 0,407, con p<0,01); CO misurata con Vicorder: r = + 0,743 (dunque r2 = 0,552, con p<0,001); SV misurata con PRAM: r = + 0,768 (dunque r2 = 0,590, con p<0,001); SV misurata con Vicorder: r = + 0,709 (dunque r2 = 0,502, con p<0,001); P Sistolica misurata con Vicorder: r = + 0,777 (dunque r2 = 0,604, con p<0,001); CCE: r = - 0,634 (dunque r2 = 0,402, con p<0,01).
Conclusioni. In un sottogruppo di pazienti con HR < 70 bpm la metodica PWA si è dimostrata statisticamente affidabile per la determinazione di parametri emodinamici quali SV e CO.
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