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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09152014-220906


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (3 anni)
Autore
ATTANASI, ANNA
URN
etd-09152014-220906
Titolo
LEISHMANIOSI CUTANEA: PATOGENESI, QUADRI CLINICI, DIAGNOSI, TERAPIA E PREVENZIONE
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
PATOLOGIA E CLINICA DEGLI ANIMALI D'AFFEZIONE
Relatori
relatore Prof. Corazza, Michele
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
28/10/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
INTRODUZIONE



La Leishmaniosi è una zoonosi endemica nei Paesi del bacino del Mediterraneo. La prevalenza in queste zone nel cane varia dal 2% al 15% e i soggetti infetti possono arrivare anche al 50% (Ferrer, 2002).
Il cane rappresenta il principale reservoir della leishmaniosi viscerale dell’uomo. Il flebotomo è il vettore di Leishmania infantum nel Vecchio Mondo e di Leishmania chagasi nel Nuovo Mondo.
Una volta che il cane si infetta, potrà sviluppare o meno la malattia e ciò dipenderà dal tipo di risposta immunitaria che si instaurerà.
La sintomatologia può interessare diversi organi e apparati: ad essere maggiormente colpiti sono occhi, cute, reni, sistema ematopoietico.
La cute rappresenta un interessante apparato coinvolto in corso di Leishmaniosi, in quanto presenta diversi quadri clinici associati ad una diversa risposta immunitaria e, quindi, ad una diversa prognosi.
La manifestazione clinica cutanea più comune è la dermatite esfoliativa con interessamento della regione perioculare, dei padiglioni auricolari, delle estremità e del dorso. Dal punto di vista istopatologico, si osserva una dermatite perivascolare superficiale e un’adenite sebacea, che è il fattore predisponente alla formazione delle caratteristiche scaglie asbestiformi. La densità parassitaria cutanea è scarsa, ciò è dovuto alla forte risposta immunitaria locale che si verifica in corso di dermatite desquamativa.
Sempre secondo l’articolo, la dermatite erosivo-ulcerativa è la seconda forma più comune in corso di leishmaniosi. È caratterizzata da ulcere sulla regione auricolare, sul planum nasale e giunzioni mucocutanee. La formazione delle ulcere è dovuta alla massiva liberazione dei parassiti nel derma, con conseguente trauma locale e danno vascolare. Anche in questo caso, la densità parassitaria è bassa poiché, in seguito al rilascio da parte dei macrofagi infetti di numerosi amastigoti, si crea una severa necrosi infiammatoria con conseguente morte del parassita.
Tra tutte le forme cutanee, la dermatite nodulare è quella in cui si ha la più alta densità di parassiti ed è quindi associata ad una risposta immunitaria inefficace da parte dell’ospite. I noduli sono in genere non ulcerati e possono essere singoli o multipli.
La dermatite papulare è una manifestazione poco comune, in quanto transitoria. Ciò che si osserva sono delle papule multiple, eritematose e ombelicate nelle aree prive di pelo. La densità associata a queste lesioni è bassa e si presume che le papule siano dovute ad una reazione della cute a ripetute punture da parte del flebotomo.
La dermatite pustolosa sterile, infine, è una forma poco comune caratterizzata da pustole piccole con un alone eritematoso, il cui meccanismo patogenetico è tuttora sconosciuto.
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