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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09142019-180107


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
DE PAOLIS, ROBERTA
URN
etd-09142019-180107
Titolo
La confisca di prevenzione italiana ed il Civil Asset Forfeiture americano, tra garantismo ed efficientismo. Prospettive di cooperazione internazionale.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Morgante, Gaetana
correlatore Prof. Vallini, Antonio
Parole chiave
  • Riforma.
  • Unione Europea
  • Regolamento
  • Misure di prevenzione patrimoniali
  • Diritto comparato
  • Confisca di prevenzione
  • Codice Antimafia
  • Common Law
  • Civil Asset Forfeiture
  • Armonizzazione
Data inizio appello
07/10/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
07/10/2089
Riassunto
Il lavoro muove dal confronto tra la confisca di prevenzione italiana ed il Civil Asset Forfeiture americano, con l’intento di indagare se e come le rispettive politiche criminali assicurino un adeguato bilanciamento tra i principi di efficientismo e garantismo.
Una simile scelta sorge, da una parte, dall’evidenza storica per cui i due ordinamenti sono stati i primi a prendere coscienza dell’emergere di un particolare associazionismo criminale basato sul controllo del mercato; dall’altra, dalla circostanza che si tratta di fenomeni che oramai contaminano l’economia legale su scala internazionale. Alla luce di un contesto di tale portata, il legislatore moderno ha elaborato degli strumenti diretti all’ablazione dei profitti illecitamente accumulati attraverso forme di incapacitazione economica, le quali hanno ricevuto una rinnovata attenzione a causa del progressivo ampliamento del loro raggio di azione. In questa direzione, le similitudini tra la confisca di prevenzione italiana ed il civil asset forfeiture statunitense, consentono di definire meriti e limiti degli strumenti preventivi patrimoniali in termini di efficienza e di compatibilità con i fondamentali principi di uno Stato di diritto.
In altre parole, ci si interroga su quali siano le misure che prevengono ed ostacolano in maniera effettiva e legittima criminalità estese e delocalizzate, fortemente basate sul reinvestimento di capitali illeciti mediante sofisticate speculazioni finanziarie e veloci transazioni internazionali. Una comparazione di questo tipo risponde coerentemente allo scopo ultimo del lavoro, ossia evidenziare come il contrasto all’infiltrazione criminale nell’economia può essere più adeguatamente conseguito all’interno di una prospettiva di cooperazione internazionale e di implementazione degli strumenti di prevenzione.
A livello metodologico il lavoro prende le mosse da un’analisi dello stato dell’arte inerente l’istituto italiano e quello americano, affrontandone in maniera speculare l’evoluzione storica, le caratteristiche sistematiche e le criticità alla luce delle più recenti riforme. All’interno di quest’ultimo quadro, si prendono doverosamente in considerazione gli orientamenti in materia della dottrina e della giurisprudenza – nazionale e sovranazionale - sino a coinvolgere profili di analisi economica del diritto. L’approccio comparatistico permette dunque di valutare la paradigmaticità del civil asset forfeiture quale strumento di una politica criminale che pare sacrificare sull’altare dell’efficienza repressiva alcuni principi fondamentali di garanzia del sistema penale. L’analisi delle previsioni statunitensi rappresenta dunque il canale attraverso il quale affrontare in chiave critica il ruolo e la missione del diritto penale attribuiti dal legislatore italiano nell’ambito della prevenzione. Infine, si considera l’opportunità di consegnare la sfida del contrasto di determinate categorie criminali alla cooperazione intergovernativa, con particolare attenzione al profilo europeo.
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