Tesi etd-09132022-153735 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TELESCHI, GIULIA
URN
etd-09132022-153735
Titolo
Sistemi di valutazione delle performance nelle imprese teatrali
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Castellano, Nicola Giuseppe
Parole chiave
- analisi
- arte
- attività musicale
- azienda
- Baumol
- budget
- Colbert
- controllo
- cultura
- danza
- decreto
- diritto
- enti
- fondazione lirico-sinfonica
- fondo unico per lo spettacolo
- fus
- gestione
- imprese
- indicatori
- kpi
- legge
- Legge Corona
- lirica
- management
- misurazione
- organizzazione
- organizzazioni no-profit
- performance
- performing arts
- pianificazione
- Porter
- privato
- programmazione
- prosa
- pubblico
- settore teatrale
- stakeholder
- strategia
- teatro
- Teatro alla Scala
- teatro di tradizione
- Teatro Verdi
- trasformazione
- valutazione
Data inizio appello
03/10/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Lo scopo della tesi è quello di validare l’utilità dei sistemi di misurazione delle performance all’interno delle imprese teatrali, per trarre elementi utili a valutare il grado di sviluppo dei sistemi di valutazione delle performance, nonché dei sistemi utilizzati per verificare gli equilibri economico, finanziari e patrimoniali, alla luce dei fattori contingenti e delle articolate e complesse specificità che caratterizzano il contesto di tali imprese.
Le organizzazioni di tipo artistico-culturale rientrano a pieno titolo nelle definizioni di “azienda” prevalentemente condivise in dottrina e sono, pertanto, equiparabili ad altre attività di tipo imprenditoriale, seppure con delle particolarità legate, tra le altre, alla peculiare finalità. Partendo da queste premesse, nel primo capitolo viene inserita la distinzione operata da F. Colbert (1993) tra imprese artistico - commerciali e imprese artistico – culturali, così da poter concentrare l’analisi su quest’ultime e, in particolare, sul cosiddetto teatro “colto”. Si è proseguito con un tentativo di analisi del settore utilizzando il famoso schema delle cinque forze competitive di M. Porter, prendendo in considerazione anche alcune delle debolezze strutturali indicate in letteratura, tra cui il “Morbo di Baumol”. L’analisi ha permesso di evidenziare l’importanza di un indirizzo strategico e la conseguente impostazione programmatica della gestione, per far sì che l’impresa continui ad operare in una logica di going concern, con la consapevolezza di gestire al contempo iniziative a salvaguardia e rafforzamento dei KPI (anche legati a fattori intangibili), di importanza strategica per i processi di creazione di valore nei confronti delle varie categorie di stakeholder.
Il secondo capitolo della tesi illustra una sintesi del quadro normativo di riferimento, opportuno per riflettere sulla natura pubblica/privata della maggior parte dei teatri attivi nel nostro territorio nazionale. L’attenzione si è rivolta in particolare sui seguenti interventi: Legge n.163 del 30 aprile 1985 che ha istituito il Fondo Unico per lo Spettacolo; Legge 800/1967, nota come “Legge Corona”, che ha introdotto una classificazione all’interno del settore teatrale; Decreto Legislativo n. 367/1996 (Disposizioni per la trasformazione degli enti che operano nel settore musicale in fondazioni di diritto privato).
Il terzo capitolo è incentrato sul processo di pianificazione, programmazione e controllo all’interno delle imprese teatrali e descrive in particolare le connotazioni che può assumere il budget in relazione all’attività svolta e alla natura dei costi e dei ricavi.
Nel quarto capitolo sono presentati i casi aziendali del Teatro alla Scala di Milano e del Teatro Verdi di Pisa. La scelta di optare per due realtà che svolgono attività simili, ma che hanno caratteristiche strutturali e dimensionali differenti, trova fondamento nella necessità di comprendere le diverse dinamiche di sviluppo dei sistemi di controllo di gestione al variare delle caratteristiche interne all’impresa teatrale.
Le organizzazioni di tipo artistico-culturale rientrano a pieno titolo nelle definizioni di “azienda” prevalentemente condivise in dottrina e sono, pertanto, equiparabili ad altre attività di tipo imprenditoriale, seppure con delle particolarità legate, tra le altre, alla peculiare finalità. Partendo da queste premesse, nel primo capitolo viene inserita la distinzione operata da F. Colbert (1993) tra imprese artistico - commerciali e imprese artistico – culturali, così da poter concentrare l’analisi su quest’ultime e, in particolare, sul cosiddetto teatro “colto”. Si è proseguito con un tentativo di analisi del settore utilizzando il famoso schema delle cinque forze competitive di M. Porter, prendendo in considerazione anche alcune delle debolezze strutturali indicate in letteratura, tra cui il “Morbo di Baumol”. L’analisi ha permesso di evidenziare l’importanza di un indirizzo strategico e la conseguente impostazione programmatica della gestione, per far sì che l’impresa continui ad operare in una logica di going concern, con la consapevolezza di gestire al contempo iniziative a salvaguardia e rafforzamento dei KPI (anche legati a fattori intangibili), di importanza strategica per i processi di creazione di valore nei confronti delle varie categorie di stakeholder.
Il secondo capitolo della tesi illustra una sintesi del quadro normativo di riferimento, opportuno per riflettere sulla natura pubblica/privata della maggior parte dei teatri attivi nel nostro territorio nazionale. L’attenzione si è rivolta in particolare sui seguenti interventi: Legge n.163 del 30 aprile 1985 che ha istituito il Fondo Unico per lo Spettacolo; Legge 800/1967, nota come “Legge Corona”, che ha introdotto una classificazione all’interno del settore teatrale; Decreto Legislativo n. 367/1996 (Disposizioni per la trasformazione degli enti che operano nel settore musicale in fondazioni di diritto privato).
Il terzo capitolo è incentrato sul processo di pianificazione, programmazione e controllo all’interno delle imprese teatrali e descrive in particolare le connotazioni che può assumere il budget in relazione all’attività svolta e alla natura dei costi e dei ricavi.
Nel quarto capitolo sono presentati i casi aziendali del Teatro alla Scala di Milano e del Teatro Verdi di Pisa. La scelta di optare per due realtà che svolgono attività simili, ma che hanno caratteristiche strutturali e dimensionali differenti, trova fondamento nella necessità di comprendere le diverse dinamiche di sviluppo dei sistemi di controllo di gestione al variare delle caratteristiche interne all’impresa teatrale.
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