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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09112014-125009


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CLINCA, SILVIA
URN
etd-09112014-125009
Titolo
La posizione dello psichiatra nel quadro della responsabilità penale del medico
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Padovani, Tullio
Parole chiave
  • responsabilità penale psichiatra
Data inizio appello
10/10/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi analizza i profili di responsabilità penale dello psichiatra alla luce della riforma della
legislazione psichiatrica del 1978.
Obiettivo del lavoro è quello di trovare una collocazione sistematica dello specialista in
psichiatria nell’ambito generale della responsabilità penale del medico: in seguito
all’abbandono del modello “custodialistico” (che trovava la sua ipostasi nella struttura del
manicomio), l’approccio giurisprudenziale nei confronti del professionista in questione ha
acquisito connotati ambigui, in bilico tra la rivendicazione della funzione esclusivamente
terapeutica dell’attività psichiatrica e l’imposizione di compiti di sorveglianza e/o vigilanza
volti al contenimento delle possibili manifestazioni di auto ed eteroaggressività del malato.
La prima parte della tesi mira ad evidenziare le peculiarità del settore della psichiatria e la
necessità di una sua analisi autonoma. Per comprendere la genesi dei problemi esegetici che si
affrontano nell’elaborato, si ripercorre in prospettiva diacronica l’evoluzione della legislazione
psichiatrica, per poi verificare la ricezione giurisprudenziale dei nuovi principi introdotti.
Centrale nell’indagine è la delimitazione del contenuto e dell’estensione degli obblighi
gravanti sullo psichiatra, che si atteggia in termini particolarmente problematici nell’ambito
della responsabilità omissiva: si propone una soluzione interpretativa al dilemma della
classificazione della posizione di garanzia del terapeuta come posizione di protezione o di
controllo, in linea con il nuovo approccio legislativo ed i principi generali dell’ordinamento.
Un nodo estremamente problematico nella valutazione della responsabilità colposa del
medico, sia nel caso di gesti auto che eteroaggressivi, riguarda la possibilità di prevedere i
comportamenti del paziente psichiatrico. S’individuano, attraverso un confronto con la casistica
giurisprudenziale e le statistiche epidemiologiche, le ipotesi in cui possano riscontrarsi
ragionevoli margini di prevedibilità dell’atto lesivo.
Si passa poi alla spinosa questione dell’enucleazione delle regole cautelari in materia e si
valuta la prospettiva di canonizzazione delle stesse mediante protocolli e linee guida sotto il
profilo della sua possibilità ed opportunità.
Ci si sofferma in seguito sul punctum dolens della responsabilità penale dello psichiatra:
l’accertamento del nesso di causalità tra la condotta del terapeuta e il gesto lesivo del malato
psichiatrico. Si vaglia la fondatezza delle critiche della dottrina in merito alla creazione
giurisprudenziale, in questo settore della responsabilità medica, di un modello d’imputazione
fondato sull’omessa minimizzazione del rischio. È in seguito analizzata, in particolare sotto il
profilo della causalità, la responsabilità dello psichiatra per gli atti eteroaggressivi del paziente
per interrogarsi in merito alla plausibilità del concorso colposo nel reato doloso del paziente o
della qualificazione della responsabilità del professionista in chiave monosoggettiva.
L’ultima parte del lavoro è dedicata al profilo della libertà di autodeterminazione del
paziente psichiatrico. Si analizzano in primo luogo l’assetto attuale del trattamento sanitario
obbligatorio, la sua connotazione teleologica, i profili critici della disciplina e i possibili risvolti
penalistici dell’omissione/rifiuto del TSO da parte dello psichiatra. Ci s’interroga infine sulle
peculiarità del consenso informato del paziente psichiatrico e sulle sue ripercussioni
penalistiche.
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