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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09112013-224638


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
TESI, LORENZO
URN
etd-09112013-224638
Titolo
Cistectomia radicale e neovescica ortotopica nella donna: risultati oncologici e funzionali
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Selli, Cesare
Parole chiave
  • urotelio
  • neovescica
  • neovescica nella donna
  • carcinoma uroteliale
  • carcinoma vescicale
  • vescica
  • cistectomia radicale
  • cistectomia
  • cistectomia
Data inizio appello
15/10/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
1.1 – Scopo della Tesi

La cistectomia radicale è da molti anni l’intervento più efficace nel trattamento del carcinoma della vescica, ed è il trattamento di scelta sia nell’uomo sia nella donna.
Il nostro studio vuole comparare i risultati oncologici e funzionali delle pazienti, sottoposte all’intervento di cistectomia radicale e ricostruzione di neovescica ortotopica secondo Studer presso il nostro Centro, con i risultati pubblicati in letteratura, dimostrandone la fattibilità e il buon impatto sulla qualità della vita.
1.2 – Materiali e Metodi

Sono state prese in esame 11 pazienti di sesso femminile sottoposte a cistectomia radicale e ricostruzione di neovescica ortotopica secondo Studer presso la nostra unità operativa dal Gennaio 2001 a Luglio 2013.
Tutte le pazienti avevano indicazione alla cistectomia radicale per carcinoma vescicale.
Abbiamo sottoposto alle pazienti, sempre tramite colloquio telefonico, il questionario validato FACT-Bl per indagare la qualità della vita.
Abbiamo recuperato gli esami uroflussometrici delle pazienti continenti e in minzione spontanea.
Abbiamo confrontato i dati relativi alla mortalità, alle complicanze post-operatorie e alla funzionalità della neovescica con i dati presenti in letteratura.
1.3 – Risultati e Discussione

L’età media delle 11 pazienti al momento dell’intervento era di 60,82 anni (43-79).
Il follow-up medio è stato di 63,3 mesi (±37) con una mediana di 60 mesi (IQR 31,5).
Il tempo di degenza delle pazienti è stato in media di 16 giorni (±0,7), con una mediana di 17 giorni.
Nella nostra serie abbiamo avuto solo 3 (27,2%) complicanze, a fronte di risultati in letteratura che riportano un tasso di complicanze dal 22% al 62,8%.
La sopravvivenza a 5 anni è del 77%; in letteratura si va dall’82,9% al 58%.
La continenza globale a lungo termine è dell’81,8%, a fronte di dati in letteratura che riportano una continenza diurna dal 77% al 90% e notturna dal 57% all’83,8%.
L’utilizzo di cateterismo intermittente nella nostra serie si attesta al 54,6%, in letteratura va dal 20% al 58%.
Utilizzando il questionario validato FACT-Bl sono state acquisite informazioni sulla qualità della vita. Comparati al range di punteggi possibili, le pazienti mostrano buoni risultati per quanto riguarda il benessere fisico (PWB), sociale (SWB), funzionale (FWB) e per quanto riguarda le sequele dell’intervento chirurgico (BlCS, FACT-G, FACT-Bl).
Meno buoni sono i risultati del benessere emotivo (EWB), con la maggior parte delle pazienti che mostra ancora preoccupazione nei confronti della malattia e della sua possibile evoluzione.
Le pazienti che avevano più di 50 anni al momento dell’intervento presentano punteggi migliori di qualità della vita, e questa differenza è statisticamente significativa.
1.4 – Conclusioni

Il nostro studio ha registrato una bassa incidenza di complicanze nel campione, probabilmente dovuto all’accurata selezione delle pazienti.
I risultati funzionali mostrano un ottimo livello di continenza sia diurna che notturna.
Abbiamo però un elevato numero di pazienti che necessitano del cateterismo intermittente per vuotare la neovescica (54,6%).
Sono stati recuperati i risultati uroflussometrici delle pazienti continenti e in minzione spontanea che mostrano una buona funzionalità delle neovesciche, con valori soddisfacenti di flusso massimo e volume vuotato.
Nel complesso i punteggi del questionario sulla qualità della vita sono discreti. I punteggi più alti sono stati registrati nelle pazienti più anziane. Questo, nei limiti dell’esiguità del campione, può essere dovuto al minore impatto dell’intervento sulla vita attiva di queste pazienti.
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