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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09112009-111205


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
FABIANI, BARBARA
URN
etd-09112009-111205
Titolo
Validazione di una metodica per la valutazione del danno precoce al DNA mediante ricerca di foci gamma-H2AX in linfociti T
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE BIOMOLECOLARI
Relatori
relatore Prof. Scarpato, Roberto
Parole chiave
  • DSB
  • foci gamma-H2AX
  • linfociti T
Data inizio appello
28/09/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/09/2049
Riassunto
Numerosi studi descritti in letteratura hanno dimostrato che le rotture a doppia elica nel DNA inducono la fosforilazione dell’istone H2AX nella serina in posizione 139 visualizzabile nel nucleo sotto forma di foci ben distinti (foci γ-H2AX). La metodica si basa sull’uso di anticorpi specifici che riconoscono solo l’istone fosforilato. Tuttavia la maggior parte di questi studi descrive metodiche condotte su fibroblasti, sezioni di tessuti cancerosi o linee cellulari. Scopo del presente studio è, pertanto, la messa a punto di una metodica di immunofluorescenza per la determinazione del danno precoce al DNA mediante la ricerca di foci γH2AX utilizzando, quale target cellulare, linfociti T di sangue periferico umano. Gli esperimenti di immunofluorescenza sono condotti sia in cellule non stimolate sia in cellule stimolate con fitoemoagglutinina per 2 ore e mezzo. Oltre alla valutazione del danno spontaneo al DNA, nel caso dei linfociti stimolati si procede al trattamento delle colture in fase G0 con il il farmaco radiomimetico bleomicina. La successiva validazione della metodica è condotta su tre gruppi d’individui:
I. soggetti di età compresa tra i 24 e i 30 anni provenienti dalla Bielorussia che hanno sofferto in età pediatrica di carcinomi e noduli tiroidei come conseguenza dell’esplosione della centrale nucleare di Chernobil;
II. pazienti affetti da neoplasie ematologiche sottoposti a chemioterapia da utilizzare come controlli positivi;
III. soggetti sani da utilizzare come gruppo di controllo negativo.

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