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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09062008-175359


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
DE SERIO, ALESSANDRA
URN
etd-09062008-175359
Titolo
Inibitori acquisiti del FVIII e FIX in pazienti non emofilici: successo terapeutico con farmaci immunosoppressori e antitrombotici
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Prof. Carmassi, Franco
Parole chiave
  • emofilia acquisita
  • FIX
  • FVIII
  • inibitori
Data inizio appello
25/09/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
Gli inibitori acquisiti del FVIII e FIX sono autoanticorpi in grado di neutralizzare la funzione del FVIII e FIX nella cascata coagulativa con conseguenti disordini emorragici. La presenza di tali inibitori definisce un quadro patologico denominato emofilia acquisita per la somiglianza con l’emofilia congenita. Anche in quest’ultima si possono sviluppare degli inibitori, quale complicanza della terapia sostitutiva, che rendono più problematica la gestione dei sanguinamenti.
L’emofilia acquisita ha una bassa incidenza (0.2-4/1˙000˙000) con un primo e più ampio picco nella popolazione anziana, nella quale peraltro entrano in gioco elementi confondenti ai fini della diagnosi e la necessità di un più attento approccio terapeutico per la possibile presenza di comorbidità, e un secondo picco in giovani donne nel post-partum. Nel 50-60% dei casi è idiopatica, nel rimanente è associata a svariate condizioni sottostanti.
Il sospetto diagnostico è formulato sul riscontro di un aPTT allungato con normale PT, TT e conta piastrinica in un paziente con manifestazioni emorragiche e senza storia familiare o personale di disordini di tale natura. La non correzione dell’aPTT con l’incubazione del plasma del paziente con plasma normale (1:1, per 2 ore a 37°C), l’attività del FVIII e/o FIX ridotta e titolo degli inibitori espresso in Unità Bethesda permettono di confermare la diagnosi.
I meccanismi che portano allo sviluppo degli inibitori sono complessi e molti più studi sono stati condotti in relazione allo sviluppo di inibitori nell’emofilia congenita.
La terapia si articola in 2 fasi: gestione del sanguinamento acuto e terapia immunosoppressiva mirante all’eradicazione degli autoanticorpi. Nella prima fase i presidi utilizzati comprendono DDAVP, agenti antifibrinolitici, pdFVIII o rFVIII, rFVIIa, aPCC. Nella seconda fase possono essere impiegati prednisone, ciclofosfamide, azatioprina, 2-CDA, vincristina, rituximab, Ig ev ad alte dosi. Terapia di salvataggio è l’immunoadsorbimento extracorporeo alla proteina A stafilococcica.
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