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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09052014-162522


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
NERI, ELISABETTA
URN
etd-09052014-162522
Titolo
Valutazione a breve termine di due differenti approcci chirurgici nella protesi d'anca: via anteriore diretta e via postero laterale.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Lisanti, Michele
Parole chiave
  • esperienza pisana
  • hip
  • approach
Data inizio appello
23/09/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
La sostituzione protesica dell’anca è stata definita dal Lancet come l’intervento del secolo. Questo intervento ha rivoluzionato la gestione dei pazienti anziani costretti altrimenti all’immobilizzazione, ed ha avuto ottimi risultati a lungo termine. Oggi, la chirurgia protesica dell’anca, rappresenta una speranza anche per i pazienti giovani, come mezzo per ripristinare la loro qualità di vita, che include in genere le attività fisicamente impegnative.1
I primi tentativi di sostituzione protesica risalgono alla fine dell’800; tali interventi ebbero risultati scadenti, principalmente legati alla qualità dei materiali utilizzati ed alla approssimazione chirurgica.
Nel 1938 Smith-Petersen introdusse una lega di cromo – cobalto (vitallium) e tale materiale, grazie alla sua resistenza e tollerabilità, diede una grande spinta alla ricerca in questo tipo di chirurgia.
La svolta epocale si ebbe però negli anni ’60 quando Sir John Charnley iniziò ad affrontare il problema dell’articolazione protesica basandosi su più precisi principi biomeccanici. E’ a questo chirurgo infatti che si riconosce la paternità della moderna chirurgia protesica con l’introduzione del polietilene al posto del teflon come superficie di scorrimento sulla testina metallica, il tutto saldamente ancorato all’osso con cemento (polimetilmetacrilato PMMA).
Cavalcando l’indiscusso successo di tale procedura chirurgica sul finire degli anni ‘70 ma soprattutto lungo il corso degli anni ‘80 si intensificarono le ricerche in campo protesico e moltissimi furono i modelli realizzati in questo periodo.
Allo sviluppo dei nuovi materiali è andato di pari passo la messa a punto di vari approcci chirurgici all’articolazione dell’anca. Ognuna di queste “vie d’accesso all’anca” è caratterizzata da propri vantaggi e svantaggi, richiedendo strumentari ed abilità tecniche differenti.
Questo lavoro svolto presso la I Clinica Ortopedica di Pisa diretta dal Prof. M. Lisanti, è volto a confrontare i risultati clinici e radiografici a breve termine tra l’accesso posterolaterale secondo Gibson-Moore modificato e l’accesso anteriore secondo Smith-Petersen.
A tale scopo, sono stati arruolati due gruppi omogenei di Pazienti sottoposi ad intervento chirurgico di protesi d’anca utilizzando le 2 differenti vie e sono stati raccolti dati clinici strumentali come i valori di emoglobina, il dolore, misurato con la scala VAS alla dimissione, a 2 mesi e a 6 mesi, e le capacità funzionali recuperate come escursione motoria e come abilità nelle attività quotidiane attraverso l’Harris Hip Score e lo WOMAC score. Sono stati inoltre valutati i risultati radiografici, le tempistiche operatorie e le eventuali complicanze.
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