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Il rischio biologico è uno dei rischi più importanti in ambito sanitario. Esso interessa sia gli operatori sanitari (OS), potendo produrre infezioni occupazionali, sia i pazienti ricoverati, producendo il noto fenomeno delle infezioni nosocomiali. Spesso le infezioni occupazionali e le infezioni nosocomiali hanno origini e trasmissione crociata per cui è necessario studiare il fenomeno e mettere in atto le necessarie misure preventive in maniera sinergica.
Il rischio di infezione nosocomiale od occupazionale è legato all’incidenza della popolazione generale, ma anche alla proporzione di operatori sanitari (OS) suscettibili, privi di copertura anticorpale verso una specifica infezione.
La mancanza di immunizzazione degli operatori sanitari nei confronti di malattie infettive per le quali esistono vaccini efficaci, aumenta da un lato il rischio occupazionale di contrarre malattia nei confronti di questi patogeni e dall’altro solleva la problematica da anni oggetto di discussione, relativa al rischio verso terzi.
Il D.Lgs 81/08 e il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale rappresentano la base legislativa delle vaccinazioni per i lavoratori a rischio, tra cui gli operatori sanitari; alla luce di tali direttive lo studio di seguito illustrato ha valutato la situazione dello stato di immunizzazione/suscettibilità nei confronti di Morbillo, Parotite e Rosolia (la cui eventuale vaccinazione in caso di uno stato di non immunizzazione è definita indispensabile dal PNPV) di una popolazione costituita da operatori sanitari (medici, medici specializzandi, infermieri, oss) e studenti del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie che sono venuti in contatto direttamente o indirettamente con un soggetto con diagnosi di Morbillo, al fine di contenere il pericolo di contagio.
Alla fine dello studio sono emerse alcune criticità legate al ruolo del Dirigente nei confronti del dipendente e dell’utenza; infatti un lavoratore esposto a rischio biologico, come gli operatori sanitari, che lavori senza l’opportuna copertura vaccinale rappresenta per il Datore di Lavoro un pericolo permanente e conoscibile che lo obbliga ad attivarsi e ridurre prontamente il rischio che ne deriverebbe.
In questo contesto il Dirigente, a cui spetta l’ottemperanza di quanto previsto dal D.Lgs 81/08 in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, si trova di fronte al problema di tutelare la salute del lavoratore dal rischio biologico e nello stesso tempo a dover tutelare eventuali terzi (altri operatori o utenti) dall’esposizione al rischio biologico da parte di un operatore senza adeguata copertura vaccinale.
Nell’esperienza dell’AOUP (Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana) ma anche da quelle di quasi tutte le altre realtà sanitarie italiane, i dati raccolti in merito alla copertura vaccinale degli operatori sanitari risultano ancora essere bene lontani dall’obiettivo di raggiungere la “herd immunity” prefissato dal PNPV per il 2018.
Oltre alla proposta di implementare la campagna di offerta vaccinale con corsi di informazione e formazione obbligatori e la consegna di materiale esplicativo al fine di facilitare l’accesso alla pratica di vaccinazione sarebbe auspicabile la possibilità di promuovere ad obbligatorie le vaccinazioni per Morbillo-Parotite-Rosolia per il personale sanitario.