ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-09032015-112610


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GALLI, MARTINA
URN
etd-09032015-112610
Titolo
Dentro il castello dei destini incrociati: la responsabilità degli enti da autoriciclaggio
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Morgante, Gaetana
Parole chiave
  • responsabilità degli enti
  • problematiche dogmatiche e applicative
  • autoriciclaggio
Data inizio appello
28/09/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/09/2085
Riassunto
Il presente lavoro si propone di saggiare il complesso di interazioni che nascono dall’introduzione, con la l. n. 186/2014, del delitto di autoriciclaggio nel catalogo dei reati di cui è chiamato a rispondere l’ente collettivo ai sensi del d.lgs. 231/2001. L’indagine si sviluppa come una sorta di “esperimento giuridico”, dove la traccia è rappresentata dalla valutazione prospettica dei rischi che, sul piano dogmatico come su quello applicativo, la previsione di una responsabilità degli enti da autoriciclaggio potrebbe determinare.
Prima di addentrarsi nel castello dei (possibili) effetti perversi generati dal fatale incontro tra le due discipline del d.lgs. 231/2001 e del delitto di autoriciclaggio, esse dovranno essere prese in esame separatamente, nei loro aspetti sostanziali e processuali.
L’analisi prenderà le mosse dal sistema della responsabilità degli enti, il quale, ancorché sufficientemente rodato, sembra non aver ancora raggiunto una piena stabilità, sempre esposto ad oscillazioni giurisprudenziali e a continui interventi legislativi. Indagate le ragioni che hanno condotto alla responsabilizzazione dell’ente per i reati commessi da soggetti ad esso intranei, si passerà all’approfondimento del d.lgs. 231/2001 negli aspetti strutturali – con particolare attenzione ai criteri, oggettivi e soggettivi, di ascrizione della responsabilità – e nei principi che lo attraversano, primo tra tutti quello di legalità. Passando per l’osservazione dell’impianto sanzionatorio, alcune note processualistiche consentiranno infine di ricostruire il procedimento di accertamento della responsabilità dell’ente, governato dal principio del simultaneus processus e ricalcato su quello previsto dal codice di procedura penale per la persona fisica.
Lo studio si sposterà dunque sulla fattispecie di autoriciclaggio (art. 648-ter.1 c.p.), la cui previsione codicistica costituisce per il nostro ordinamento un novum dagli esiti interpretativi in gran parte ancora sconosciuti e incerti. Una sorta di cronistoria consentirà di studiare l’autoriciclaggio dalle sue origini fino all’attualità: si potrà così osservare come tale delitto, pur essendo geneticamente connesso alle fattispecie di riciclaggio e reimpiego, ne rappresenti allo stesso tempo il superamento, consentendo finalmente di punire l’autore del reato presupposto - un tempo coperto dal c.d. “privilegio di autoriciclaggio” - che abbia provveduto a sostituire, trasferire e impiegare i proventi illeciti, in modo tale da ostacolare il paper trail. La fattispecie di nuovo conio sarà esaminata nei suoi profili intertemporali e nei suoi elementi strutturali, nel tentativo di decifrare i contenuti di un dettato legislativo in certe sue parti davvero oscuro. Il massimo sforzo interpretativo sarà, tuttavia, impiegato nel momento in cui si vorrà provare a sciogliere l’intricatissima rete di rapporti tra autoriciclaggio e fattispecie di “vecchia generazione”, dove evidentissime aporie faranno emergere l’irragionevolezza di un sistema alluvionale e totalmente difettoso nel coordinamento normativo.
Dopo questa prima fase di “osservazione”, cui saranno dedicati i primi due capitoli, l’ “esperimento” giuridico potrà avviarsi, con il terzo capitolo, alla formulazione di “ipotesi” intorno ai possibili esiti dogmatici e applicativi della responsabilità degli enti da autoriciclaggio, la quale fomenta ragguardevoli problemi interpretativi. Si allude, in particolar modo, al tema dei reati-fonte (è dubbio se l’ente possa rispondere di autoriciclaggio anche quando il reato-base sia un “qualsiasi delitto non colposo” estraneo al catalogo dei reati presupposto 231) e al problema dell’identità soggettiva tra autore di questi ultimi e condotta di autoriciclaggio (non è chiaro se l’ente possa rispondere di autoriciclaggio solo quando reato-fonte e autoriciclaggio siano posti in essere dalla stessa persona fisica, oppure se, in termini funzionali, l’identità della persona fisica non sia coessenziale alla configurazione dell’autoriciclaggio, fermo l’interesse e vantaggio dell’ente in entrambi gli illeciti).
Delineati i possibili scenari, saranno elaborate delle soluzioni che abbiano l’intento di contemperare pretese repressive ed esigenze di salvaguardia dei principi e delle garanzie che informano il sistema 231 e, più in generale, la materia penale in quanto tale.
Gli approfondimenti brevemente presentati saranno per necessità affidati ad un approccio tutto congetturale, in attesa delle prime pronunce della giurisprudenza, le quali soltanto consentiranno – come da metodo popperiano – di sottoporre le ipotesi in questa sede formulate al momento della propria verificazione.  

This work has the aim of exploring the complex interactions arising from the introduction, with the law n. 186/2014, of the self-laundering crime (art. 648-ter.1 c.p.), in the list of offences, which the corporation is responsible of, in light of the d.lgs. 231/2001.
The research develops as a sort of “juridical experiment”, where the plot is represented by the perspective evaluation of the risks, both at the dogmatic and applicative level, likely to be determined by the assessment of institutional self-laundering responsibility.
Before entering into the house of cards of the (possible) perverted effects fostered by the fatal encounter between the d.lgs. 231/2001 and the art. 648-ter.1 c.p., the two topics should be separately analysed, in their substantial and procedural aspects.
The analysis will start from the corporate criminal liability, which, despite being enough well-adjusted, seems not to have achieved an absolute stability, always facing jurisprudential oscillations as well as constant legislative interventions. After having explored the reasons leading to the legal entities investment with responsibility for crimes committed by internal subjects, we will move to the in depth analysis of the structural facets of the d.lgs. 231/2001 – with particular attention to both the subjective/objective imputation criteria and of its main fundamental principles, such as the “legality” one. Moving to the observation of the system of sanctions, some procedural notes will finally allow to rebuild the procedure of corporate liability “ex crimine” assessment, ruled by the principle of simultaneus processus, and recalculated on the basis of what is provided by the criminal procedure code for the physical subject.
This study will then move to the self-laundering crime (art. 648-ter.1 c.p.), whose codistic prevision constitutes a novum for our legal system, with uncertain and partially unknown effects. A kind of chronicle will allow studying the self-laundering topic since its origin until nowadays. Thus, we will be able to observe how this crime, despite being genetically linked to the crime of money- laundering, represents at the same time its overcoming, enabling to finally punish the author of the crime – once covered by the so called “self-laundering privilege” – who has substituted, transferred and used the profits made from criminal activities, so to interfere with the paper trail. The brand-new offence will be examined in its inter-temporal profiles and structural elements, in the attempt of deciphering the contents of a law really unclear in some parts. However, the maximal explanatory effort will be focused on the attempt of disentangling the very intricate net of relationships between self-laundering and “old fashioned” crimes, where very evident aporias will let emerge the irrationality of an alluvial system, totally defective in the normative coordination.
After this first part of “observation”, which the first two chapters will be dedicated to, the juridical “experiment” will be developed in the third chapter, formulating some “hypotheses” around the dogmatic and applicative outcomes of the corporate liability ex self-laundering, which gives birth to significant interpretative problems. We particularly refer to the source-crime theme (it is uncertain whether the institution may legally respond of self-laundering, even though the source-crime would be “any intentional crime” and thus not included in the list of crimes 231) and to the problem of subjective identity between the author of the latter crimes and self-laundering behaviour (it is not clear whether the institution may legally respond only when the source-crime and self-laundering would be generated by the same physical subject, or, alternatively, in functional terms, the identity of the physical subject would not be coessential to the self-laundering configuration, being present the interest and advantage of the institution in both crimes).
Outlined the possible scenarios, we will elaborate the solutions, whit the aim of reconciling the repressive claims to the need of saving the principles and guarantees linked to the 231 system and more in general to the penal matter itself.
The in depth analysis hereby shortly presented, will be necessarily developed through a completely speculative approach, waiting for the first judgments, which will eventually and definitely allow – as from the Popper methodology – to verify the hypotheses formulated in this manuscript.
File