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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-09022019-094244


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PALMA, MARCO
URN
etd-09022019-094244
Titolo
Ultra-High Frequency Ultrasound(UHFUS) nella sclerosi sistemica: applicazioni vascolari e cutanee
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Caramella, Davide
correlatore Dott. Vitali, Saverio
Parole chiave
  • UHFUS
  • sclerosi sistemica
Data inizio appello
24/09/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/09/2089
Riassunto
Introduzione: la Sclerosi Sistemica (SSc) è una malattia del tessuto connettivo, a eziologia sconosciuta, che si caratterizza per manifestazioni cliniche variabili, decorso cronico e progressivo.
Nel tempo, i pazienti sviluppano alterazione dei letti vascolari con progressiva disfunzione organica dovuta a processi di fibrosi.
L'ecografia è una tecnica di imaging non invasiva, conveniente e con numerose applicazioni cliniche; gli ecografi convenzionali utilizzano trasduttori con frequenze comprese tra 5 e 12 MHz. Parliamo di Ultra High Frequency Ultrasound (UHFUS) quando vengono utilizzate sonde in grado di produrre frequenze tra i 30 e i 100 MHz, raggiungendo una risoluzione dei tessuti fino a 30 μm.
Obiettivo della tesi: con questa tesi si vuole proporre l’uso della UHFUS allo scopo di analizzare le alterazioni cutanee e vascolari che si manifestano nella SSc, andandole a confrontarle con una popolazione di controlli sani.
Metodi: sono stati arruolati 15 pazienti affetti da SSc (gruppo Scl) e 15 controlli sani (gruppo C), concordi per sesso ed età ai soggetti con SSc. Il campione si compone di 12 donne e 3 uomini, con un’età media di 53 anni (l’età media della popolazione sana è di 52 anni). Grazie ad un radiologo addestrato ad utilizzare l’UHFUS sono state eseguite scansioni delle arterie digitali dal 2° al 5° dito di entrambe le mani. Inoltre sono state acquisite immagini a livello cutaneo; in corrispondenza della falange prossimale (IFP), intermedia (IFP) e distale (IFD) del 2° dito, a livello del dorso della mano (DM) e della regione volare dell’avambraccio (VA). Infine sono state ottenute delle scansioni delle arterie carotidi, brachiali, radiali e ulnari destre e sinistre. Successivamente, sono state eseguite misurazioni dello spessore della parete delle arterie e del calibro sia in diastole che in sistole, andando quindi a valutare la loro distensibilità. Per quanto riguarda la cute è stato misurato lo spessore cutaneo a livello dei 5 punti elencati precedentemente. Per di più, sono state posizionate delle ROI a livello di cute e derma con lo scopo di andare a valutarne l’ecogenicità.
Risultati: le arterie carotidi, brachiali e radiali di ambo i lati non mostrano differenze statisticamente significative fra le due popolazioni. Per quanto riguarda le arterie ulnari possiamo osservare: a destra un diametro ridotto nella popolazione affetta da SSc (gruppo C: 2,20; 0,55; gruppo Scl: 1,62; 0,46; p: 0,005), associato a un lieve incremento dell’IMT (gruppo C: 0,23; 0,08; gruppo Scl: 0,27; 0,11; p: 0,318), distensibilità e rigidità del vaso sono invariate fra i due gruppi. A sinistra il calibro del vaso è tendenzialmente diminuito nella popolazione con SSc (gruppo C: 2,16; 0,53; gruppo Scl: 1,79; 0,44; p: 0,05). Anche in questo caso non sono state registrate differenze statisticamente significative per quanto riguarda la distensibilità e la rigidità del vaso. Nelle arterie digitali abbiamo potuto riscontrate una differenza importante fra lo spessore della parete sia per la tonaca intima (gruppo C: 39,81; 2,71; gruppo Scl: 61,29; 7,39; p: < 0,001) che per media (gruppo C: 106,90; 10,56; gruppo Scl: 140,07; 13,28; p: < 0,001) e avventizia (gruppo C: 138,22; 10,38; gruppo Scl: 186,37; 14,72; p: < 0,001) tra i pazienti con SSc e i controlli sani. Inoltre, sia il calibro sistolico (gruppo C: 716,12; 142,84; gruppo Scl: 486,85; 133,81; p: < 0,001) e diastolico (gruppo C: 667,10; 137,92; gruppo Scl: 458,24; 127,70; p: < 0,001) che la distensibilità (gruppo C: 49,06; 9,58; gruppo Scl: 28,65; 10,20; p: < 0,001) delle arterie SSc sono ridotte rispetto alla popolazione di controllo.
A livello cutaneo abbiamo riscontrato un aumento dello spessore cutaneo nei pazienti affetti da SSc in tutti e cinque i punti in cui è stata effettuata la valutazione ecografica (IFD gruppo C: 176,48; 21,07; gruppo Scl: 268,79; 67,35; p: < 0,001) (IFI gruppo C: 173,27; 20,26; gruppo Scl 254,01; 92,44; p: 0,002) (IFP gruppo C: 156,18; 18,09; gruppo Scl: 230,33; 48,56; p: < 0,001) (DM gruppo C: 146,67; 12,74; gruppo Scl: 198,45; 30,61; P: < 0,001) (VA gruppo C: 142,95; 17,98; gruppo Scl: 196,91; 31,03; p: < 0,001). Nella valutazione dell’ecogenicità di cute e derma abbiamo potuto osservare che l’ecogenicità risulta ridotta a livello delle falangi, mentre non si evidenziano differenze nella regione volare dell’avambraccio e nel dorso della mano.
Conclusioni: alla valutazione ecografica si evince come le alterazioni siano più evidenti a livello delle porzioni distali sia per quanto riguarda la componente vascolare che quella cutanea. Le arterie di piccolo calibro (arterie digitali) dei pazienti affetti da SSc sembrerebbero presentare differenze più rilevanti se paragonate ai vasi di più grosso calibro. Stessa vale per la cute dove le alterazioni sono più evidenti a livello delle falangi piuttosto che sul dorso della mano o sull’avambraccio.
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