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La tesi si basa sullo studio delle cornici fiorentine realizzate nel primo periodo del Principato Mediceo, prestando interesse ad alcune tipologie di formati, al colore, e al rapporto con l’immagine da inquadrare.
L’attenzione è data al cambiamento che rese la cornice indipendente dal dipinto e alla lettura complessiva dell’opera in termini di prospettiva che, grazie alla concezione teorica di Leon Battista Alberti nel De Pictura, cominciò ad essere intesa come una “finestra aperta, dalla quale si osservi l’historia”. Oltre alla sua indipendenza dal dipinto, l’attenzione si deve spostare anche ai formati: la cornice iniziò a semplificarsi e gli elementi da cui era costituita tendevano a sparire. Il formato quadrato diventò quello prediletto per inquadrare sia le grandi pale d’altare sia i dipinti di dimensioni ridotte, resistendo anche nel periodo successivo seppur con alcune varianti. Indagando la situazione della Firenze del Cinquecento, e in particolar modo il primo periodo del Principato mediceo, si osservano più tendenze di gusto: nel Libro de’ disegni di Giorgio Vasari è possibile individuare un modo moderno di inquadrare differenti tipologie di soggetto.