ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-08312016-165019


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DI LIELLO, MAURA
URN
etd-08312016-165019
Titolo
Ecologia trofica e aspetti di dinamica di popolazione del gattuccio, Scyliorhinus canicula, (Linneo, 1758, Condrichthyes, Carcharhiniformes, Scyliorhinidae)nel Mar Ligure sud orientale
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. Pretti, Carlo
tutor Dott. Sartor, Paolo
correlatore Prof. Maltagliati, Ferruccio
correlatore Prof. Giunchi, Dimitri
Parole chiave
  • gattuccio
  • Ecologia trofica
  • dinamica di popolazione
  • Scyliorhinus canicula
Data inizio appello
26/09/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/09/2086
Riassunto
Il gattuccio, Scyliorhinus canicula (L., 1758) è uno dei più abbondanti elasmobranchi dell’Atlantico nord-orientale e del bacino del Mediterraneo. E’ una specie bentonica, distribuita prevalentemente sulla piattaforma continentale, ove costituisce un importante elemento faunistico degli “species assemblages” ittici (Pesci, Crostacei e Cefalopodi). Vista l’abbondanza e l’interesse commerciale, la biologia ed ecologia di S. canicula, sono state oggetto di numerosi studi, anche se rimangono diversi aspetti da investigare in maggior dettaglio.
Il principale obiettivo di questa tesi è stato quello di investigare in dettaglio il regime alimentare della specie e di correlarne le caratteristiche con aspetti di dinamica di popolazione. Le conoscenze di ecologia trofica di una specie sono uno degli elementi più importanti per conoscere il suo ruolo nell’ecosistema e possono fornire indicazioni anche per una sua corretta gestione, soprattutto se si tratta di una specie sfruttata dalla pesca.
A questo scopo, dall’estate 2012 all’inverno 2016, sono stati raccolti campioni di S. canicula tramite pescate sperimentali con reti a strascico e con reti a imbrocco, in un’area del Mar Ligure sud orientale, caratterizzata da fondali fangosi, tra 80 e 150 m di profondità.
Sui circa 3000 esemplari di questa specie, catturati nel corso dello studio, sono stati investigati i tassi di cattura, la struttura in taglia, la progressione modale e il rapporto sessi (sia scalare che vettoriale).
I dati raccolti hanno permesso di investigare alcuni aspetti della biologia di S. canicula. La riproduzione è stata studiata analizzando la frequenza degli stadi maturativi nel tempo e determinando la taglia di prima maturità sessuale, espressa come percentuale alla quale il 50% delle femmine presentava gonadi mature.
Su un campione più ristretto di organismi, campionati tenendo in considerazione fattori come la classe di taglia e la stagione, è stata studiata l’ecologia trofica, attraverso lo studio dei contenuti gastrici. Sono stati identificati i contenuti di 255 stomaci, estratti e conservati seguendo un’apposita procedura, cercando di classificare le prede al più basso livello tassonomico possibile.
Lo spettro trofico della specie è stato valutato calcolando la frequenza di ritrovamento (F), il contributo in numero (N) ed in peso (P) di ciascuna preda ed il loro indice combinato (IRI, indice di importanza relativa, espresso come F x (P + N)). Sono stati calcolati anche i classici indici di ecologia trofica, per stimare la diversità delle prede e l’ampiezza di nicchia alimentare.
La determinazione dei contenuti stomacali è risultata piuttosto complessa e laboriosa, in quanto nella maggior parte dei casi le prede sono state rinvenute in avanzato stato di digestione, spesso sotto forma di resti di piccole dimensioni (es. frammenti di vertebre, di chele, otoliti di pesci, becchi di cefalopodi..ecc).
Il peso delle prede ritrovate in avanzato stato di digestione è stato stimato tenendo in considerazione una collezione di riferimento di animali integri. Questo ha permesso di calcolare gli indici quantitativi.
Sulla base dei primi risultati, lo spettro trofico di S. canicula sembra essere altamente diversificato, confermando precedenti studi; la specie infatti è un predatore generalista e poco selettivo, il cui pool di risorse appartiene a vari gruppi faunistici e a vari compartimenti della colonna d’acqua.
Tra le prede ritrovate con maggiore frequenza figurano specie tipicamente bentoniche; tra queste il crostaceo decapode Pandalide Alpheus glaber, il granchio Goneplax rhomboides, l’Isopode Cirolana borealis, il Misidaceo Lophogaster typicus, lo stomatopode Squilla mantis, i Policheti, rappresentati soprattutto dalla specie Goniada sp. e da Lumbrineridae, il mollusco cefalopode Eledone cirrhosa, i pesci appartenenti alle Famiglie dei Gobidi, Triglidi (Lepidotrigla cavillone), Mullidi (Mullus barbatus).
Sono state rinvenute frequentemente anche prede presenti maggiormente nella colonna d’acqua, come i Crostacei Eufausiacei (principalmente Nyctiphanes sp), i Crostacei decapodi Solenocera membranacea e Parapenaeus longirostris, i cefalopodi Loliginidi e Ommastrefidi e molte specie di pesci, tra cui le più frequenti sembrano appartenere alla famiglia dei Clupeidi (es. Sardina pilchardus).
In quasi tutti gli stomaci è stata rinvenuta la presenza di Nematodi parassiti, spesso in ingenti quantità, anche in gruppi di 20-30 esemplari. Le prime analisi hanno permesso di identificare come specie nettamente prevalente Proleptus obtusus; rimane da investigare se la presenza del parassita sia significativamente correlata a fattori come la taglia, la stagione ed il sesso.
Le analisi dei dati sono tuttora in corso, per caratterizzare in maggior dettaglio l’ecologia trofica delle specie (in funzione di variabili stagionali ed ontogenetiche) e per interpretare i risultati con la biologia e dinamica di popolazione della specie.
File