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La tesi affronta il tema della giustizia in Montesquieu, individuandone la problematicità nella sua posizione di cerniera tra universalismo e relativismo e tra piano descrittivo e piano normativo dell’indagine montesquiviana della realtà sociale. Nell’interpretazione proposta, la soluzione di Montesquieu è di pensare la giustizia come un rapporto formale, la cui universalità dipende dalla sua struttura geometrica, ma la cui sostanza può variare nel tempo e nello spazio, fatti salvi alcuni contenuti che derivano direttamente dalla natura fisica dell’uomo, come l’uguaglianza alla nascita. In quest’ottica assume una certa rilevanza l’analogia con la concezione estetica esposta nel Saggio sul gusto, incentrata sul concetto di proporzione. Particolare attenzione viene rivolta, infine, al significato politico di cui Montesquieu investe la trattazione del rapporto tra giustizia e universalismo: lungi dall’essenzializzare il concetto di giustizia, attribuendo alla morale la stessa autorità dispotica che caratterizza le verità geometriche, Montesquieu tenta di conciliarlo con il riconoscimento della razionalità delle differenze che percorrono le realtà sociali.