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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-08272014-113525


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BRAVI, FILIPPO
URN
etd-08272014-113525
Titolo
STUDIO DI UNA NUOVA ITTIOFAUNA MESSINIANA DELL'AREALE DEL FINE (LIVORNO) - ANALISI DELLA PACHIOSTOSI IN APHANIUS CRASSICAUDUS (AGASSIZ) E INQUADRAMENTO PALEOBIOGEOGRAFICO
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
CONSERVAZIONE ED EVOLUZIONE
Relatori
relatore Prof. Landini, Walter
Parole chiave
  • ittiofauna
  • paleobiogeografia
  • pachiostosi
  • ricostruzione ambientale
Data inizio appello
20/10/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il “Messiniano” (7.25-5.33My) è l'ultima Età appartenente all'Epoca “Miocene” (Era “Cenozoica”) all'interno della quale, nell'area Mediterranea e Peri-Mediterranea, avvenne uno degli eventi geologici-naturali più catastrofici e drammatici di sempre: la “Crisi della Salinità” (5.96-5.33My).
La graduale chiusura dei canali marini Betico e Rifano, che collegavano il Mar Mediterraneo con l'Oceano Atlantico, causarono l' isolamento del bacino mentre la drastica riduzione dell'apporto di acqua, insieme all'azione dell'evaporazione, portarono al dissecamento quasi completo del bacino Mediterraneo con notevoli ripercussioni sull'evoluzione della sedimentazione, sulla composizione chimico-fisica dell'acqua dei bacini rimasti, sugli habitat e quindi sugli organismi viventi.

Il mio progetto di tesi si articola in due parti:
1. analisi della pachiostosi in Aphanius crassicaudus: la pachiostosi è una forma di iperostosi molto pronunciata che interessò numerosi individui della specie fossile Aphanius crassicaudus, una delle specie messiniane più comuni di tutta l'Area Mediterranea.
Attualmente questo carattere non è presente in nessuna delle specie di Aphanius nonostante queste abbiano grandi affinità sia morfologiche che ecologiche con la specie estinta da me studiata.
L'obiettivo è cercare di comprendere quali furono le cause che portarono alla comparsa di questo carattere poi evolutosi in un vero e proprio “fenotipo” della specie e per farlo verranno fatte osservazioni morfologiche di campioni fossili provenienti dall'Areale del Fine, microsezioni e analisi degli elementi in tracce.
Quest'ultimo passaggio verrà applicato anche a frammenti di evaporiti messiniane in modo da capire se possano essere state queste la sorgente degli elementi di causa;

2. avvalendosi dei risultati ottenuti nella prima parte del lavoro, delle ipotesi sviluppate negli anni da altri studiosi e di nuovi straordinari ritrovamenti fatti in “Cava Serredi” (Area del Fine) verrà poi fatto un tentativo di ricostruzione peleobiogeografica dell'Area Mediterranea Messiniana. Lo scenario da ricostruire è molto complesso e dinamico dove aree salmastre, zone dissecate, mari bassi e fosse profonde furono in connessione reciproca per molto tempo: questo è lo scenario dal quale, poi, nacque e si sviluppo il Mar Mediterraneo che oggi conosciamo.
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