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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-08242015-160325


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
PROFILO, MARIA ANTONIETTA
URN
etd-08242015-160325
Titolo
ASSOCIAZIONE TRA IPERCOLESTEROLEMIA ED OFTALMOPATIA BASEDOWIANA IN PAZIENTI CON MORBO DI BASEDOW
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL METABOLISMO
Relatori
relatore Dott. Marinò, Michele
Parole chiave
  • oftalmopatia basedowiana
  • colesterolo
  • statine
Data inizio appello
22/09/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’oftalmopatia basedowiana (OB) rappresenta la manifestazione clinica extra-tiroidea più frequente nei pazienti con Morbo di Basedow, ed è più raramente osservata in pazienti con tiroidite autoimmune o in assenza di malattie tiroidee clinicamente rilevabili. In un recente studio epidemiologico veniva dimostrato un effetto protettivo della terapia con statine sulla probabilità di sviluppare l’OB in pazienti con Morbo di Basedow. Tale evidenza veniva messa in relazione con l’azione anti-infiammatoria delle statine piuttosto che con la loro azione ipolipemizzante, e non veniva considerata la possibilità di un’associazione tra OB e ipercolesterolemia. Lo scopo della presente tesi era pertanto quello di valutare l’esistenza di una possibile associazione tra dislipidemia e OB. A questo proposito è stato condotto uno studio retrospettivo su 197 pazienti consecutivi con Morbo di Basedow ed ipertiroidismo, giunti alla nostra attenzione per essere sottoposti a terapia radiometabolica con 131I. Una volta esclusi i pazienti che presentassero condizioni associate o che assumessero terapie farmacologiche in grado di influenzare il metabolismo lipidico, veniva valutato il profilo lipidico di 130 pazienti, di cui 76 con OB e 54 senza OB.
I livelli sierici di colesterolo totale e colesterolo LDL erano significativamente maggiori nei pazienti con OB. Inoltre, le frequenze di ipercolesterolemia totale (definita come valori di colesterolo totale ≥200 mg/dl), di ipercolesterolemia totale grave (definita come valori di colesterolo totale ≥240 mg/dl) e di ipercolesterolemia LDL (definita come valori di colesterolo LDL ≥130 mg/dl) erano marcatamente e significativamente maggiori nei pazienti con OB rispetto ai pazienti senza OB. Non si evidenziavano invece differenze tra i due gruppi di pazienti relativamente al colesterolo HDL ed ai trigliceridi. L’analisi multivariata, nella quale venivano inclusi oltre ai suddetti parametri altri parametri significativamente diversi tra i due gruppi [età, indice di massa corporea (IMC), valori di TSH e durata dell’ipertiroidismo] confermava la significatività statistica per ipercolesterolemia totale, ipercolesterolemia LDL, prevalenza di ipercolesterolemia totale, ipercolesterolemia totale grave ed ipercolesterolemia LDL, ma anche per la durata dell’ipertiroidismo al momento dell’osservazione, confermando che i suddetti parametri lipidici sono indipendentemente associati all’OB. La durata dell’ipertiroidismo era maggiore nei pazienti senza OB, dato che probabilmente riflette un atteggiamento terapeutico più precocemente aggressivo nei pazienti con OB.
I dati ottenuti nei pazienti del nostro studio venivano confrontati con quelli della popolazione generale, derivati dal Progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità. Da tale confronto emergeva che le frequenze di ipercolesterolemia totale e di ipercolesterolemia totale grave erano simili nei pazienti con OB rispetto alla popolazione generale, indipendentemente dal sesso. Al contrario, la frequenza di ipercolesterolemia totale era significativamente minore nei pazienti senza OB di sesso maschile rispetto alla popolazione generale. Tale prevalenza appariva minore anche nei pazienti senza OB di sesso femminile, pur in assenza di significatività statistica. Anche la frequenza di ipercolesterolemia grave sembrava minore nei pazienti senza OB rispetto alla popolazione generale, indipendentemente dal sesso, tuttavia anche in questo caso la differenza non era statisticamente significativa verosimilmente per le differenti dimensioni dei campioni esaminati (100 vs 9712).
In conclusione, tenute in considerazione le ovvie limitazioni di uno studio retrospettivo, i nostri risultati suggeriscono una probabilità minore di sviluppare l’OB in pazienti con Morbo di Basedow che presentino normali livelli di colesterolemia, osservazione che potrebbe spiegare almeno in parte l’azione protettiva svolta dalle statine. È possibile ipotizzare che l’associazione tra ipercolesterolemia ed OB sia in parte spiegata dalle alterazioni dello stato infiammatorio generale notoriamente presenti nei soggetti ipercolesterolemici che potrebbero favorire la comparsa di OB in un soggetto con Morbo di Basedow. Se confermati dagli auspicabili successivi studi prospettici, i nostri dati potrebbero avere importanti implicazioni cliniche, in particolare inerenti la correzione dell’ipercolesterolemia in pazienti affetti da Morbo di Basedow al fine di prevenire lo sviluppo di OB.
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