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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-08222017-125030


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIUNTA, GIULIA
URN
etd-08222017-125030
Titolo
La pittura l'ho sempre avuta presente Gli scritti sull'arte di Mario Luzi
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
ITALIANISTICA
Relatori
relatore Prof. Ciccuto, Marcello
Parole chiave
  • realismo
  • Luzi
  • letteratura e arte
  • informale
  • scritti sull'arte
  • scrittura totale
Data inizio appello
25/09/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Cosa succede quando uno dei maggiori poeti del Novecento scrive sull'arte? Quali le sue idee? I suoi temi? Il suo stile? In che rapporti stanno questi suoi scritti con la sua opera poetica? Nella mia tesi mi sono impegnata per dare risposte a queste domande. Il quadro che ne esce è di una sorprendente coerenza fra quanto Luzi scrive in prosa e quanto in poesia. Nelle pagine critiche prese in analisi, emerge un desiderio di conoscenza che è pungolo e “rovello” di Luzi e degli artisti da lui prediletti. Il dato più sorprendente è, però, stilistico: la parabola evolutiva dello stile poetico luziano (dalla stagione ermetica a quella informale) investe e permea pure i suoi scritti sull'arte. Se nei primi, il lessico si caratterizza per essere eminentemente elevato, dopo gli anni '60 entrano nelle pagine del poeta tutta una serie di termini prosastici, tipici della modernità, accanto ai quali però restano gli antichi termini aulici, nel contesto di una scrittura che ambisce ad essere totale, pluristilistica, su modello di quella dantesca.
Un capitolo a parte è dedicato al Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini, perché può essere considerato il “testo-approdo” del rapporto fra Luzi e l'arte. È un'opera di letteratura, ma è anche un testo di critica d'arte. Le sue due anime convivono armonicamente, senza prevalere l'una sull'altra. È una sintesi perfettamente riuscita. Si nota in questo testo un procedere per visioni, un susseguirsi d'immagini, connotate coloristicamente, secondo un'evoluzione cromatica che trova anch'essa il suo antecedente nella Commedia. Il Viaggio stesso, del resto, ricalca l'itinerario dantesco, seppur rompendo le cornici definite delle cantiche: nell'Inferno terrestre entrano illuminazioni paradisiache e nel Paradiso si conciliano ombra e luce. In più, trova posto nel Viaggio, come stimolo all'immaginazione poetica, un numero non trascurabile di opere d'arte dei maestri senesi Simone Martini, che è pure protagonista dell'opera e alterego del poeta, e Duccio di Buoninsegna.
La tesi comprende, infine, in Appendice, un corpus significativo degli scritti sull'arte di Luzi presi in esame.
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