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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-08192014-125557


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PAOLILLO, COSTANZA
URN
etd-08192014-125557
Titolo
Il compasso e la lastra. Luigi Veronesi: astrazione, fotografia e grafica tra Milano e l'Europa 1925-1943.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Patti, Mattia
correlatore Prof. Ferretti, Massimo
Parole chiave
  • Luigi Veronesi
  • Laszlo Moholy-Nagy
  • grafica
  • fotogrammi
  • fotografia tedesca
  • fotografia
  • astrazione
Data inizio appello
29/09/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Oggetto della mia tesi di laurea magistrale è l’opera foto-grafica del poliedrico artista milanese Luigi Veronesi negli anni tra le due guerre mondiali. Pur imperniandosi su una specifica tipologia di opere, la ricerca ambisce ad inquadrare tutta la prima fase della carriera di Veronesi, ovvero a ripercorrere gli interessi e le ragioni di una stagione di intensa volontà creativa. Allargando lo sguardo al di là dell’ambiente dell’astrattismo storico lombardo, la figura di Veronesi viene messa in relazione alla vivace cultura modernista milanese e alle sue aperture internazionali.
Il lavoro è articolato in tre parti: la prima mette a fuoco la rivoluzione culturale implicata nella fotografia modernista in Europa e più specificamente in Germania. Viene analizzata la maniera in cui l'immagine fotografica si fa pervasiva e quali modificazioni linguistiche subisce. Inoltre vengono chiariti i termini del dibattito teorico sulla fotografia in Germania all'alba del regime nazista, che rappresenta una pesante cesura. Segue una disamina della situazione culturale della fotografia italiana, concentrata sui primi anni trenta.
La seconda parte della tesi si concentra sulla formazione del giovane Veronesi, individuando i tratti salienti del percorso iniziale e lo sfondo artistico e culturale nel quale egli realizza le prime prove. In questa sezione si chiarisce quali potessero essere i problemi che interessavano Veronesi agli esordi della carriera, a quali stimoli egli possa essersi dimostrato recettivo. In questo quadro emergono i circoli culturali milanesi a cui egli era più legato, le esperienze internazionali in cui ha la ventura d’imbattersi. Questi elementi contribuiscono anche a precisare la posizione di Veronesi nel contesto dell’astrattismo storico italiano e ad individuare i motivi per cui egli occupa nel gruppo dei pittori astratti una posizione più eccentrica e meno integrata. Questa sezione del lavoro si concentra sulla questione meno dissodata della fotografia di Luigi Veronesi, entrando nel merito della produzione fotografica e dei suoi reali modelli. Viene ricostruita la progressiva scoperta della nuova visione del Bauhaus, che egli fa a Milano e durante i suoi viaggi parigini. In seguito vengono analizzati gli artisti che divengono per lui un riferimento. Si presta particolare attenzione a Laszlo Moholy-Nagy e al rapporto con gli esperimenti di altri pionieri italiani della tecnica foto-grafica come Albe Steiner e Bruno Munari. Il discorso fotografico si integra poi con la più vasta ricerca artistica dello stesso Veronesi, analizzando scambi osmotici tra le tecniche e ai risultati conseguiti.
Alla lettura più circostanziata delle opere è dedicata la terza e ultima parte del lavoro. La sezione conclusiva è un costituita da un piccolo catalogo, nel quale vengono schedate alcune emblematiche fotografie conservate presso tre grandi archivi pubblici italiani, lo Csac di Parma, il Museo di fotografia contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano), la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. Di tali opere vengono discussi lo stato di conservazione, i problemi di ordine tecnico e le possibili letture delle immagini.

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