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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-08062012-095535


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
TURBATI, AURORA
URN
etd-08062012-095535
Titolo
CARATTERIZZAZIONE CLINICA DEI PAZIENTI CON IPERTENSIONE ARTERIOSA RESISTENTE AL PRIMO ACCESSO PRESSO L'AMBULATORIO IPERTENSIONE
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
Parole chiave
  • ipertensione arteriosa resistente
  • rischio cardiovascolare
Data inizio appello
25/09/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/09/2052
Riassunto
Lo scopo della tesi è stato quello di identificare i parametri clinici che caratterizzano i pazienti con ipertensione resistente al primo accesso presso gli ambulatori del Centro Ipertensione, afferente all’U.O. di Medicina Generale 1° Universitaria dell’AOUP. Sono stati arruolati 287 pazienti che rientravano nella definizione di ipertensione resistente, e cioè con PA misurata in ambiente ambulatoriale ≥ 140/90 mmHg, in terapia con 3 o più farmaci antipertensivi, di cui un diuretico, oppure PA < 140/90 mmHg con 4 o più farmaci antipertensivi.
Sono stati raccolti l’anamnesi, l’esame obiettivo, i parametri antropometrici, gli esami ematochimici di routine, le informazioni riguardo agli esami strumentali eseguiti per valutare la presenza di danno d’organo e per escludere forme di ipertensione secondaria. Sono state analizzate le caratteristiche cliniche e la prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare nel gruppo dei pazienti con ipertensione resistente, e confrontate con quelle di un gruppo di controllo, formato da 484 pazienti con ipertensione essenziale.
I pazienti con ipertensione resistente hanno un’età più avanzata (65±11 vs 57±12 anni, p<0,05), una più alta prevalenza di sedentarietà (90,7% vs 83,5%, p<0,05), malattia cardiovascolare conclamata (16,8% vs 10,1%, p<0,05), diabete mellito (29,5% vs 8,9%, p<0,05), ipercolesterolemia (79,8% vs 68,5%, p<0,05), obesità (36,8% vs 19,1%, p<0,05) e insufficienza renale (25,2% vs 8,3%, p<0,05) rispetto al gruppo di controllo. Nella maggioranza di essi è stata valutata la presenza di danno d’organo (70% dosaggio creatinina, 63 % ecocolordoppler cardiaco, 45% ecocolordoppler carotideo), mentre solo il 12% ha eseguito un ecocolordoppler delle arterie renali, il 3,5% il dosaggio della PRA/Aldosterone e il 4,2% il monitoraggio della PA delle 24 ore.
In conclusione, la diagnosi di ipertensione arteriosa resistente consente di identificare un gruppo di pazienti a più alto rischio cardiovascolare, in cui è necessario intraprendere un percorso diagnostico approfondito e strategie terapeutiche attente e innovative.
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