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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-08012012-113452


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
PIZZOLLI, IRENE
URN
etd-08012012-113452
Titolo
Sieroprevalenza della Leishmaniosi in cavalli residenti in aree endemiche della Toscana
Dipartimento
MEDICINA VETERINARIA
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Mancianti, Francesca
controrelatore Prof. Corazza, Michele
correlatore Dott.ssa Sgorbini, Micaela
Parole chiave
  • Toscana
  • leishmaniosi
  • cavallo
Data inizio appello
21/09/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/09/2052
Riassunto
Lo scopo del presente lavoro è stato quello di eseguire un’indagine epidemiologica sulla prevalenza dell’infezione da Leishmania spp in cavalli residenti in Toscana, zona endemica per Leishmaniosi.
Materiali e metodi. Sono stati prelevati campioni ematici da 277 cavalli di differente razza, sesso o età e residenti in aree della Toscana endemiche per la Leishmaniosi. Criteri di inclusione: 1) cavalli che vivevano nell’area endemica da più di due anni; 2) cavalli tenuti in paddock 24 ore al giorno. I campioni ematici sono stati raccolti con metodo Vacutainer in: a) provette senza anticoagulante, il siero è stato sottoposto a IFAT; b) provette con EDTA, campione utilizzato per l’esecuzione della PCR. Ogni soggetto è stato sottoposto a un primo prelievo nel periodo Giugno-Settembre 2011 e a un secondo prelievo nel periodo Novembre 2011-Maggio 2012. In concomitanza ad entrambi i prelievi è stato effettuato il test di intradermoreazione con leishmanina. I punti di inoculo dell’antigene sono stati controllati dopo 24 e 48h per valutare la presenza di reazione di ipersensibilità ritardata.
Risultati. Al primo prelievo l’87.4% dei sieri è risultato negativo all’IFAT, mentre il 12.6% positivo. I titoli IFAT erano 1/10 nel 48.57%, 1/20 nel 48.57% e 1/40 nel 2.85% dei cavalli. Al secondo prelievo il 100% dei sieri è risultato negativo all’IFAT. La PCR è risultata negativa per tutti i soggetti sia al primo che al secondo prelievo e anche il test della leishmanina non è mai risultato positivo. Nessun animale durante il periodo di studio ha presentato alterazioni cutanee compatibili con leishmaniosi e l’anamnesi non riportava la comparsa di noduli cutanei o ulcerazioni in nessuno dei cavalli inclusi nel presente studio.
Discussione. La sieroprevalenza ottenuta nel presente studio è paragonabile a quella riportata in Spagna (12.6% vs 14.2%) nella specie equina, ma più elevata della prevalenza ottenuta in Grecia (0.3%). È sorprendente che in Toscana non sia stato documentato nessun caso di leishmaniosi equina in passato né durante tutto il periodo di studio, benché la sieroprevalenza sia simile a quella dell’indagine svolta in Spagna, dove la leishmaniosi equina era stata precedentemente diagnosticata, così come in Portogallo. Inoltre, vari casi di leishmaniosi equina sono stati osservati in Europa centrale, dove la malattia nel cane non è così frequente come in Italia. È stato dimostrato che i cavalli residenti in aree endemiche mostrino risposta immunitaria umorale e cellulo-mediata verso L. infantum, indicando che l’esposizione e lo sviluppo di una risposta immunitaria al parassita può avvenire anche in assenza di manifestazioni cliniche. Pertanto, la risposta immunitaria nei cavalli probabilmente è efficace nel controllare la malattia.
E’ possibile, però, che i bassi titoli anticorpali possano essere anche la manifestazione di una cross-reazione aspecifica verso altri flagellati e quindi che non ci sia stato il contatto tra vettore infetto e ospite, a causa di una diversa preferenza alimentare da parte del vettore stesso. Infatti, sebbene la letteratura riporti che il Ph. perniciosus si nutre anche sul cavallo, questo vettore ha comunque una preferenza alimentare per uomo e cane. In conclusione, nella nostra indagine nessuno dei cavalli indagati ha manifestato segni compatibili con la leishmaniosi equina e la sieroprevalenza, sebbene non trascurabile, era rappresentata da titoli anticorpali anti Leishmania sp molto bassi. Per questo motivo dovranno essere condotte indagini per stabilire che tali titoli anticorpali siano effettivamente specifici nei riguardi dell’infezione da leishmania e non rappresentino cross-reazioni nei confronti di altri agenti parassitari.
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