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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-07262019-174627


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
STEFANI DONATI, DELIO
URN
etd-07262019-174627
Titolo
Fattori predittivi di andamento clinico del carcinoma midollare sporadico della tiroide.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Elisei, Rossella
correlatore Dott. Matrone, Antonio
Parole chiave
  • tiroide
  • prognosi
  • carcinoma midollare sporadico della tiroide
  • follow-up
  • calcitonina
Data inizio appello
24/09/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/09/2089
Riassunto
Introduzione
Il carcinoma midollare della tiroide (CMT) è un tumore raro, ad origine dalle cellule C, che colpisce prevalentemente il sesso femminile e che può presentarsi in forma sporadica o familiare. Nel caso della forma sporadica l’età media è intorno alla quinta decade, mentre nella forma familiare è più precoce.
La patogenesi di tale tumore è prevalentemente legata alla mutazione di RET, praticamente nella totalità dei casi familiari e quasi nel 50% delle forme sporadiche.
Clinicamente si presenta come nodulo asintomatico o come tumefazione evidente a livello del collo. La diagnosi prevede il dosaggio della calcitonina con ecografia della regione del collo ed eventuale esame citologico e/o istologico delle lesioni sospette. Ad oggi, dopo la diagnosi di CMT è indicata la ricerca della mutazione di RET se non precedentemente effettuata che, se positiva, impone di estendere tale ricerca anche ai familiari di primo grado come metodica di screening.
Il trattamento prevede la tiroidectomia totale associata a linfadenectomia del comparto centrale ed eventuale estensione al comparto laterocervicale in caso di sospetto ecografico. Altri presidi terapeutici sono gli inibitori tirosinchinasici, la chemioterapia e la radioterapia, sebbene il CMT non sia particolarmente radiosensibile. Il follow-up prevede l’esecuzione del dosaggio di Ct e di un’ecografia della regione del collo. Nel caso ci sia indicazione può essere eseguito un esame citologico su lesioni sospette o un esame strumentale come la TC nel caso di sospetti secondarismi di malattia.
Scopo dello studio
Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare in un’ampia casistica di CMT sporadici seguiti presso l’U.O. di Endocrinologia 1 dell’Università di Pisa, i fattori epidemiologici, clinici e biochimici associati all’andamento clinico del carcinoma midollare sporadico della tiroide.
Pazienti e Metodi
Il gruppo in studio era costituito da 537 pazienti affetti da CMT e andati incontro ad intervento chirurgico nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 2019.
Sono stati inclusi nella casistica solo i pazienti con diagnosi confermata istologicamente e con mutazione germinale di RET negativa. Per tale gruppo di pazienti abbiamo valutato i dati laboratoristici preoperatori, la sede di intervento, l’età alla diagnosi, i parametri anatomopatologici derivanti dall’esame istologico e l’eventuale presenza di metastasi a distanza al momento della diagnosi. Per il follow-up abbiamo valutato, quando disponibili, i valori di Ct, del CEA e l’ecografia del collo.
Risultati
Sulla base dei risultati ottenuti all’analisi statistica, possiamo affermare come tra i vari fattori analizzati quelli maggiormente associati all’andamento clinico risultano essere il valore preoperatorio della calcitonina > 500 pg/ml, il valore post-operatorio di Ct > 20 pg/ml, l’invasione microscopica dei tessuti lassi peritiroidei (mETE), il coinvolgimento linfonodale, le metastasi a distanza e la stadiazione. Tutti questi parametri presentano un’associazione statisticamente significativa (p < 0.01) sia all’analisi univariata che all’analisi multivariata.
Conclusioni
Da tale studio è emerso che sono fattori prognostici negativi del CMT: un livello preoperatorio di Ct > 500 pg/ml, un livello post-operatorio di Ct > 20 pg/ml, la presenza di malattia a livello linfonodale, metastasi al momento della diagnosi, l’estensione microscopica extratiroidea e lo staging. Inoltre, si è osservato un miglioramento della sopravvivenza e dell’outcome rispetto a studi di decadi precedenti.
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