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Dal 1970, anno di nascita delle Brigate Rosse, alla metà degli anni Ottanta circa, l’Italia attraversò un periodo di intensa tensione politica, caratterizzato dalle azioni armate di militanti di gruppi della sinistra e della destra estreme a cui parteciparono, con ruoli e compiti di svariato genere, anche numerose donne, soprattutto nelle due grandi organizzazioni dell’estrema sinistra, Brigate Rosse e Prima Linea.
La lettura delle autobiografie di alcune di queste ex militanti e la loro voce diretta consentono di ricostruire le ragioni che le indussero a intraprendere la lotta, i compiti che esse svolgevano all'interno del gruppo di appartenenza, il loro rapporto con la violenza e le armi, le loro relazioni con i compagni uomini. Il percorso della memoria, ad anni di distanza dagli eventi accaduti, consente un confronto costante tra le loro posizioni di allora e il bilancio effettuato nel periodo successivo all'arresto. Alcune di queste donne si sono dissociate, altre no: l’indagine relativa alle diverse modalità di porsi rispetto all'esperienza vissuta permette di riflettere sull'utilizzo delle testimonianze come fonti dirette e di arrivare a delineare alcuni aspetti della militanza armata femminile poco sviscerati finora.