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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-07112017-144942


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
GALANO, ANGELO
URN
etd-07112017-144942
Titolo
Correlazione clinico-laboratoristica nelle cheratiti da Acanthamoeba: esperienza dell'AOU Careggi di Firenze.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA
Relatori
relatore Prof. Rossolini, Gian Maria
Parole chiave
  • cheratiti
  • acanthamoeba
  • diagnostica molecolare
Data inizio appello
27/07/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
La cheratite da Acanthamoeba (AK) rappresenta una sfida interessante tanto per il clinico quanto per il microbiologo. Si tratta di un’entità clinica grave, con partenza localizzata all’epitelio corneale e successiva formazione di ulcere con danno stromale ingravescente. La difficoltà clinica sta nel sospettare la patologia e nel riuscire a coglierne gli aspetti caratterizzanti. Ciò non è sempre facile, dato che nelle fasi iniziali la AK ha una clinica sovrapponibile a quella di altri tipi di cheratite. La difficoltà per il microbiologo risiede nella gestione del campione, e nell’allestimento dei test diagnostici. Il tempo è fattore cruciale. Il microbiologo deve trovare strategie atte a velocizzare il processo diagnostico e a ottenere risultati clinicamente validi, data la gravità della AK e dato che, spesso, il quesito diagnostico viene posto in fasi già avanzate di malattia. Lo scopo di questo lavoro è quello di illustrare il percorso della diagnostica delle AK nella SOD microbiologia e virologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi, con un modello di integrazione clinico-laboratoristica.
E’ nata l’esigenza di creare un “filo diretto” tra microbiologo e oculista al fine di indirizzare l’iter diagnostico correttamente, evitando analisi ridondanti e sprechi di materiale. L’obiettivo è l’allestimento di un percorso per la gestione delle AK e la diagnostica rapida e sostenibile da un punto di vista economico.
Su tutti i pazienti sui quali sussiste un sospetto di AK vengono eseguite la PCR home made e l’esame colturale parassitologico; sui campioni positivi, a posteriori, viene eseguita genotipizzazione molecolare a fini epidemiologici.
Secondo i dati riportati in letteratura i casi di AK sono sottostimati, a causa delle difficoltà diagnostiche loro correlate. Dal momento in cui è iniziata questa stretta collaborazione tra microbiologia e oculistica, è emerso come anche nella nostra area l’AK nei pazienti portatori di lenti a contatto non rappresenta una patologia rara, bensì un’entità clinica da considerare, sospettare, diagnosticare e trattare precocemente.
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