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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-07032008-092848


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
SREBOT, VERA
URN
etd-07032008-092848
Titolo
Predittori della prognosi a medio termine nei pazienti con cardiopatia ischemica cronica: ruolo delle anomalie della perfusione miocardica a riposo e da stress.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Prof. L'Abbate, Antonio
Parole chiave
  • prognosi
  • cardiopatia ischemica cronica
  • imaging di perfusione miocardica
Data inizio appello
22/07/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il potere prognostico delle immagini di perfusione miocardica nei pazienti con cardiopatia ischemica è stato dimostrato sin dagli albori della cardiologia nucleare. In questo studio abbiamo cercato di valutare se le tecnologie più avanzate di cardiologia nucleare e i nuovi traccianti di perfusione mantengono questo potere prognostico, in particolare se confrontati con un percorso diagnostico completo e con i più vari indicatori disponibili nella cardiologia contemporanea.

METODI: E’ stata selezionata dal nostro database una coorte di 676 pazienti consecutivi, che - per una cardiopatia ischemica nota o sospetta - sono stati sottoposti ad un percorso diagnostico completo, che comprendeva anche la gated-SPECT basale e da stress e la coronarografia. Sono stati esclusi i pazienti con infarto miocardio acuto, quelli sottoposti a precedenti interventi di bypass coronarico, affetti da ipertiroidismo conclamato o in trattamento emodialitico. Durante il follow-up (in media di 37 mesi), 24 pazienti sono deceduti per cause cardiache e 19 hanno avuto un infarto miocardico non fatale.

RISULTATI: usando analisi di Cox, i predittori indipendenti della sopravvivenza libera da eventi (morte cardiaca e infarto miocardico acuto non fatale) sono stati, nelle diverse fasi del percorso diagnostico: la presenza di pregresso infarto miocardico fra le variabili cliniche, la creatininemia e il rapporto fra i livelli plasmatici di colesterolo LDL e HDL fra gli esami di laboratorio, la frazione di eiezione del ventricolo sinistro fra le variabili elettrocardiografiche e ecocardiografiche, il summed rest (SRS) e summed difference score (SDS) fra le variabili estratte dalla SPECT e l’estensione delle lesioni coronariche alla coronarografia. Quando le suddette variabili sono state valutate insieme, SRS (p <.0001), SDS (p =.0108), creatininemia (p =.0186) e LDL/HDL colesterolo (p =.0222), in ordine decrescente di significatività, sono risultati i predittori indipendenti finali della sopravvivenza libera da eventi. Aggiungendo la gated-SPECT alla valutazione clinica, agli esami di laboratorio, alle variabili elettrocardiografiche e ecocardiografiche, la stratificazione prognostica è migliorata significativamente (p <.05); aggiungendo la coronarografia alla gated-SPECT la stratificazione prognostica non è ulteriore migliorata (p >.25). rendendo invece disponibile l’informazione fornita dalla gated-SPECT dopo le variabili cliniche, di laboratorio, elettrocardiografiche, ecocardiografiche e coronarografiche, la stratificazione prognostica è aumenta significativamente (p <.05). In 492 pazienti la diagnosi di cardiopatia ischemica è stata accertata; in questi pazienti SRS e SDS sono risultati i predittori finali indipendenti della sopravvivenza libera da eventi. La terapia medica e la rivascolarizzazione, mediante angioplastica o chirurgia coronarica, non hanno modificato le informazioni prognostiche fornite dalla gated-SPECT.

CONCLUSIONI: I difetti di perfusione miocardica a riposo e da stress sono ancora i migliori predittori di sopravvivenza libera da eventi cardiaci in pazienti con cardiopatia ischemica accertata o sospetta anche se rapportati con un percorso diagnostico completo ed attuale.
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