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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06292015-110031


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
JIMENEZ MUHLHAUSEN, MONTSERRAT ELIZABETH
URN
etd-06292015-110031
Titolo
USO TERAPEUTICO DELLA CANNABIS: LUCE E OMBRA.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Dott. Fogli, Stefano
Parole chiave
  • cannabinoids
  • therapeutic use of cannabis.
Data inizio appello
15/07/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Cannabis come medicina è stata utilizzata prima dell'era cristiana in Asia, soprattutto in India. L'introduzione della cannabis nella medicina occidentale si è verificata nel bel mezzo del XIX secolo, raggiungendo il culmine nell'ultimo decennio del secolo, con la disponibilità e l'utilizzo di estratti di cannabis o tinture. Nei primi decenni del XX secolo, l'uso medico della cannabis occidentale è significativamente diminuito in gran parte a causa delle difficoltà ad ottenere risultati coerenti da lotti di materiale vegetale di variabile potenza nei suoi principi attivi. Dal 1965, l'identificazione della struttura chimica dei componenti della cannabis e la possibilità di ottenerli puri erano legati ad un significativo aumento dell’interesse scientifico nei confronti di questa pianta. Questo interesse è stato rinnovato nel 1990 con la descrizione dei recettori cannabinoidi e l'identificazione di un sistema cannabinoide endogeno nel cervello. Ha così inizio l'utilizzo di derivati della cannabis a scopo farmaceutico, dal momento che l'efficacia del trattamento e la sicurezza trovano riscontri positivi nella ricerca scientifica (Zuardi, 2006).

Le proprietà medicinali benefiche della cannabis, soprattutto per alleviare il dolore, sono ampiamente riconosciute. Eppure, il suo principale principio attivo, il Δ-9-tetraidrocannabinolo, è indicato come una droga illecita nel programma sugli stupefacenti della Convenzione Unica delle Nazioni Unite. Tale stato delle cose ha ostacolato l'uso medico della marijuana, che ha spinto i pazienti ed i medici a fare pressione sui governi al fine di approvare il suo utilizzo per il trattamento del dolore cronico ed altre patologie. Questo a sua volta ha innescato un intenso dibattito tra i governi, le autorità di regolamentazione e le forze dell'ordine da una parte, e medici e pazienti dall'altra, sulla legalizzazione di una droga la cui produzione, il possesso e l'utilizzo risultano ancora illegali in molti paesi (Bifulco e Pisanti, 2015)

Gli evidenti problemi che emergono, riguardano proprio l’illegalità di una serie di sostanze derivate da una pianta le cui proprietà benefiche sono note all’uomo sin dall’alba dei secoli e l’opportunità di restituire a un farmaco proibito la sua dignità di farmaco etimologicamente noto (dall’egiziano “mak”) come “la cura”. Se con “cura” si intende ciò che è in grado di allontanare il male, di lenire il dolore, allora il farmaco di per sè non può essere proibito, dato che lo Stato non dovrebbe essere dalla parte del dolore e del male, ma piuttosto dalla parte del paziente che soffre.
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