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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06292007-140534


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Toti, Luca
URN
etd-06292007-140534
Titolo
Ruolo delle cellule endoteliale progenitrici in un modello sperimentale di glomerulonefrite.
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE BIOLOGICHE
Relatori
Relatore Giovannini, Luca
Parole chiave
  • Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
16/07/2007
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/07/2047
Riassunto
Introduzione. La glomerulonefrite appartiene ad un gruppo di malattie autoimmuni che colpiscono il glomerulo renale. Le caratteristiche della malattia sono rappresentati dai segni tipici del danno renale come la proteinuria, l’ematuria, l’ipertensione, l’edema fino all’insufficienza renale. Istologicamente si osservano alterate le strutture del glomerulo quali le cellule endoteliali, la membrana basale glomerulare, le cellule epiteliali e il mesangio. Studi recenti hanno evidenziato il ruolo delle cellule progenitrici endoteliali (EPC) nel preservare e rigenerare l’integrità del tessuto renale in condizioni patologiche, come nel danno da ischemia.
Scopo del lavoro. Sulla base dei dati presenti in letteratura lo scopo di questo lavoro sperimentale è valutare il ruolo dell’utilizzo di CPu, EPC isolate tramite il protocollo di Urbich, nel trattamento delle glomerulonefriti, modello sperimentale animale di glomerulonefrite mesangio-proliferativa indotta da iniezione di anticorpo anti Thy 1.1. I parametri indagati ci permettono di valutare l’aspetto funzionale e quello istologico.
Materiali e Metodi. La sperimentazione prevede l’utilizzo di ratti femmine Wistar sani, suddivisi nei seguenti gruppi: controllo (C); glomerulonefrite a 4, 7 e 14 giorni (G); glomerulonefrite trattata con EPC a 4, 7 e 14 giorni (GT) . L’induzione della malattia viene effettuata attraverso l’iniezione di anticorpo anti Thy 1.1 nella vena femorale nei gruppi G e GT; gli animali dei gruppi trattati (GT) riceveranno una seconda iniezione contenente CPu dopo due giorni. Per tutta la durata della sperimentazione i ratti vengono alloggiati in gabbie metaboliche per la raccolta giornaliera delle urine. Al termine del periodo sperimentale gli animali sono stati sacrificati e prelevati campioni di tessuto renale. I campioni di urine sono stati utilizzati per la valutazione della proteinuria, i reni sono stati processati per le successive metodiche istologiche di microscopia ottica (ematossilina-eosina e PAS), immunofluorescenza per l’espressione di ZO-1 e immunoistochimica per la Desmina.
Risultati. Successivamente all’iniezione dell’anticorpo anti-Thy 1 si osserva un progressivo aumento dei livelli di proteinuria, significativo rispetto al controllo a partire dal giorno 4° (6.08±1.15 vs controllo 1±0.2); la proteinuria resta significativamente aumentata rispetto al controllo anche al giorni 7° e fino al 11° giorno. Gli animali del gruppo GT presentano un aumento della proteinuria significativo rispetto al controllo fino al giorno 8°, ma significamene ridotto rispetto al gruppo G, dal giorno 9° si osserva una riduzione di tale incremento, con livelli di proteinuria non significativi rispetto al controllo. Istologicamente, le colorazioni PAS ed Ematossilina-Eosina hanno evidenziato nel gruppo G chiari segni di collasso glomerulare, formazione di microaneurismi, infiltrato cellulare, progressiva sclerotizzazione glomerulare e atrofia tubulare fino al giorno 14°. Le sezioni di tessuto dei campioni del gruppo GT presentavano segni di collasso glomerulare, formazione di microaneurismi, infiltrato cellulare ed atrofia tubulare al giorno 4°, se pure di minor entità rispetto al gruppo non trattato. Al giorno 7° e 14° la protezione dal danno tissutale risultava più netta, con riduzione/assenza dei microaneurismi e della componente infiammatoria. L’analisi dell’espressione dello ZO-1 evidenziano una riduzione a 7 giorni negli animali con glomerulonefrite, mentre gli animali del gruppo GT presentavano una evidente protezione; l’espressione della Desmina mostra, viceversa un aumento dopo 4 e 7 giorni dall’iniezione dell’anti Thy-1, mentre per gli animali trattati si osserva solo una modesta espressione a 4giorni.
Conclusioni. La valutazione dei parametri funzionali ed istologici ha mostrato una chiara potenzialità protettiva da parte delle CPu nel danno da glomerulonefrite sperimentale.


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