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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06282018-084323


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SPADACCINI, CLAUDIA
URN
etd-06282018-084323
Titolo
Sindrome di Takotsubo in corso di shock settico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Forfori, Francesco
Parole chiave
  • rianimazione
  • cardiomiopatia
  • anestesia
  • sepsi
Data inizio appello
17/07/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Lo studio clinico oggetto di questa tesi ha l’obiettivo di analizzare il decorso clinico, il trattamento e l’outcome di un gruppo di pazienti che hanno manifestato la Sindrome di Takotsubo in corso di shock settico. In questa categoria di soggetti il sovraccarico di amine, sia esogene che endogene, può rappresentare un trigger per la manifestazione di tale sindrome. Tuttavia, la terapia con amine, che è frequentemente somministrata nella popolazione di pazienti settici, solo in casi rari innesca la cardiomiopatia da stress. Per questo motivo è ragionevole pensare che esistano ulteriori fattori di rischio che rendano un sottogruppo di pazienti settici maggiormente suscettibili alla manifestazione di TTS. La sindrome di Takotsubo è una patologia rara e i casi clinici osservati sono in numero troppo esiguo (3) per poter effettuare degli studi statistici significativi. Pertanto, l’obiettivo di questo studio è stato descriverne il decorso clinico, con particolare attenzione all’individuazione di fattori di rischio per la sindrome di Takotsubo indotta da stress catecolaminergico e di riportare il trattamento effettuato. I fattori di rischio riscontrati in questi pazienti sono stati: sesso femminile ed età post menopausale (per i casi 1 e 2), interventi chirurgici maggiori, patologie neoplastiche, shock settico, e terapia con noradrenalina (in particolare nel caso 3). La diagnosi si è basata principalmente sulle alterazioni elettrocardiografiche ed ecografiche, sul dosaggio degli enzimi cardiaci e sul recupero della funzione ventricolare nei successivi controlli. Il trattamento è stato confrontato con quello proposto dalle nuove linee guida del 2018.
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