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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06282016-225055


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
RICCI, DEBORA
URN
etd-06282016-225055
Titolo
anticorpi anti-tireoglobulina nel carcinoma differenziato della tiroide:significato dei bassi titoli in associazione con tireoglobulina indosabile dopo tiroidectomia totale e effetto sulla clearance della tireoglobulina
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
PATOLOGIA CLINICA
Relatori
relatore Prof. Paolicchi, Aldo
relatore Prof. Latrofa, Francesco
Parole chiave
  • anticorpi anti-tireoglobulina
  • Carcinoma differenziato della tiroide
  • tireoglobulina
Data inizio appello
19/07/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Tireoglobulina (Tg) è il marcatore del carcinoma differenziato della tiroide di origine follicolare (DTC) dopo l’intervento di tiroidectomia totale. La sua presenza indica la persistenza di tessuto tiroideo residuo, la sua assenza la remissione della malattia. Il limite principale del dosaggio della Tg è rappresentato dall’interferenza esercitata dagli anticorpi anti-tireoglobulina circolanti (AbTg), che solitamente inducono una sottostima dei valori di Tg circolante fino a valori inappropriatamente indosabili.
Questo lavoro ha avuto un duplice scopo: 1. chiarire il significato clinico dei bassi valori di AbTg circolanti nel carcinoma differenziato della tiroide e definire l'interferenza degli AbTg sulla misurazione della Tg sia in-vitro che in-vivo; 2. indagare il loro ruolo nella clearance della Tg circolante.
Per chiarire il significato clinico dei bassi valori di AbTg (studio 1), abbiamo correlato le concentrazioni di Tg e i livelli degli AbTg con la stadiazione post-tiroidectomia di 177 pazienti con carcinoma differenziato della tiroide di origine follicolare. Mentre la Tg veniva misurata con un’unica metodica, di tipo immunometrico (IMA), che è la metodica attualmente di riferimento, gli AbTg venivano misurati con 6 metodi diversi (3 IMA non competitivi e 3 radioimmunologici [RIA] competitivi). Un ulteriore scopo dello studio era il confronto dei diversi metodi di dosaggio nella misurazione dei bassi livelli di AbTg. Tutti i pazienti presentavano tessuto tiroideo residuo e 10 avevano una malattia metastatica. Pertanto la Tg circolante doveva risultare dosabile in tutti i pazienti, mentre risultava indosabile in 128 casi. A seconda del kit utilizzato per il dosaggio degli AbTg, i valori mediani della Tg erano 7,0-10,9, 0,0-5,3 e 0,0-0,0 ng/ml nei pazienti con autoanticorpi indosabili, borderline (valori compresi tra la sensibilità funzionale e il cut-off di positività) e positivi (p<0,001). Valori di Tg indosabile si associavano a livelli di AbTg borderline in 5 metodi di dosaggio. La Tg risultava indosabile solo in 2 pazienti con metastasi, entrambi con AbTg positivi in almeno 3 metodi. Al contrario, nessun paziente con Tg indosabile e AbTg indosabili o borderline aveva metastasi.
Per determinare se l’indosabilità della Tg era dovuta all’interferenza degli AbTg sul dosaggio della Tg in-vitro, abbiamo incubato i sieri di 67 pazienti con Tg indosabile e AbTg a basso titolo con 4 campioni contenenti Tg ad alta concentrazione che erano stati diluiti a concentrazioni comprese fra 0,1 e 330 ng/ml. La percentuale di recupero della Tg permetteva di definire l’entità dell’interferenza degli AbTg. Gli AbTg interferivano in maniera significativa con il recupero della Tg (p<0,001 per tutte le concentrazioni), ma livelli più bassi di anticorpi non precludevano il recupero della Tg.
Pertanto i bassi titoli degli AbTg, mentre influenzano parzialmente il dosaggio della Tg in-vitro, possono renderla indosabile, in-vivo in pazienti con residuo tiroideo post-tiroidectomia. Comunque, l’associazione di Tg indosabile con titoli bassi di AbTg (misurati con i metodi più sensibili) esclude la presenza di una malattia metastatica.
Sulla base di questi risultati, abbiamo deciso di valutare il ruolo svolto dagli AbTg nella clearance della Tg. Nei modelli animali sperimentali di tiroidite autoimmune è stato infatti dimostrato che gli AbTg accelerano la clearance della Tg in-vivo.
Sulla base di questi dati nell’animale e dei nostri risultati che gli AbTg interferiscono con il dosaggio della Tg in-vivo ma non in-vitro, abbiamo deciso di utilizzare come modello umano i soggetti che vengono sottoposti al trattamento con I131 per ipertiroidismo autoimmune (da morbo di Basedow-MB).
Questo potrebbe accadere anche nell'uomo, gli autoanticorpi potrebbero legare la Tg, rimuoverla dal circolo e quindi renderla indosabile. Alla luce dei risultati descritti sopra, che evidenziavano l’interferenza di AbTg a basso titolo solo in-vitro ma non in-vivo, abbiamo deciso di indagare il comportamento della Tg in presenza e in assenza di anticorpi diretti contro di essa in pazienti affetti da Morbo di Basedow (MB).
Venivano raccolti i sieri di 30 pazienti trattati con I131 al momento del trattamento e a intervalli di 15 giorni fino a 90 giorni, La Tg e gli AbTg venivano misurati con metodiche IMA. La Tg, dosabile in tutti i pazienti, aumentava fino al giorno 30, per poi diminuire, mentre gli AbTg rimanevano stabili fino al giorno per poi aumentare fino al giorno 90. Vi era una correlazione inversa, significativa tra concentrazione della Tg e livelli degli AbTg in tutti i prelievi tranne che al giorno 15. Quando i pazienti venivano suddivisi in due gruppi, uno con AbTg indosabili al tempo 0 e uno con AbTg dosabili, nel secondo gruppo le concentrazioni della Tg erano più basse al tempo 0 e in tutti i prelievi tranne al giorno 15 e al giorno 90. La media delle concentrazioni della Tg era più bassa nel gruppo con AbTg dosabili rispetto a quello con AbTg indosabili.
Questi risultati evidenziano che nell’uomo, come nell’animale, gli AbTg accelerano la clearance della Tg e ne determinano la scomparsa. Pertanto gli AbTg inducono una Tg indosabile in-vitro non per una mera interferenza analitica ma perché ne hanno determinato la scomparsa in-vivo.
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