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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06282016-084521


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CAMPO, ANGELO
URN
etd-06282016-084521
Titolo
?Produttivita e valore nutritivo di due prati monofiti di Panicum virgatum L. coltivati in ambiente Mediterraneo
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof. Mele, Marcello
correlatore Prof. Bonari, Enrico
Parole chiave
  • Foraggicoltura mediterranea
  • Panico
  • Switchgrass
  • Panicum virgatum
  • Saponine
Data inizio appello
18/07/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
I processi produttivi in agricoltura sono attualmente caratterizzati da una elevata “intensificazione”, rendendo perciò la produzione fortemente dipendente da input esterni, vulnerabili a patogeni e avversità e perdita della multifunzionalità. Difatti l’agricoltura moderna è ben lungi da essere il modello produttivo concepito in antichità; infatti alcuni scrittori prima Greci e poi Romani, definivano la parola “agricoltura” come un termine composto da due parole: “agri” cioè tutte le pratiche che ogni agricoltore deve attuare per produrre cibo, e “cultura”, cioè tutta la conoscenza che i contadini devono possedere affinché possano produrre cibo per tutti, senza alterare e danneggiare l'ambiente; quella che oggi definiremmo “sostenibilità”. La sostenibilità, nonostante fosse definita già ai tempi antichi, è stata chiaramente circoscritta solo nel 1987 attraverso il rapporto “Bruntland” alla Prima Conferenza ONU sull’ambiente. Nel trattato la sostenibilità assume il significato di “uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità, attraverso la compatibilità fra sviluppo e gestione delle risorse, delle generazioni future di soddisfare i propri”. L’agricoltura moderna deve necessariamente trovare un nuovo equilibrio in grado di rendere nuovamente i processi sostenibili, attraverso l’adozione di sistemi agricoli alternativi. Nello specifico della Toscana l’agricoltura gioca un ruolo di primo piano. Se analizziamo i dati del sesto censimento ISTAT (2010), la fotografia che si delinea mostra come la Toscana, nonostante la forte crisi economica, rappresenti ancora, con le sue 72.690 aziende, una buona fetta produttiva del centro Italia nella maggior parte dei settori agricoli. In questo ambito è perciò fondamentale una continua innovazione tecnologica mirata ad una migliore valorizzazione delle eccellenze prodotte sul nostro territorio. In ambiente mediterraneo il principale fattore limitante della foraggicoltura, strettamente connessa alla produzione zootecnica, è il clima il quale provoca, attraverso la limitata presenza di umidità del terreno durante i mesi estivi, un arresto di crescita delle principali colture foraggere. In quest'ottica, l'introduzione di nuove essenze resistenti alla siccità, e in grado di produrre foraggio durante i mesi estivi, può essere una valida scelta tecnica per sostenere le produzioni zootecniche. Una coltura interessante per tale scopo è il Panico (Panicum virgatum L.). Il Panico è una graminacea perenne macroterma inizialmente sfruttata negli Stati Uniti per la produzione di bioentanolo, ma che offre grandi potenzialità anche in ambito agricolo come cultura foraggera estiva. Lo scopo del lavoro svolto è stato quindi quello di valutare la produttività e la qualità del foraggio prodotto da due prati monofiti mono-varietali di Panico, determinandone l'attitudine ad essere impiegato come coltura foraggera in ambiente mediterraneo. Le analisi svolte hanno riguardato perciò l’indagine della dinamica di crescita delle due varietà, la caratterizzazione della componente fibrosa, determinazione dell’azoto totale, quantificazione della componente lipidica, indagine sull’eventuale presenza di fattori antinutrizionali quali le saponine e la determinazione dell’energia netta contenuta nella biomassa campionata. Dai dati raccolti è stato possibile comprendere meglio quale gestione del prato di Panico è più consona alle caratteristiche fenologiche e qualitative delle due varietà e in relazione al contesto climatico mediterraneo, al fine di migliorare le produzioni zootecniche sul nostro territorio.
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