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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06272018-203354


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
GEMIGNANI, GIULIA
URN
etd-06272018-203354
Titolo
L’utilizzo del perone vascolarizzato nella ricostruzione dell’arto inferiore in seguito a resezione intercalare
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Capanna, Rodolfo
Parole chiave
  • ortopedia
  • Capanna Technique
  • arti inferiori
  • perone vascolarizzato
  • chirurgia
Data inizio appello
17/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/07/2088
Riassunto
Negli ultimi decenni, grazie ai miglioramenti sopraggiunti nel campo delle metodiche diagnostiche e terapeutiche, la chirurgia di salvataggio dell’arto con preservazione dell’epifisi è divenuta la tecnica di scelta per la maggior parte dei pazienti con sarcoma delle ossa lunghe coinvolgente la regione metadiafisaria.
Nel corso di questo studio saranno dunque di specifico interesse le perdite di sostanza ossea conseguenti la resezione intercalare di un tumore a livello degli arti inferiori e le metodiche ricostruttive utilizzate a tale livello, mettendo in risalto quelle che fanno utilizzo del perone vascolarizzato.
VFG (vascularized fibular graft) senza l’utilizzo di innesti aggiuntivi, è generalmente usato nelle ricostruzioni degli arti superiori, mentre nell'arto inferiore, a causa delle maggiori sollecitazioni meccaniche, l'associazione di VFG con un allotrapianto è preferibile per migliorare la stabilità meccanica. La tecnica originale di associazione VFG (vascularized fibular graft) e allograft per la ricostruzione degli arti inferiori è stata descritta da Capanna et al. nel 1993. Questa tecnica combina un allograft con un innesto fibulare libero per la ricostruzione di ampi difetti ossei. Il razionale per l’utilizzo di questo approccio è che combina la forza meccanica dell’allograft con l’attività biologica del flap di osso vascolarizzato per promuovere la guarigione ossea, minimizzare il fallimento dell’allograft e facilitare l’uso funzionale dell’arto.
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