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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06272016-115649


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
PULEO, LUCIANA
URN
etd-06272016-115649
Titolo
Infiltrato Macrofagico nel Carcinoma Papillare della Tiroide
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
ENDOCRINOLOGIA E MALATTIE DEL METABOLISMO
Relatori
relatore Prof.ssa Elisei, Rossella
Parole chiave
  • macrofagi associati ai tumori
  • CD68
  • CD163
  • carcinoma papillare della tiroide
Data inizio appello
15/07/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2086
Riassunto
Introduzione: Il carcinoma papillare della tiroide (PTC), tumore maligno che deriva dall’epitelio follicolare, è la più comune neoplasia maligna del sistema endocrino. Di tale istotipo se ne conoscono diverse varianti tra cui: la variante classica (CPTC), la variante follicolare (FVPTC) e la variante a cellule alte (TCPTC). Nel nostro studio abbiamo considerato come variante a se stante la variante a cellule classiche con aree aggressive (solide e/o a cellule alte, CAPTC).
Dopo il trattamento standard, tiroidectomia totale e terapia radiometabolica effettuata sia per ablare il tessuto tiroideo residuo che in caso di metastasi iodocaptanti, la prognosi di tale carcinoma è eccellente per la maggior parte dei pazienti. Tuttavia la recidiva locale si verifica in circa il 20% dei pazienti e le metastasi a distanza in circa il 10% (50% circa a livello polmonare e 25% a livello osseo).
Oltre ai noti fattori prognostici conosciuti (età, sesso, TNM, estensione extratiroidea etc..) che ci permettono di prevedere se il paziente guarirà o andrà incontro a recidiva, recentemente è emerso da alcuni studi che altri due fattori tra cui la mutazione di BRAF e la presenza di variante a cellule alte e a cellule colonnari dell’istotipo papillare sono fattori prognostici negativi nei PTC.
Negli ultimi anni sempre maggiore importanza è stata riconosciuta al ruolo che il microambiente tumorale svolge sull’andamento biologico del tumore stesso. In particolare l’attenzione si è focalizzata su cellule infiammatorie maggiormente rappresentate nel tessuto peritumorale, i macrofagi. Diversi studi,infatti, hanno dimostrato che in vari tumori umani ed anche nei carcinomi anaplastici tiroidei sono presenti macrofagi e, in particolare, è stata dimostrata una loro correlazione con l’ aggressività tumorale.
Scopo dello studio: Scopo di questo studio è stato quello di valutare l’associazione tra la presenza dei TAM nel microambiente tumorale e le diverse varianti istologiche di PTC.
La presenza di TAM è stata anche correlata con le caratteristiche clinico-patologiche del tumore stesso e con la mutazione di BRAF.
Pazienti e metodi: Il gruppo di studio era costituito da 197 pazienti consecutivi [139 femmine (70%), 58 maschi (30%), rapporto M:F=1:2.4] con diagnosi istologica di PTC che sono afferiti presso l’Unità Operativa di Endocrinologia dell’Università di Pisa nel periodo compreso tra il 2010 e il 2013.
Di tutti i campioni abbiamo ricercato la presenza di macrofagi associati ai tumori (TAM) mediante l’uso di due anticorpi monoclonali di topo per la ricerca di antigeni CD68 e CD163 che identificano in maniera specifica 2 fenotipi di macrofagi (M1 ed M2) che maggiormente si riscontrano nel microambiente tumorale. Inoltre abbiamo valutato la correlazione tra le caratteristiche clinico-patologiche dei pazienti e la presenza di CD68 e CD163 (peri- ed intratumorale).
Risultati: dall’analisi è emerso che anche nella nostra casistica le varianti a cellule alte si sono dimostrate le varianti con caratteristiche di maggiore aggressività infatti erano associate a presenza di emboli neoplastici (p=0.01), infiltrazione dei tessuti lassi peritiroidei (p<0.0001), con l’assenza di capsula tumorale (p<0.0001) e con la mutazione di BRAFV600E (p<0.0001). Inoltre le varianti più aggressive hanno mostrato anche una correlazione con l’infiltrato linfocitario peritumorale (p=0.001) e la tiroidite sierica (p=0.05).
Inoltre è emerso che la presenza di CD68 peritumorale e CD163 peri-ed intratumorale è associata in maniera significativa con le varianti più aggressive di PTC (TCPTC e CAPTC), rispettivamente p<0.0001, p<0.0001 e p=0.001.
Andando a valutare la correlazione con le caratteristiche di maggiore aggressività abbiamo riscontrato che:
-il CD68 peritumorale correlava con la presenza della mutazione di BRAF (<0.0001), con la presenza di metastasi linfonodali (p=0.02) e con l’infiltrazione dei tessuti lassi peritiroidei (p=0.002).
-i CD163 peri-ed intratumorale correlavano con la presenza di metastasi linfonodali (rispettivamente p=0.005 e p=0.03), con l’infiltrazione dei tessuti lassi peritiroidei (rispettivamente p=0.007 e p=0.03), con la multifocalità (rispettivamente p=0.01 e p=0.04), con la mutazione del gene BRAFV600E (rispettivamente p=0.0006 e p=0.03) e con l’assenza di capsula tumorale (rispettivamente p=0.0003 e p=0.002). Il CD163 peritumorale correlava anche con le maggiori dimensioni del tumore (p=0.03).
Inoltre abbiamo riscontrato una correlazione statisticamente significativa del CD68 peritumorale e del CD163 peri- ed intratumorale con la presenza di infiltrato linfocitario peritumorale (rispettivamente p<0.0001, p<0.0001 e p=0.0003) e con la tiroidite sierica (rispettivamente p<0.0001, p=0.001 e p=0.002).
Conclusioni: In conclusione nel nostro gruppo di studio abbiamo confermato la presenza dei TAM nei PTC ed in particolare abbiamo riscontrato che la presenza di CD68 peri- e CD163 peri-ed intratumorale è significativamente più frequente nelle varianti più aggressive e che correla con le più importanti caratteristiche di aggressività dei PTC.
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