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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06272007-111253


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
Morici, Paola
URN
etd-06272007-111253
Titolo
Studio sull’efficienza di rimozione virale di un impianto di depurazione dei liquami urbani
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE BIOMOLECOLARI
Relatori
Relatore Dott. Verani, Marco
Relatore Prof.ssa Carducci, Annalaura
Parole chiave
  • acque reflue
Data inizio appello
16/07/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
La presenza di virus in diverse matrici ambientali rappresenta un importante problema per la sanità pubblica. In particolare, i reflui civili e agricoli contengono una grande varietà di organismi (batteri, protozoi e virus enterici), molti dei quali responsabili di infezioni a trasmissione oro-fecale.
Tra i microrganismi che possono costituire un rischio per la salute dell’uomo, i virus enterici patogeni stanno assumendo sempre maggiore importanza, anche a seguito del miglioramento delle tecniche di analisi che permettono di attribuire a questi molti episodi epidemici prima classificati come ad eziologia sconosciuta.
Considerando il ruolo che l’acqua assume come potenziale veicolo di trasmissione di malattie a carattere gastroenterico, risulta importante verificare l’efficienza dei trattamenti di depurazione dei reflui e delle pratiche di disinfezione, utili a prevenire la diffusione dei patogeni nei corpi idrici e la contaminazione ambientale che ne può derivare.
Secondo il D.Lgs n°152/99 le acque reflue depurate possono essere riutilizzate per diversi scopi, in particolare nell’irrigazione di colture destinate al consumo umano, di pascoli, ma anche di parchi e aree ricreative. Tuttavia, spesso i trattamenti di tipo convenzionale non sono sufficienti ad abbattere la carica virale e inoltre le normative vigenti a livello nazionale, europeo e internazionale non prevedono il controllo obbligatorio dei reflui riutilizzati, ma prevedono la sola ricerca di batteri indicatori di inquinamento fecale (E. coli ed enterococchi) che, sebbene in grado di rivelare una contaminazione e quindi un rischio indiretto per la salute, non costituiscono parametri correlabili con la presenza di virus enterici.
Ciò è dovuto principalmente alle difficoltà legate alla ricerca dei virus nell’ambiente e alla mancanza di metodiche standardizzate adattabili a tutti i virus enterici.
Diversi studi hanno dimostrato che tecniche molecolari, quali PCR e Real-Time PCR, risultano essere più sensibili e rapide rispetto alle metodiche tradizionali.
Sarebbe quindi necessario sviluppare un sistema di indicatori da affiancare alla ricerca diretta dei virus patogeni.
Nuove possibili prospettive si stanno aprendo per quanto riguarda l’utilizzo di indicatori virali come il virus TT e Adenovirus.
Lo scopo di questo lavoro è appunto quello di verificare l’efficienza di rimozione virale di un impianto di depurazione dei liquami urbani tramite la ricerca di probabili indicatori virali, TTV, virus a DNA a singolo filamento, e Adenovirus, patogeno molto diffuso in varie matrici ambientali, e di. HAV, uno dei principali virus patogeni ad RNA, molto stabile nei liquami grezzi e presente frequentemente negli effluenti finali degli impianti di depurazione.
Prima dell’inizio delle prove sul campo è stata studiata l’efficienza di alcuni protocolli: per l’estrazione degli acidi nucleici, tramite l’allestimento di prove di sensibilità e di recupero virale da campioni artificialmente contaminati, e per la quantificazione della carica virale presente nei campioni.
Campioni artificiali di acqua sono stati contaminati con Adenovirus (di tipo 2) a concentrazione nota, sottoposti a concentrazione ed estratti con due metodi di estrazione degli acidi nucleici, kit NucliSens Magnetic Extraction (Biomerieùx) e kit Qiamp DNA (Qiagen). Per effettuare le prove di sensibilità gli estratti sono stati diluiti e sottoposti a PCR qualitativa; la percentuale di recupero è stata calcolata con il metodo MPN e mediante quantificazione degli estratti interi con Real-Time PCR.
Dalle prove su campioni artificiali è emerso che il metodo più sensibile è risultato essere il Qiagen mostrando il 38,9% di positività alla diluizione 10-4, rispetto al 16,6% di positività mostrata dal metodo Biomerieùx. Su 24 campioni ambientali di acqua marina, il Qiagen ha rilevato positività in 4 campioni, mentre il metodo Biomerieùx non ha rilevato nessuna positività.
Le prove di recupero hanno mostrato una maggiore efficienza del metodo Qiagen rispetto al Biomerieùx sia mediante il calcolo dell’MPN che mediante PCR quantitativa.
Il metodo scelto per la fase successiva di monitoraggio è stato il Qiagen.
Nella fase di monitoraggio sono stati prelevati campioni di liquami in entrata e in uscita dell’impianto di depurazione di S. Jacopo a Pisa.
I risultati del monitoraggio hanno evidenziato la presenza costante di Adenovirus nei campioni prelevati sia in entrata che in uscita dell’impianto; TTVirus è stato rilevato nel 95% (19/20) dei liquami grezzi e nell’85% (17/20) dei campioni in uscita, mentre HAV è stato rilevato soltanto in un campione di liquame grezzo e in un campione prelevato in uscita.
Grazie alla quantificazione dei campioni risultati positivi alla PCR qualitativa, è stato possibile verificare l’abbattimento della carica virale determinato dall’impianto nell’effluente finale. L’impianto ha determinato un abbattimento medio di adenovirus e di TTV rispettivamente di 2 Log e 1,58 Log.
I risultati delle analisi degli indicatori batterici hanno mostrato un abbattimento medio della carica microbica di E. coli ed Enterococchi rispettivamente di 1,74 Log e di 1,99 Log. Per quanto riguarda i colifagi somatici è stato osservato un abbattimento medio di 2,2 Log.
Gli indicatori batterici e fagici hanno mostrato una mancanza di correlazione significativa con la presenza di virus, dimostrandosi insufficienti per la valutazione del rischio per le acque che presentano contaminazione virale.
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