Tesi etd-06252020-112751 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FAVATI, ELIA
URN
etd-06252020-112751
Titolo
Caratterizzazione agronomica e qualitativa di due cultivar di lino da olio coltivate nell'areale della pianura pisana
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof.ssa Angelini, Luciana Gabriella
Parole chiave
- coltivation linseed
- coltivazione lino
- concimazione lino
- controllo delle infestanti lino
- controllo integrato lino
- fertilization linseed
- integrated management linseed
- lino
- lino da olio
- linseed
- weed management linseed
Data inizio appello
13/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/07/2060
Riassunto
Nel presente lavoro di tesi sono state analizzate e confrontate le produzioni di due varietà di lino da olio, Sideral e Kaolin, coltivate da quattro aziende agricole ubicate nella provincia di Pisa e dal Centro di ricerca sperimentale “E.Avanzi”, al fine di individuare la tecnica colturale più adatta alla coltivazione di questa oleaginosa innovativa nell’areale della pianura Pisana, dato l’interesse crescente da parte del settore alimentare per i suoi prodotti (semi e olio) caratterizzati da elevate proprietà nutrizionali e nutraceutiche.
Ogni sito di coltivazione è stato caratterizzato da un punto di vista pedo-climatico e le tecniche agronomiche calibrate su scala aziendale in relazione alle specificità di ogni contesto produttivo. Alla raccolta sono stati effettuati rilievi distruttivi su aree di saggio opportunamente replicate, per ciascuna varietà, per la determinazione dei principali parametri biometrici e produttivi quanti-qualitativi.
I dati raccolti sono stati successivamente sottoposti ad analisi statistica, al fine di evidenziare le differenze significative dovute all’effetto dei fattori “varietà” e “località” (intesa come l’insieme fra sito di coltivazione e agro-tecnica) e alla loro interazione.
Il decorso climatico della stagione di crescita, che ha favorito lo sviluppo e la diffusione delle infestanti in tutte le località, ha avuto un’influenza negativa sulle produzioni di tutte le aziende. Le rese unitarie in semi e in olio di Sideral e Kaolin sono state mediamente basse; dall’analisi, non sono state riscontrate differenze significative fra le due varietà. Tuttavia, è emersa una differente capacità di adattamento all’ambiente di coltivazione da parte delle due cultivar; Kaolin ha infatti mostrato dei risultati significativamente più alti nella produzione per pianta, nel contenuto percentuale di olio nel seme e nell’indice di raccolta.
Le rese unitarie reali, in alcuni casi, sono state inferiori rispetto alle rese potenziali. Il periodo ottimale di raccolta per l’areale di coltivazione è compreso fra la fine di giugno e la fine di luglio; i ritardi operativi di alcune aziende, dovuti a motivi tecnici di diversa natura, hanno incrementato le difficoltà di raccolta a causa dello sviluppo eccessivo delle infestanti.
I risultati delle componenti della resa sono stati influenzati significativamente dall’interazione fra genotipo e località. Gli accorgimenti adottati dalle aziende nella pratica di concimazione (eventuale frazionamento della dose ed epoca di distribuzione dei concimi minerali azotati), in relazione all’andamento stagionale delle precipitazioni, hanno avuto un ruolo chiave nel determinare la variabilità dei parametri produttivi nello studio condotto sul confronto varietale. Le produzioni per pianta significativamente più alte sono state osservate nelle località in cui è stata distribuita la dose più elevata di azoto ad inizio primavera. Ciò conferma l’importanza dell’elemento nutritivo e del conseguente effetto della sua disponibilità sulla produzione.
Le precipitazioni (per distribuzione ed entità) hanno influenzato anche l’effetto dell’epoca di semina (primaverile e autunnale), valutato in un’unica località, per la varietà Sideral. Le abbondanti precipitazioni del mese di marzo hanno annullato l’efficacia del primo intervento di concimazione azotata nella semina autunnale (fine febbraio, con concime minerale binario NP 19-6), facendo sì che ci fosse una diversa disponibilità di elemento nutritivo fra le due epoche di semina. I risultati di entrambi gli studi hanno messo in risalto le problematiche legate al periodo di distribuzione dei concimi azotati in copertura, suggerendo, in conclusione, di non intervenire troppo precocemente per evitare perdite di azoto dovute all’eventualità che si verifichino importanti eventi piovosi.
Il sito in cui era presente solo la cultivar Sideral, è stato caratterizzato da una presenza di flora infestante molto più elevata, anche a causa di una scarsa efficacia di azione del principio attivo impiegato per il diserbo chimico. Le infestanti hanno influenzato negativamente la produzione potenziale al punto di impedire la raccolta del lino. Il controllo chimico delle infestanti nella coltura del lino, è peraltro problematico, data la limitatissima disponibilità di principi attivi registrati sulla coltura nei disciplinari di produzione integrata (in Toscana l’unico p.a. ammesso in post emergenza è il Bromoxylin). La ridotta disponibilità di erbicidi per il controllo delle infestanti in questa coltura “minore”, infatti, favorisce l’utilizzo dello stesso erbicida o di un numero limitato di erbicidi con lo stesso meccanismo di azione, con un forte rischio di induzione di sviluppo di malerbe resistenti.
Le analisi chimiche effettuate sui campioni di seme hanno mostrato un elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi e di acido linolenico ω-3 nell’olio di entrambe le varietà; nel confronto fra gli ambienti di coltivazione, non sono emerse differenze sulla composizione in acidi grassi riconducibili alla tecnica di coltivazione adottata dalle aziende.
Ogni sito di coltivazione è stato caratterizzato da un punto di vista pedo-climatico e le tecniche agronomiche calibrate su scala aziendale in relazione alle specificità di ogni contesto produttivo. Alla raccolta sono stati effettuati rilievi distruttivi su aree di saggio opportunamente replicate, per ciascuna varietà, per la determinazione dei principali parametri biometrici e produttivi quanti-qualitativi.
I dati raccolti sono stati successivamente sottoposti ad analisi statistica, al fine di evidenziare le differenze significative dovute all’effetto dei fattori “varietà” e “località” (intesa come l’insieme fra sito di coltivazione e agro-tecnica) e alla loro interazione.
Il decorso climatico della stagione di crescita, che ha favorito lo sviluppo e la diffusione delle infestanti in tutte le località, ha avuto un’influenza negativa sulle produzioni di tutte le aziende. Le rese unitarie in semi e in olio di Sideral e Kaolin sono state mediamente basse; dall’analisi, non sono state riscontrate differenze significative fra le due varietà. Tuttavia, è emersa una differente capacità di adattamento all’ambiente di coltivazione da parte delle due cultivar; Kaolin ha infatti mostrato dei risultati significativamente più alti nella produzione per pianta, nel contenuto percentuale di olio nel seme e nell’indice di raccolta.
Le rese unitarie reali, in alcuni casi, sono state inferiori rispetto alle rese potenziali. Il periodo ottimale di raccolta per l’areale di coltivazione è compreso fra la fine di giugno e la fine di luglio; i ritardi operativi di alcune aziende, dovuti a motivi tecnici di diversa natura, hanno incrementato le difficoltà di raccolta a causa dello sviluppo eccessivo delle infestanti.
I risultati delle componenti della resa sono stati influenzati significativamente dall’interazione fra genotipo e località. Gli accorgimenti adottati dalle aziende nella pratica di concimazione (eventuale frazionamento della dose ed epoca di distribuzione dei concimi minerali azotati), in relazione all’andamento stagionale delle precipitazioni, hanno avuto un ruolo chiave nel determinare la variabilità dei parametri produttivi nello studio condotto sul confronto varietale. Le produzioni per pianta significativamente più alte sono state osservate nelle località in cui è stata distribuita la dose più elevata di azoto ad inizio primavera. Ciò conferma l’importanza dell’elemento nutritivo e del conseguente effetto della sua disponibilità sulla produzione.
Le precipitazioni (per distribuzione ed entità) hanno influenzato anche l’effetto dell’epoca di semina (primaverile e autunnale), valutato in un’unica località, per la varietà Sideral. Le abbondanti precipitazioni del mese di marzo hanno annullato l’efficacia del primo intervento di concimazione azotata nella semina autunnale (fine febbraio, con concime minerale binario NP 19-6), facendo sì che ci fosse una diversa disponibilità di elemento nutritivo fra le due epoche di semina. I risultati di entrambi gli studi hanno messo in risalto le problematiche legate al periodo di distribuzione dei concimi azotati in copertura, suggerendo, in conclusione, di non intervenire troppo precocemente per evitare perdite di azoto dovute all’eventualità che si verifichino importanti eventi piovosi.
Il sito in cui era presente solo la cultivar Sideral, è stato caratterizzato da una presenza di flora infestante molto più elevata, anche a causa di una scarsa efficacia di azione del principio attivo impiegato per il diserbo chimico. Le infestanti hanno influenzato negativamente la produzione potenziale al punto di impedire la raccolta del lino. Il controllo chimico delle infestanti nella coltura del lino, è peraltro problematico, data la limitatissima disponibilità di principi attivi registrati sulla coltura nei disciplinari di produzione integrata (in Toscana l’unico p.a. ammesso in post emergenza è il Bromoxylin). La ridotta disponibilità di erbicidi per il controllo delle infestanti in questa coltura “minore”, infatti, favorisce l’utilizzo dello stesso erbicida o di un numero limitato di erbicidi con lo stesso meccanismo di azione, con un forte rischio di induzione di sviluppo di malerbe resistenti.
Le analisi chimiche effettuate sui campioni di seme hanno mostrato un elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi e di acido linolenico ω-3 nell’olio di entrambe le varietà; nel confronto fra gli ambienti di coltivazione, non sono emerse differenze sulla composizione in acidi grassi riconducibili alla tecnica di coltivazione adottata dalle aziende.
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