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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06252015-122643


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
BIANCHI, SILVIA
URN
etd-06252015-122643
Titolo
Il trattamento farmacologico del dolore neuropatico: ruolo della palmitoiletanolamide
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof.ssa Breschi, Maria Cristina
Parole chiave
  • recettori cannabinoidi
  • palmitoiletanolamide
  • pea
  • gpr55
  • dolore neuropatico
  • cb1
  • cb2
Data inizio appello
15/07/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il dolore neuropatico è conseguente ad una degenerazione o irritazione delle fibre nervose: da ciò dipende la conduzione di segnali anomali diretti ai centri cerebrali di interpretazione del dolore. Non è sempre correlato e proporzionale a una lesione somatica o a uno stimolo intenso nel sito in cui viene avvertito. Comune in questo tipo di dolore è l’iperalgia, cioè la comparsa di dolore anche a stimoli lievi per un soggetto sano, causati da lesioni dei nocicettori o dei nervi del sistema nervoso periferico, oppure dolore di intensità sproporzionata rispetto all’entità dello stimolo. l dolore neuropatico è spesso difficilmente curabile: gli analgesici sono spesso inefficaci, compresa la stessa morfina. Si ricorre spesso a terapie palliative con antidepressivi, o a tecniche più invasive come i blocchi anestetici, le neurostimolazioni o a interventi chirurgici, ma non esistono ancora trattamenti specifici, e si tratta di uno dei problemi più frustranti della terapia antalgica.

Negli ultimi anni si sono accumulate evidenze a sostegno del possibile impiego dei derivati della Cannabis nel trattamento di queste forme di dolore.La scoperta dei recettori per i cannabinoidi ha portato all'identificazione di sostanze endogene in grado di interagire con questi recettori.Questi endocannabinoidi sono derivati dall'acido arachidonico, acido grasso polinsaturo di membrana. Gli endocannabinoidi sino a ora identificati sono sette, dei quali i più importanti sono l'anandamide (N-arachidonoil etanolamide ''AEA'') che deve il suo nome alla parola sanscrita ''Ananda'', che significa “stato di grazia”,28 il 2-arachidonoil glicerolo ''2-AG''.29,30 e oleiletanolamina (OEA) l’ n-arachidonoildopamina (NADA) e la palmitoiletanolamina (PEA).
Il PEA è l’ammide dell’acido palmitico, appartenente alla famiglia delle aciletanolamine, uno classe di neuromodulatori lipidici, sintetizzata a partire da un precursore fosfolipidico di membrana.
Palmitoiletanolamide (PEA) è un componente del cibo conosciuto sin dal 1957. PEA viene sintetizzato a metabolizzato nelle cellule animali attraverso enzimi e esercita una moltitudine di funzioni fisiologiche collegate all' omeostasi metabolica.Importanti studi stanno evidenziando come questa molecola organica possa interagire con i recettori dei cannabinoidi e come possa interagire con il recettore gpr55 per la modulazione della percezione dolorifica.
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