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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06252009-154645


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
PICCININI, STEFANIA
URN
etd-06252009-154645
Titolo
Evoluzione recente e ricostruzione di paleoalvei sepolti di un settore della Piana alluvionale di Lucca attraverso analisi di telerilevamento e dati di campagna organizzati su piattaforma GIS
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
Relatore Dott.ssa Bisson, Marina
Relatore Prof. Zanchetta, Giovanni
Parole chiave
  • paleoalvei
  • Serchio
  • gis
Data inizio appello
29/07/2009
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
29/07/2049
Riassunto
La pianura di Lucca è stata modellata dal Fiume Serchio che ha visto stravolgere il proprio corso innumerevoli volte nel passare dei secoli. In antichità si chiamava "Auser" e, prima di arrivare presso la città di Lucca, divergeva in due rami all'altezza di San Pietro a Vico. Il primo ramo (il minore e chiamato "Auserculus", cioè "piccolo Auser") lambiva Lucca da nord, continuando il suo corso presso Borgo Giannotti e fino alla zona di Montuolo. Il secondo ramo (il maggiore, che quindi portava il nome originale di "Auser") passava vicino alla periferia orientale della città lucchese, scorrendo poi nelle zone di Lammari, Lunata e Capannori. All'altezza di Pieve San Paolo questo ramo subiva una ulteriore ramificazione: una parte seguitava il suo corso a est verso Bientina, l'altra, passando a sud di Lucca e scorrendo verso ovest, si ricongiungeva al primo ramo nei pressi di Montuolo, formando perciò un gorgo attorno a Lucca.
Sulla base degli studi pregressi riguardo la ricostruzione dei possibili paleoalvei del Serchio, questa tesi propone una riorganizzazione delle informazioni esistenti (mappe storiche del fiume Serchio, prove penetrometriche, stratigrafie di pozzi, rete idrografica, ecc) in una banca dati logicamente strutturata e implementata con i nuovi risultati ottenuti tramite analisi di telerilevamento ed interpretazione dei dati di campagna. In particolare, sono state analizzate sia ortofoto (a toni di grigio ed a colori) che immagini satellitari (Landsat 7 ETM); entrambe sono risultate decisive nel riconoscimento di possibili paleoalvei in quanto hanno permesso l’identificazione di strutture con andamento meandriforme che, come suggerito da diversi lavori presenti in letteratura, possono indicare antichi corsi d’acqua. Queste analisi sono state integrate con il lavoro svolto in campagna, volto al riconoscimento di quelle coperture litologiche significative per l’identificazione delle aree interessate da possibili tracce di paleolvei.
La totalità dei dati, sia bibliografici che prodotti in questo studio, è stata organizzata in una banca dati digitale realizzata su piattaforma GIS. Essa, strutturata in più livelli informativi tematici (vettoriali e raster), rappresenta un sistema interrogabile in grado di gestire diverse tipologie di informazione.
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