Tesi etd-06242019-211238 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CAPRIO, SONIA
URN
etd-06242019-211238
Titolo
Influenza della tiroidite linfocitaria, degli anticorpi anti-tireoperossidasi e degli anticorpi anti-tireoglobulina sulla prognosi del carcinoma papillare della tiroide
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Latrofa, Francesco
Parole chiave
- anticorpi anti-tireoglobulina
- anticorpi anti-tireoperossidasi
- carcinoma papillare della tiroide
- tiroidite linfocitaria
Data inizio appello
16/07/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/07/2089
Riassunto
Nei pazienti con carcinoma papillare della tiroide (papillary thyroid carcinoma - PTC) è frequente il riscontro di un infiltrato linfocitario diffuso all’istologia e di autoanticorpi anti-tireoglobulina (AbTg) e anti-tireoperossidasi (AbTPO) circolanti. Talvolta la tiroidite linfocitaria viene evidenziata anche in assenza degli autoanticorpi. Il significato prognostico della tiroidite linfocitaria e degli autoanticorpi è dibattuto. Alcuni autori hanno associato la tiroidite di Hashimoto (TH) a un outcome più favorevole della neoplasia, altri invece hanno rilevato che la presenza degli AbTg postoperatori si associa a un andamento clinico peggiore. Pochi sono i dati riguardanti il rapporto tra prognosi e AbTPO.
Scopo della tesi. Valutare l’andamento del PTC in rapporto alla tiroidite linfocitaria, alla presenza degli AbTg e alla presenza degli AbTPO.
Materiali e metodi. Sono stati esaminati 194 pazienti consecutivi e non selezionati con PTC, giunti alla nostra osservazione tra il 2007 e il 2009 e seguiti per 7,2 anni (media). Tutti i pazienti venivano trattati con tiroidectomia totale, seguita dall’ablazione del residuo con 131I. Il PTC era stato classificato nelle varianti follicolare, classica, a cellule alte e altre (solido, a cellule ossifile). La tiroidite linfocitaria veniva diagnosticata quando vi erano ≥10 linfociti per campo all’esame istologico. La Tireoglobulina (Tg) veniva dosata con un metodo con sensibilità funzionale di 0,1 ng/mL. Gli AbTg venivano dosati con un metodo con una sensibilità analitica di 6 UI/mL e funzionale di 8 UI/mL e gli AbTPO con un metodo con una sensibilità analitica di 3 UI/mL. Al momento dell’ablazione, tutti i pazienti venivano sottoposti al dosaggio della Tg, degli AbTg e degli AbTPO, all’ecografia del collo, alla captazione dello 131I alla 24° ora e alla scintigrafia totale corporea (WBS). Il dosaggio della Tg, degli AbTg, degli AbTPO e l’ecografia del collo venivano poi ripetuti ogni 6-12 mesi. La diagnosi di recidiva locale o di metastasi linfonodale si basava sull’agoaspirato, quello di metastasi a distanza sul WBS, la TC o la PET/TC. I pazienti erano considerati guariti quando la Tg non stimolata era indosabile (<0,20 ng/mL) o <1 ng/mL dopo rh-TSH (con AbTg indosabili) e l’ecografia del collo negativa, e anche quando, in presenza degli altri criteri, gli AbTg si riducevano progressivamente. La malattia era considerata persistente quando la Tg non stimolata era dosabile o dopo rh-TSH ≥1 ng/mL o gli AbTg erano stazionari o in aumento, o in presenza di malattia locale o di metastasi a distanza al WBS post 131I.
Risultati. La tiroidite linfocitaria veniva rilevata nel 47% dei pazienti e si associava significativamente al sesso femminile (p=0,005) e all’ipoecogenicità della ghiandola (p=0,049), ma non al tipo di variante, allo stadio (TNM) e alla categoria di rischio ATA. La percentuale di AbTg e di AbTPO positivi e il loro titolo anticorpale erano più elevati nei pazienti con tiroidite linfocitaria rispetto a quelli senza tiroidite (p<0,001). Il tempo di guarigione era diverso tra le varianti, ma in maniera non significativa: follicolare 8,0 mesi, classica 8,2 mesi, a cellule alte 16,5 mesi, altre varianti 39,3 mesi. Dei 44 pazienti con persistenza della malattia, 17 erano variante follicolare, 19 variante classica, 6 a cellule alte e 2 altre varianti. I pazienti con tiroidite linfocitaria presentavano un tempo mediano di guarigione più lungo (19,5 mesi) rispetto ai pazienti senza tiroidite (7,5 mesi) (p<0,001). Il tempo mediano di guarigione dei pazienti con AbTg dosabili era 28,5 mesi, quello dei pazienti con AbTg indosabili risultava 7,5 mesi (p<0,001). Il tempo mediano di guarigione dei pazienti con AbTPO positivi era 28 mesi, quello dei pazienti con AbTPO negativi 8 mesi (p=0,005). All’analisi multivariata la variabile indipendente era costituita dagli AbTg: i pazienti con AbTg dosabili presentavano una probabilità di guarigione significativamente più bassa rispetto a quelli con AbTg indosabili (0,54; 0,35-0,83) (HR; intervallo di confidenza) (p<0,001).
Conclusioni. Nei pazienti con PTC la tiroidite linfocitaria all’istologia e la positività degli AbTg e degli AbTPO dopo l’intervento di tiroidectomia totale sono fattori prognostici negativi. Di questi, gli AbTg costituiscono il fattore più rilevante.
Scopo della tesi. Valutare l’andamento del PTC in rapporto alla tiroidite linfocitaria, alla presenza degli AbTg e alla presenza degli AbTPO.
Materiali e metodi. Sono stati esaminati 194 pazienti consecutivi e non selezionati con PTC, giunti alla nostra osservazione tra il 2007 e il 2009 e seguiti per 7,2 anni (media). Tutti i pazienti venivano trattati con tiroidectomia totale, seguita dall’ablazione del residuo con 131I. Il PTC era stato classificato nelle varianti follicolare, classica, a cellule alte e altre (solido, a cellule ossifile). La tiroidite linfocitaria veniva diagnosticata quando vi erano ≥10 linfociti per campo all’esame istologico. La Tireoglobulina (Tg) veniva dosata con un metodo con sensibilità funzionale di 0,1 ng/mL. Gli AbTg venivano dosati con un metodo con una sensibilità analitica di 6 UI/mL e funzionale di 8 UI/mL e gli AbTPO con un metodo con una sensibilità analitica di 3 UI/mL. Al momento dell’ablazione, tutti i pazienti venivano sottoposti al dosaggio della Tg, degli AbTg e degli AbTPO, all’ecografia del collo, alla captazione dello 131I alla 24° ora e alla scintigrafia totale corporea (WBS). Il dosaggio della Tg, degli AbTg, degli AbTPO e l’ecografia del collo venivano poi ripetuti ogni 6-12 mesi. La diagnosi di recidiva locale o di metastasi linfonodale si basava sull’agoaspirato, quello di metastasi a distanza sul WBS, la TC o la PET/TC. I pazienti erano considerati guariti quando la Tg non stimolata era indosabile (<0,20 ng/mL) o <1 ng/mL dopo rh-TSH (con AbTg indosabili) e l’ecografia del collo negativa, e anche quando, in presenza degli altri criteri, gli AbTg si riducevano progressivamente. La malattia era considerata persistente quando la Tg non stimolata era dosabile o dopo rh-TSH ≥1 ng/mL o gli AbTg erano stazionari o in aumento, o in presenza di malattia locale o di metastasi a distanza al WBS post 131I.
Risultati. La tiroidite linfocitaria veniva rilevata nel 47% dei pazienti e si associava significativamente al sesso femminile (p=0,005) e all’ipoecogenicità della ghiandola (p=0,049), ma non al tipo di variante, allo stadio (TNM) e alla categoria di rischio ATA. La percentuale di AbTg e di AbTPO positivi e il loro titolo anticorpale erano più elevati nei pazienti con tiroidite linfocitaria rispetto a quelli senza tiroidite (p<0,001). Il tempo di guarigione era diverso tra le varianti, ma in maniera non significativa: follicolare 8,0 mesi, classica 8,2 mesi, a cellule alte 16,5 mesi, altre varianti 39,3 mesi. Dei 44 pazienti con persistenza della malattia, 17 erano variante follicolare, 19 variante classica, 6 a cellule alte e 2 altre varianti. I pazienti con tiroidite linfocitaria presentavano un tempo mediano di guarigione più lungo (19,5 mesi) rispetto ai pazienti senza tiroidite (7,5 mesi) (p<0,001). Il tempo mediano di guarigione dei pazienti con AbTg dosabili era 28,5 mesi, quello dei pazienti con AbTg indosabili risultava 7,5 mesi (p<0,001). Il tempo mediano di guarigione dei pazienti con AbTPO positivi era 28 mesi, quello dei pazienti con AbTPO negativi 8 mesi (p=0,005). All’analisi multivariata la variabile indipendente era costituita dagli AbTg: i pazienti con AbTg dosabili presentavano una probabilità di guarigione significativamente più bassa rispetto a quelli con AbTg indosabili (0,54; 0,35-0,83) (HR; intervallo di confidenza) (p<0,001).
Conclusioni. Nei pazienti con PTC la tiroidite linfocitaria all’istologia e la positività degli AbTg e degli AbTPO dopo l’intervento di tiroidectomia totale sono fattori prognostici negativi. Di questi, gli AbTg costituiscono il fattore più rilevante.
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