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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06242018-204533


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
SABATINI, ELENA
URN
etd-06242018-204533
Titolo
La condizione giuridica del minore straniero non accompagnato alla luce della Legge 7 aprile 2017, n. 47
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Dott.ssa Murgo, Caterina
Parole chiave
  • minore straniero non accompagnato
  • integrazione
  • accoglienza
  • MSNA
  • Zampa
Data inizio appello
18/07/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Quotidianamente il fenomeno della migrazione viene trattato facendo riferimento ad uno stato di emergenza, ma di fatto si tratta di una prassi ormai consolidata nei secoli che abbraccia in maniera indistinta nazionalità e motivazioni differenti eludendo, dunque, il carattere dell’imprevedibilità e connotandosi piuttosto come una costante della storia dell’umanità, seppur nell’ultimo ventennio siano stati registrati aumenti non indifferenti dei flussi migratori. Uno studio condotto alla fine del 2017 e pubblicato in occasione della giornata internazionale dei migranti ha, infatti, rivelato che circa 258 milioni di persone hanno lasciato i loro Paesi di nascita ed ora vivono in altre nazioni con un aumento del 49% rispetto al 2000, quando erano 173 milioni e del 18% rispetto al 2010, quando se ne contavano 220 milioni.
Se è innegabile che la migrazione risulti essere manifestazione di un fenomeno che da sempre ha contraddistinto la vita degli esseri umani interessando l’intero pianeta benché gli Stati di partenza e di arrivo siano mutati con il susseguirsi delle epoche storiche ed i flussi migratori si siano dimostrati, di recente, in costante e preoccupante crescita, qualcosa di nuovo viene registrato e si tratta della emersione di particolari categorie migratorie: le donne (che costituiscono il 51% dei migranti internazionali, anche se il loro numero supera quello degli uomini se si guarda alle sole regioni maggiormente sviluppate), i migranti ambientali (circa 40 milioni di persone che hanno spostato la loro residenza abituale per un periodo di tempo sufficientemente lungo a causa principalmente, se non unicamente, di motivazioni legate all’ambiente ed alle condizioni climatiche) ed i minori (al momento sono circa 50 milioni i bambini e gli adolescenti che si stanno spostando in tutto il mondo). Soffermandoci, in modo particolare, su quest’ultima consistente categoria migratoria ed esaminando il fenomeno limitatamente al contesto italiano, è fondamentale chiarire come spesso, quando si parla di “minori migranti” o di “minori stranieri” lo si fa in maniera indistinta con il risultato di dare l’immagine di un gruppo omogeno, ma ciò, nei fatti, non corrisponde alla realtà. Al contrario, infatti, i minori stranieri costituiscono una realtà complessa ed eterogenea per cui molteplici sono le tipologie migratorie che si possono rintracciare: ci sono minori che hanno vissuto in prima persona l’esperienza migratoria, giungendo in Italia insieme con i genitori o arrivando successivamente in virtù del dispositivo legislativo del ricongiungimento familiare e ci sono minori che sono nati in Italia da genitori stranieri che, dunque, non hanno vissuto direttamente la migrazione, ma che vengono in ogni caso definiti “migranti” in virtù della legge sulla cittadinanza e dell’esperienza migratoria familiare. Un’ulteriore tipologia è quella rappresentata dai minori che migrano da soli, che arrivano in Italia privi di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti di riferimento per loro legalmente responsabili, che ne siano tutori od affidatari, in virtù di un provvedimento formale valido in base alla legge dell’ordinamento italiano. In alcuni Paesi europei si parla di “minori separati”. In Italia viene utilizzata la locuzione di minori stranieri non accompagnati.
Per quanto nel nostro Paese siano presenti soprattutto minori stranieri accompagnati e verso di essi, conseguentemente, l’attenzione registrata si dimostri maggiore, il tema dei minori stranieri non accompagnati negli ultimi vent’anni è stato investigato con una frequenza sempre crescente, trattandosi di una tematica emergente all’interno del più generale ambito dell’immigrazione, sempre più presente nella letteratura a carattere sociale e giuridico. La questione dei minori migranti soli si propone oggi, come lo dimostrano i recentissimi fatti di cronaca, all’attenzione delle istituzioni, degli operatori e della società come un argomento di grande attualità ed è stato proprio questo il motivo per cui è stato deciso di dedicare l’oggetto del presente elaborato all’analisi di tale categoria e della relativa condizione giuridica alla luce della novella Legge 7 aprile 2017, n. 47.
In particolare, oltre alle questioni definitorie che aprono la trattazione della materia dei minori stranieri non accompagnati, è stato ritenuto importante riservare spazio allo studio di due profili del fenomeno che hanno condotto non solo le organizzazioni a difesa dei diritti dei minori e le agenzie umanitarie, ma anche le istituzioni, le pubblica amministrazioni e le autorità giudiziarie ad avvertire la necessità di riorganizzare la materia relativa alla tutela ed alla protezione dei minori stranieri giunti soli nel territorio italiano in un unico atto normativo. Il primo attiene l’aspetto quantitativo del fenomeno dei minori stranieri non accompagnati cresciuto in maniera allarmante tra il 2011 ed il 2016. Mentre alla fine del 2011 erano stati contati 3.802 minori stranieri non accompagnati approdati sull’isola di Lampedusa al termine del 2016, anno alle porte dell’approvazione della Legge 7 aprile 2017, n. 47, il numero è molto cresciuto raggiungendo la soglia dei 25.846 minori migranti soli sbarcati sulle coste italiane. Il secondo riguarda il complesso, frammentato e di non semplice interpretazione panorama normativo al quale veniva fatto riferimento per la regolamentazione della condizione giuridica dei minori stranieri non accompagnati prima dell’entrata in vigore della Legge 7 aprile 2017, n. 47, incentrato, in parte, sulla legislazione di favore relativa ai minori italiani e, in parte, su quella maggiormente restrittiva relativa agli stranieri. Quest’ultima, che è stata costantemente modificata e riformata nel corso degli anni sull’onda di spinte sociali e di opzioni politiche, ha dettato sporadiche disposizioni specificatamente riservate ai minori stranieri non accompagnati che, a volte, si sono rivelate a favore dell’accoglienza e dell’integrazione mentre, altre, invece rappresentato un freno all’adozione di misure di inserimento sociale, senza contare l’adozione di regolamenti e circolari di interpretazione non sempre univoca, con casi di contrasto con norme internazionali e leggi nazionali. Tale confusione normativa e regolamentare non ha mancato di generare situazioni frequenti di disomogeneità sia nelle decisioni dei Tribunali che nei provvedimenti degli Enti locali e delle questure.
La Legge 7 aprile 2017, n. 47, che ha rappresentato il primo esemplare in Europa di atto legislativo volto ad introdurre un sistema normativa organico e compatto in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati, di fronte alle necessità di incrementare le forme di tutela per questa categoria di migranti considerata quella in assoluto più vulnerabile nonché di perfezionare meccanismi specifici in grado di favorire percorsi di inserimento e integrazione sociale funzionali, adeguati e uniformi su tutto il territorio nazionale, ha cercato di dare risposte concrete con la previsione di un sistema di accoglienza e di assistenza volto a garantire parità di condizioni di accesso e permanenza nel nostro territorio e di soluzioni di lungo periodo, anche oltre il compimento della maggiore età. Le principali novità introdotte dalla legge in esame, e che verranno trattate singolarmente nella narrativa che segue, possono essere identificate da un lato nelle misure di accoglienza dei minori migranti soli (artt. 4, 5, 9, 12) e dall’altro nel rafforzamento delle tutele (artt. 6 – 8 e 11) e dei diritti (artt. 14 – 17), già previsti in favore degli stessi.
“Queste norme riconoscono un ruolo importante alle comunità locali, ai sindaci cui sono offerti nuovi strumenti, alla società civile che si misura ogni giorno con sfide nuove, alla scuola, potente strumento di integrazione, all’associazionismo, al mondo della giustizia, a chi ogni giorno si cura della sicurezza e del rispetto della legalità”.
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