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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06232009-124712


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
GIUSTI, FABIO
URN
etd-06232009-124712
Titolo
Determinazioni parametriche del reddito e tutela del contribuente.
Dipartimento
ECONOMIA
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
Relatore Prof.ssa Bellé, Brunella
Parole chiave
  • accertamento analitico induttivo
  • accertamento analitico contabile
  • parametri
  • minimum tax
  • presunzioni fiscali
  • accertamento extracontabile
  • contribuenti minori
  • redditometro
  • coefficienti presuntivi di reddito
  • studi di settore
  • visentini ter
Data inizio appello
15/07/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/07/2049
Riassunto
L’obiettivo di conseguire una tassazione che colpisca l’effettivo reddito prodotto si è sempre dimostrato, in concreto, una realtà difficilmente raggiungibile, in virtù delle innumerevoli e diversificate posizioni passive soggette, ogni anno, a tassazione e delle difficoltà riscontrate dall’Amministrazione finanziaria nell’effettuazione di controlli “a tappeto”, che siano in grado di sottoporre a verifica l’intera platea dei contribuenti. Seppure i tentativi che si sono susseguiti nel tempo abbiamo, sicuramente, condotto ad un miglioramento del rapporto tra imposizione fiscale e specifica capacità contributiva dei soggetti passivi, ancora oggi, l’attuazione del prelievo e l’applicazione di metodi di rideterminazione forfetaria del reddito, destano non poche perplessità. Se, infatti, da un lato, la riforma tributaria del 1971 – 73 aveva spinto verso un’intensificazione degli adempimenti formali, con l’intento di attuare un sistema di tassazione imperniato sulle scritture contabili e sull’attuazione di accertamenti di tipo analitico, incrementando anche i poteri di indagine della stessa Amministrazione finanziaria, al fine di ottenere ricostruzioni del reddito maggiormente attendibili, dall’altro, anche a discapito di una tassazione effettiva, negli anni a seguire, furono privilegiate soluzioni predeterminate e volte, sempre più, a ridurre l’impegno e la stessa discrezionalità degli uffici accertatori. Dopo aver ricostruito, in breve, l’evoluzione del sistema tributario italiano, attraverso le sue principali tappe, concentreremo la nostra attenzione sugli strumenti impiegati dagli stessi uffici nell’ambito dell’accertamento induttivo delle piccole e medie imprese, analizzandone le principali caratteristiche e osservando il percorso seguito dal legislatore tributario nel corso degli ultimi decenni. Nell’ultima parte del presente lavoro, l’attenzione sarà, poi, rivolta ad un’analisi più approfondita degli studi di settore come strumento di accertamento introdotto dal Legislatore con l’intento di combattere il fenomeno dell’evasione fiscale nell’ambito della tassazione delle piccole e medie imprese. Nel corso dell’analisi, dopo una breve introduzione, volta a descriverne le principali caratteristiche, particolare risalto sarà dedicato ad evidenziare le ultime evoluzioni in materia, mettendo in luce come, ancora oggi, tale strumento di accertamento sia da considerarsi in via di perfezionamento e, come dimostrano le diverse posizioni assunte, in ambito legislativo e giurisprudenziale, piuttosto controverso. Sulla base delle più recenti pronunce e degli ultimi interventi della stessa Corte di Cassazione, cercheremo, infatti, di metterne in luce i principali punti di forza, ma anche le numerose critiche che, da più parti, vengono mosse, in genere, agli accertamenti fondati su strumenti aventi alla base rideterminazioni del reddito di tipo matematico – statistico. Particolare attenzione sarà, inoltre, dedicata alla valenza probatoria mantenuta dagli studi di settore nell’ambito del procedimento tributario: se da un lato, infatti, l’indubbio vantaggio derivante dall’applicazione di tali metodi, in base alla loro rapidità e facilità di attuazione, non può essere negato, numerosi dubbi sorgono in merito all’attendibilità delle rideterminazioni effettuate, spingendo anche a dubitare della costituzionalità stessa di tali strumenti, non potendo, di certo, questi, rappresentare le specifiche peculiarità di ogni singola posizione passiva sottoposta a rettifica.
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