Tesi etd-06222010-145614 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BUONOMO, CECILIA
URN
etd-06222010-145614
Titolo
La musealizzazione dell'Ara Pacis. Dalla teca di Morpurgo agli eventi di spettacolarizzazione recente
Dipartimento
INTERFACOLTA'
Corso di studi
PROGETTAZIONE E GESTIONE DEI SISTEMI TURISTICI MEDITERRANEI
Relatori
relatore Dott.ssa Donati, Fulvia
Parole chiave
- Ara Pacis
- archeologia
- architettura
- Augusto
- museo
- museologia
- Richard Meier
- Vittorio Ballio Morpurgo
Data inizio appello
20/07/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/07/2050
Riassunto
Riassunto analitico
Questo lavoro di tesi si pone come obiettivo la presentazione della nuova musealizzazione dell’Ara Pacis operata nel 2005. Le polemiche e le perplessità, sorte circa il Museo costruito da Richard Meier, hanno animato il dibattito urbanistico ed architettonico fin dal 1996, anno in cui venne manifestata la volontà di dare un nuovo assetto a piazza Augusto Imperatore e iniziando dal rifacimento del contenitore destinato all’Ara. Di seguito si cercherà di restituire una traccia delle vicende pregresse, in un rigoroso ordine cronologico, in modo da ricostruirne le sorti e valutare le potenzialità che il complesso ha acquisito come meta di turismo culturale con la nuova musealizzazione.
Per perseguire il mio scopo mi sono avvalsa delle monografie più aggiornate sul monumento disponibili in ragione della recente musealizzazione, e degli articoli di riviste e di giornali che offrivano una panoramica su come l’intervento è stato recepito dai critici e dall’opinione pubblica.
Partendo da una sintesi storica delle motivazioni per cui l’altare venne edificato ed in quali circostanze, ho trattato del recupero delle lastre dalle fondamenta del palazzo, sotto cui venne ritrovato l’Ara Pacis e dell’audace intervento di restauro operato da Giuseppe Moretti nel 1937 nel periodo fascista. Attraverso i discorsi pronunciati dal duce si comprendono le motivazioni che erano alla base della scelta di recuperare l’Ara dal sottosuolo e di restaurarla. La ricostruzione del monumento avvenne all’interno del padiglione, edificato in tutta fretta a partire da un progetto di Vittorio Ballio Morpurgo, nel 1938. Il risultato disattese le idee di partenza e diede vita ad un edificio “provvisorio”, che risulta una costruzione non integrata con gli edifici di Piazza Augusto Imperatore.
Dopo aver delineato la storia del monumento e del suo primo contenitore ho affrontato il problema della nuova musealizzazione, realizzata tra il 1996 e il 2005, su progetto di Richard Meier. Dopo una carrellata sulle architetture concepite da quest’ultimo nel corso della sua carriera, per comprendere il suo linguaggio architettonico, viene presentata la nuova struttura sorta sulle ceneri del padiglione di Morpurgo.
Si chiariscono le motivazioni che hanno portato l’amministrazione comunale a decidere per la demolizione della teca, senza prendere in considerazione l’ipotesi del suo restauro. Quindi ho analizzato le tesi a favore e contro la realizzazione di una struttura contemporanea all’interno di un contesto fortemente storicizzato, quale è il centro storico di Roma.
Concludono il capitolo la descrizione e le osservazioni sull’organizzazione e la fruibilità turistica, rilevate nel corso delle mie visite presso il Museo, del percorso espositivo.
Nel IV capitolo è stata analizzata l’attività del Museo con maggiore attenzione alle mostre, con particolare interesse sull’esposizione dedicata a Valentino. Ho scelto di trattare proprio di questa mostra perché è stata uno dei primi allestimenti in cui il monumento archeologico è stato utilizzato come parte integrante del percorso.
Altro aspetto trattato in questa parte è il tipo di gestione adottato da Zètema Progetto Cultura, la società che cura l’offerta del Museo.
Infine ho esaminato i servizi offerti al pubblico (orari di apertura, accessibilità, didattica) e i dati sull’affluenza dei visitatori, da cui si evince il successo della scelta di dare vita ad un nuovo museo che rappresenta il sito più visitato dopo i Musei Capitolini.
Questo lavoro di tesi si pone come obiettivo la presentazione della nuova musealizzazione dell’Ara Pacis operata nel 2005. Le polemiche e le perplessità, sorte circa il Museo costruito da Richard Meier, hanno animato il dibattito urbanistico ed architettonico fin dal 1996, anno in cui venne manifestata la volontà di dare un nuovo assetto a piazza Augusto Imperatore e iniziando dal rifacimento del contenitore destinato all’Ara. Di seguito si cercherà di restituire una traccia delle vicende pregresse, in un rigoroso ordine cronologico, in modo da ricostruirne le sorti e valutare le potenzialità che il complesso ha acquisito come meta di turismo culturale con la nuova musealizzazione.
Per perseguire il mio scopo mi sono avvalsa delle monografie più aggiornate sul monumento disponibili in ragione della recente musealizzazione, e degli articoli di riviste e di giornali che offrivano una panoramica su come l’intervento è stato recepito dai critici e dall’opinione pubblica.
Partendo da una sintesi storica delle motivazioni per cui l’altare venne edificato ed in quali circostanze, ho trattato del recupero delle lastre dalle fondamenta del palazzo, sotto cui venne ritrovato l’Ara Pacis e dell’audace intervento di restauro operato da Giuseppe Moretti nel 1937 nel periodo fascista. Attraverso i discorsi pronunciati dal duce si comprendono le motivazioni che erano alla base della scelta di recuperare l’Ara dal sottosuolo e di restaurarla. La ricostruzione del monumento avvenne all’interno del padiglione, edificato in tutta fretta a partire da un progetto di Vittorio Ballio Morpurgo, nel 1938. Il risultato disattese le idee di partenza e diede vita ad un edificio “provvisorio”, che risulta una costruzione non integrata con gli edifici di Piazza Augusto Imperatore.
Dopo aver delineato la storia del monumento e del suo primo contenitore ho affrontato il problema della nuova musealizzazione, realizzata tra il 1996 e il 2005, su progetto di Richard Meier. Dopo una carrellata sulle architetture concepite da quest’ultimo nel corso della sua carriera, per comprendere il suo linguaggio architettonico, viene presentata la nuova struttura sorta sulle ceneri del padiglione di Morpurgo.
Si chiariscono le motivazioni che hanno portato l’amministrazione comunale a decidere per la demolizione della teca, senza prendere in considerazione l’ipotesi del suo restauro. Quindi ho analizzato le tesi a favore e contro la realizzazione di una struttura contemporanea all’interno di un contesto fortemente storicizzato, quale è il centro storico di Roma.
Concludono il capitolo la descrizione e le osservazioni sull’organizzazione e la fruibilità turistica, rilevate nel corso delle mie visite presso il Museo, del percorso espositivo.
Nel IV capitolo è stata analizzata l’attività del Museo con maggiore attenzione alle mostre, con particolare interesse sull’esposizione dedicata a Valentino. Ho scelto di trattare proprio di questa mostra perché è stata uno dei primi allestimenti in cui il monumento archeologico è stato utilizzato come parte integrante del percorso.
Altro aspetto trattato in questa parte è il tipo di gestione adottato da Zètema Progetto Cultura, la società che cura l’offerta del Museo.
Infine ho esaminato i servizi offerti al pubblico (orari di apertura, accessibilità, didattica) e i dati sull’affluenza dei visitatori, da cui si evince il successo della scelta di dare vita ad un nuovo museo che rappresenta il sito più visitato dopo i Musei Capitolini.
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