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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06212019-113634


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TROVATO, GIOVANNI
URN
etd-06212019-113634
Titolo
Parva quidem arbitrio: uno studio sulle "Bucoliche" di Marco Valerio.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Dott. Stagni, Ernesto
Parole chiave
  • Virgilio
  • Marco Valerio
  • Bucoliche
  • Boezio
  • tardoantico
  • medievale
  • Teocrito
Data inizio appello
30/09/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
30/09/2089
Riassunto
Con la tesi in oggetto, che si configura prevalentemente come un lavoro di orientamento esegetico e, in misura minore, filologico-ecdotico, ci si prefigge l’obiettivo di sottoporre ad un’accurata analisi, condotta su più livelli (letterario, metrico, paleografico, ecc.) e concentrata su una serie di passaggi testuali reputati di particolare pregnanza, il testo delle Bucoliche di Marco Valerio, di controversa datazione. Dopo un consistente capitolo introduttivo, in cui vengono illustrati lo stato dell’arte, i dati essenziali su Marco Valerio e sulla tradizione testuale, diretta e indiretta, affiancati ad alcune considerazioni paleografiche e ad una completa disamina metrica del testo, svolta con criteri statistici e comparativi, s’inizia il discorso sull’opera, nella forma di una Quellenforschung ragionata, ripartito in cinque sezioni, una per ciascuna delle quattro ecloghe esametriche e per il prologo in distici elegiaci. Si procederà anche all’integrazione di un insieme di osservazioni innovative, tralasciate o sfuggite all’attenzione dei critici fino ad oggi, principalmente riguardanti la quarta ecloga, in cui sembra possibile cogliere distinte consonanze verbali o tematiche con i trattati di retorica ciceroniani e con quelli filosofici di Boezio, specie quelli appartenenti alla cosiddetta vetus logica, o ancora con il commento al Somnium Scipionis di Macrobio e con certi autori patristici, sia latini (Agostino) che greci (Gregorio di Nazianzo e Apollinare di Laodicea).
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