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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06202016-103012


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
CORCIONE, FRANCESCO
URN
etd-06202016-103012
Titolo
Utilizzo della tromboelastografia nei pazienti con frattura di femore in terapia con anticoagulanti e antiaaggreganti e approccio all?anestesia neurassiale
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ANESTESIA, RIANIMAZIONE E TERAPIA INTENSIVA
Relatori
relatore Prof. Giunta, Francesco
Parole chiave
  • guardalinee10
Data inizio appello
27/07/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
INTRODUZIONE
Le fratture di femore nell’anziano rappresentano una patologia di frequente riscontro nella popolazione anziana e un problema di grande importanza in termini di costi sia per la salute dei pazienti, sia per la società, poiché sono gravate da un elevato tasso di mortalità e di complicanze che spesso comportano disabilità e incapacità funzionale. La medicina perioperatoria ha il fine di ridurre mortalità e complicanze legate alla chirurgia, e necessita di percorsi riabilitativi rapidi ed efficaci, che riducano al minimo i tempi di degenza ospedaliera e migliorino le prospettive di recupero postoperatorio. La stabilizzazione chirurgica delle fratture viene condotta attraverso l’esecuzione, laddove non esistano controindicazioni specifiche, di un blocco neurassiale che garantisce un grado di anestesia ed analgesia profonda per l’esecuzione dell’intervento stesso. Frequentemente questi pazienti presentano importanti comorbidità cardiologiche, respiratorie e renali di differente grado, cerebropatie, epatopatie e alterazioni della coagulazione legate a terapia con farmaci anticoagulanti, antiaggreganti e all’introduzione di nuove molecole come Dabigatran, Apixaban e Rivaroxaban. La precocità dell’intervento chirurgico è un fattore indipendente di miglioramento dell’outcome del paziente anziano con frattura di femore, e linee guida internazionali hanno stabilito un termine di 36-48 ore dal trauma come intervallo temporale ottimale in cui eseguire l’intervento di osteosintesi. Nonostante il grande impatto di questa problematica sia per la salute dei pazienti, sia sociale, tuttavia in letteratura medica non esiste consenso sulla migliore gestione anestesiologica di questo tipo di pazienti (1) (2). Scopo del nostro lavoro è stato quello di studiare l’utilità del TEG nel monitoraggio del profilo coagulativo dei pazienti sottoposti a stabilizzazione chirurgica in terapia con antiaggreganti e anticoagulanti orali, in particolare nella differenziazione delle due classi di NOACs, inibitori diretti della trombina (Dabigatran) e inibitori del fattore Xa (Rivaroxaban e Apixaban) ed escludere la presenza di attività residua dei NOACs prima del blocco neurassiale. Oggetto di studio sono state le problematiche perioperatorie dei pazienti per i quali l’intervento ortopedico è stato posticipato oltre le 48 ore, in particolare ha preso in considerazione le ragioni anestesiologiche del differimento dell’intervento chirurgico, l’influenza della tecnica di anestesia sulla mortalità e morbilità postoperatorie, il recupero funzionale a 30 giorni dall’intervento.
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